CLYDE

Enciclopedia Italiana (1931)

CLYDE (in Tacito: Glotta; Clwyd "forte" in gaelico; A. T., 45-46)


Fiume della Scozia, lungo 157 km.: terzo per lunghezza dopo il Tay e lo Spey, ma di gran lunga il più notevole per importanza commerciale. Ha le sue sorgenti a 427 m. s. m., presso le colline di Queensberry (m. 696), al limite meridionale della contea di Lanark; scorre dapprima in direzione S.-N., quindi SE.-NO. dopo la confluenza col Medwin meridionale; bagna Lanark, Bothwell, Glasgow, Renflew e sbocca presso Dumbarton nel Firth of Clyde, l'ampia insenatura che incide profondamente la costa occidentale della Scozia. I maggiori affluenti di destra sono il Medwin (25 km.) e il Kelvin (34); di sinistra il Duneton (31), il Douglas (32), l'Avon (46) e il White Cart (32). Il bacino ha una superficie complessiva di 3835 kmq. La pendenza è assai forte presso Lanark, dove nello spazio di 6 km. il fiume si abbassa di una settantina di metri, superando quattro celebri cascate; successivamente la pendenza è in media di soli 75 cm. al km.

La parte inferiore del Clyde, a partire dal 1773 (progetto Golborne), è stata trasformata, diminuendone la larghezza, in modo da obbligare il fiume a incidere più profondamente il suo letto. È stato cosi creato un canale artificiale che permette anche alle navi d'alto mare di accedere fino a Glasgow, dove la profondità è di 7,60 m. a bassa marea e di 10,65 ad alta marea; ivi le rive del fiume sono per gran parte occupate da grandi stabilimenti per costruzioni navali, tanto che fu necessario scavare bacini laterali per accrescere lo spazio occorrente alle operazioni del traffico.

Bibl.: J. Millar, The Clyde from its sources to the sea, Londra 1888.

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