CODA

Enciclopedia Italiana (1931)

CODA (dal lat. cauda; fr. queue; sp. cola; ted. Schwanz; ingl. tail)

Edoardo Zavattari

Nei Vertebrati è la parte estrema del corpo, assottigliata, costituita da un asse scheletrico, da muscoli e da tegumento, entro la quale, nell'adulto, non si estende l'intestino. Negli embrioni dei vertebrati l'intestino posteriore, in molti casi, si continua nella coda stessa col cosiddetto intestino post-anale, in seguito si trasforma in un cordone pieno e da ultimo si atrofizza e si risolve in altri tessuti.

La denominazione di coda, intesa ancora nella definizione che ne è stata data per i Vertebrati, si applica inoltre all'estremità posteriore delle larve dei Tunicati in genere e in particolare anche agli adulti dei Copelati (Appendicularie) e all'estremità posteriore degli anfiossi, giacché questi animali presentano la porzione del corpo situata dietro l'apertura anale trasformata in un'appendice piatta, costituita da uno scheletro assile flessibile formato dalla corda dorsale, dal prolungamento del neurasse, da masse muscolari e da tegumento; questa coda, che presenta anzi una pinna cutanea simile a quella della coda dei girini di rana, e che nei Tunicati adulti (eccezione fatta dei Copelati) scompare, serve a questi cordati come organo per il nuoto.

Infine, in un significato più estensivo, si usa la parola coda anche per indicare l'estremità posteriore, di norma più assottigliata, del corpo di molti invertebrati; così si chiama coda il post-addome dei Merostomi, degli scorpioni e dei Telifoni, l'addome di alcuni Crostacei, l'estremità posteriore di molti vermi, la parte posteriore del piede di numerosi Molluschi, ecc.; tuttavia in questi casi si tratta sempre d'una denominazione generica, a cui non si può attribuire un'esatta e precisa definizione anatomica.

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