SARTORI, Claudio Giulio Maria

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 90 (2017)

SARTORI, Claudio Giulio Maria

Pinuccia Carrer
Massimo Gentili-Tedeschi

SARTORI, Claudio Giulio Maria. – Nacque il 1° aprile 1913 a Brescia, secondogenito di Alessandro (1868-1946) e di Pia Treves (1878-1971); il fratello maggiore, Rinaldo (1909-1981), divenne un brillante scienziato.

Il padre, pubblicista, fu redattore capo della Sentinella Bresciana dal 1917 al 1925, anno della chiusura, e cronista al Corriere della sera e a La Stampa; nel 1929 divenne giornalista presso l’Unione industriale fascista di Brescia. La madre, di famiglia ebraica convertita al cattolicesimo, docente di lettere italiane e latine al Regio liceo scientifico Calini di Brescia, aderì ai principi educativi e didattici della scuola dei Balilla e delle Giovani Italiane. Stupisce pertanto l’atteggiamento del giovanissimo Claudio. Vittorio Sereni – suo compagno al liceo classico Arnaldo di Brescia, con il quale intrattenne una fitta corrispondenza – disse: «egli è il solo costituzionalmente antifascista tra noi» (Sala, 2012, p. 132).

Con il diploma di maturità e una buona formazione musicale in pianoforte e composizione, Sartori nel 1930 si iscrisse all’Università di Pavia, ospite con borsa di studio al collegio Ghislieri. Si laureò cum laude in lettere il 31 ottobre 1934, discutendo la tesi Una redazione inedita del «Tractatus practicae cantus mensurabilis ad modum Italicorum» di Prosdocimo de Beldemandis, relatore Giusto Zampieri. Si aprirono per lui prospettive di lavoro: aveva già prestato servizio al Civico Istituto musicale di Pavia, diretto da Francesco Vittadini, come insegnante supplente di storia della musica tra il novembre 1933 e il giugno 1934. Insofferente al peso degli obblighi militari, preso il diploma abilitante di francese il 4 aprile 1936, ottenne dal ministero dell’Educazione nazionale una «borsa di studio di reciprocità con la Francia» e quindi il congedo e il permesso di espatrio temporaneo a Strasburgo dove si iscrisse, per il 1936-37, al corso di Harmonie al conservatorio e alla facoltà di lettere dell’Università. Nel 1936 apparvero i due primi articoli, uno dedicato all’argomento di tesi, l’altro ad Antonio Bazzini; le tante ricerche dedicate al prediletto conterraneo confluirono poi in L’avventura del violino: l’Italia musicale dell’Ottocento nella biografia e nei carteggi di Antonio Bazzini (Torino 1978).

Dopo un breve periodo (1938-39) come preside del ginnasio di Orzinuovi (Brescia), partecipò al concorso di bibliotecario al liceo musicale pareggiato G.B. Martini di Bologna, bandito il 24 agosto 1938: risultato vincitore, il 1° giugno 1939 venne nominato coadiutore in prova subentrando a Ugo Sesini; confermato, rimase sino al 1942 come bibliotecario aggiunto di Francesco Vatielli. Frutto del lavoro di quegli anni fu Il Regio Conservatorio G. B. Martini” di Bologna (Firenze 1942), pubblicato in occasione della statizzazione dell’istituto.

