CNIDO

Enciclopedia Italiana (1931)

CNIDO (Κνίδος, Cnidus)

Goffredo BENDINELLI
Giulio GIANNELLI
Arturo CASTIGLIONI

Antica città della Caria, sull'estrema punta (Capo Crio, Triopium Promontorium) di una penisola che dalla città prese il nome Chersoneso Cnidio, esattamente di fronte all'isola di Nisiro. Colonia già creduta di origine fenicia, ma più verisimilmente fondata da Spartani o da Argivi, fu una delle città dell'Esapoli dorica (composta di Cnido, Cos, Alicarnasso, Ialiso, Camiro, Lindo). Colonizzò Lipari (isole Eolie) e possedette una fattoria a Naucratide (Egitto). Sottomessa prima ai Persiani, fu alleata e tributaria di Atene nel sec. V fino alla spedizione di Sicilia (412). Dopo la battaglia navale del 394 (v. oltre) Conone costrinse alla ritirata gli armosti spartani delle città d'Asia. Cnido passò tuttavia a Sparta nel 390, fece parte della confederazione monetaria di Rodi, Samo, Efeso, Bisanzio; rimase poi forse sottomessa al re Mausolo di Caria. Fece parte dell'impero di Alessandro Magno e dopo varie vicende cadde in potere dei Tolomei. Ritornata la città libera per merito dei Romani nel 190, dopo la disfatta di Antioco, entrò, nel 29 a. C., in alleanza con Roma. La monetazione di Cnido s'inizia circa la metà del sec. VII a. C., e, con un'interruzione per il periodo dell'egemonia ateniese (478-412 a. C.), finisce nei tempi imperiali. La testa di Afrodite Euplea è simbolo della città, a cominciare dalle monete più arcaiche. Per il maggiore dei suoi templi eseguì Prassitele la celebre statua di Afrodite al bagno, che rimase in Cnido - e fu più volte riprodotta su monete della città - fino al suo trasporto a Costantinopoli al tempo di Teodosio. Rimangono tracce di due porti divisi da un istmo, della necropoli greco-romana, di due teatri e di altre costruzioni.

Bibl.: L. Bürchner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, col. 914 segg.; K. Lehmann-Hartleben, Die ant. Hafenanlagen, Lipsia 1923, pp. 60 segg., 126 segg., 260; A. v. Gerkan, Antike Städteanlagen, Berlino 1924, p. 117 seg.; O. Gilbert, Handbuch d. griechischen Staatsaltertümer, II, p. 170; V. B. Head, Hist. Num., 2ª ed., Oxford 1911, p. 614 segg.; Corp. Inscr. Gr., 2653 segg.; Ch. Michel, Recueil d'inscr. gr., 449-50, 1005, 1191-95, 1327-28, 1340; Collitz-Bechtel, Sammlung d. griechischen Dialekt-Inschr., Gottinga 1884-99, 3500 segg.; Corp. Inscr. Lat., III, pp. 982, 1296, 2328, 2383.

La battaglia di Cnido. - Presso Cnido si combatté ai primi di agosto del 394 a. C., una battaglia navale tra la flotta spartana, comandata da Pisandro, cognato del re Agesilao (v.), e quella persiana, agli ordini dell'ateniese Conone (v.). Le due armate erano rimaste a fronteggiarsi inattive durante i primi mesi dell'estate: quella spartana presso Cnido, quella persiana nel porto di Loryma, alla punta meridionale del Chersoneso Rodio. Pisandro, potendo contare su 85 navi soltanto, né essendo prevedibile un sollecito arrivo di rinforzi, preferì attaccare senz'altro la flotta di Conone, prima che ad essa si unisse la fenicia, che già si sapeva essere in rotta al comando di Farnabazo. Invece la congiunzione delle due armate era già avvenuta, all'insaputa di Pisandro: il quale si trovò di fronte così una forza quasi doppia della sua. La battaglia si svolse probabilmente a nord-ovest dell'isola di Rodi. Quando dietro alla flotta di Conone, che attaccava in testa, apparve la squadra fenicia, gli alleati di Pisandro, schierati all'ala sinistra, fuggirono verso la costa, seguiti dal resto della flotta. Soltanto una trentina delle navi spartane arrivarono in salvo nel porto di Cnido: le altre furono affondate o catturate da Conone. Pisandro morì nella mischia.

Bibl.: Un tentativo di ricostruzione della battaglia, sulle scarse notizie delle fonti, è in W. Judeich, Kleinasiatische Studien, 73 segg.; vedi poi: E. Meyer, Geschichte des Altertums, V, 237 segg.; H. Swoboda, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, col. 1327; J. Beloch, Griech. Geschichte, 2ª ed., III, p. 76.

La scuola medica di Cnido. - È la più antica scuola medica ellenica della quale ci siano pervenute sicure notizie. Fiorì nel sec. V a. C. e ad essa appartennero medici illustri tra i quali Furifonte e Ctesia che fu medico alla corte di Artaserse II. Vi furono certo strette relazioni fra questa scuola e quella italica dalla quale essa trasse la terminologia simbolica. Le dottrine della scuola di Cnido sono raccolte nelle Κνίδιαι γνῶμαι "Sentenze di C." e si trovano esposte in alcuni scritti d'origine cnidica che furono, in tempi posteriori, attribuiti alla scuola ippocratica. Il principio fondamentale di questa scuola è dato da una concezione della patologia legata esclusivamente alla sede dei morbi e da una classificazione sistematica delle varie malattie. Col fiorire della scuola di Coo, essenzialmente contraria a questi principî, incominciò la rapida decadenza della scuola di Cnido.

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