Nel 1941 venne chiamato da Giacomo Benvenuti ed Eugenio Bravi come «responsabile delle fonti» della collana I Classici musicali italiani assieme a Federico Mompellio. Nel 1943 la serie si interruppe, ma nell’archivio conservato a Barbarano di Salò (Brescia; Sala, 2004, pp. 207 s.) si trovano i testi che avrebbero dovuto essere pubblicati: tra questi, il Libro secondo delle Laudi di Petrucci nella revisione di Sartori. Tra i motivi della cessazione dell’attività, oltre alle gravi contingenze economiche e alla morte dello stesso Benvenuti, vi fu l’improvvisa sparizione di Sartori, passato alla clandestinità dopo l’8 settembre 1943 (aderì al gruppo partigiano delle Fiamme Verdi di Brescia). Durante la Resistenza si occupò del sostentamento delle famiglie di partigiani morti o incarcerati, ma la sua attività principale si concretizzò nella collaborazione ai giornali clandestini. Redattore di Brescia libera, divenne con Teresio Olivelli l’anima di il ribelle, noto foglio di stampa antifascista e partigiana con tiratura fino a 15.000 copie, datato Brescia ma fondato a Milano (Pierino, P., Giovanni, o G. i suoi pseudonimi, Carlo Silani il falso nome). Fu arrestato dalla Gestapo il 9 febbraio 1945. Le lettere spedite dal Quinto raggio del carcere di San Vittore (oggi nell’Istituto storico della Resistenza bresciana, Fondo Morelli R 53,3), furono conservate da Laura Bianchini, la Battista e la Penelope di il ribelle. Finita la guerra, Sartori collaborò a Il Tempo, al Corriere della sera, al Popolo di Brescia, alla Gazzetta dello sport (agosto-novembre 1949) e al settimanale Democrazia del Comitato di liberazione nazionale. Aderì alla Democrazia cristiana di Giuseppe Dossetti, ma si ritirò dalla vita politica attiva «perché il tempo dei sogni era finito nel cozzo con la realtà giornaliera» (in La Resistenza in Lombardia, Milano 1965, p. 170).

Distaccato alla biblioteca del conservatorio di Milano, vi lavorò dal 1949 al 1958, convinto di aver trovato la sede ideale per creare un catalogo collettivo della musica conservata in tutte le biblioteche del territorio milanese, presupposto per un catalogo nazionale e internazionale. Elaborò in quegli anni la fondamentale Bibliografia della musica strumentale italiana stampata in Italia fino al 1700 (Firenze 1952, con un volume di supplemento uscito nel 1968), preceduta dalla pionieristica Bibliografia delle opere musicali stampate da Ottaviano Petrucci (Firenze 1948) e seguita dall’ancor oggi fondamentale Dizionario degli editori musicali italiani: tipografi, incisori, librai-editori (Firenze 1958).

Il 19 gennaio 1959 inviò al direttore del conservatorio, Giorgio Federico Ghedini, una minuziosa relazione dattiloscritta nella quale espose i dati riassuntivi del suo lavoro precisando il numero di schede compilate: 28.295, tutte redatte a mano perché – lamentò – nemmeno una macchina da scrivere gli era stata concessa. Nel 1951 Sartori partecipò alla fondazione della International Association of music libraries, nel cui direttivo fu nominato nel 1955, e nel 1952 alla costituzione del Répertoire international des sources musicales (RISM), di cui fu il principale referente in Italia, contribuendo a fornire le schede della musica stampata e manoscritta fino al 1800 conservata nelle biblioteche nazionali. Proprio per il RISM, in quello che definì il suo tempo libero, iniziò l’immane opera di compilazione del Catalogo dei libretti italiani stampati fino al 1800 conservati nelle biblioteche di tutto il mondo. Sempre nel 1952 divenne socio dell’Ateneo di Brescia e tra i tanti scritti portò a termine la monografia Puccini (Milano 1958), un altro autore prediletto, cui dedicò riflessioni assai apprezzate dai massimi esperti del compositore. Furono questi anche anni di intensa collaborazione con l’editore Ricordi, di cui ricostruì la storia in Casa Ricordi: itinerario grafico editoriale (Milano 1958), per poi dirigere il Dizionario Ricordi della musica e dei musicisti (Milano 1959), quindi l’Enciclopedia della musica (Milano 1963-1964); del periodico Musica d’oggi fu redattore nel 1964-65.

Nel 1958 vinse il concorso a cattedra di storia della musica e bibliotecario, e quello per la cattedra di bibliotecario in conservatorio; optò per la biblioteca, venne nominato il 22 dicembre a Venezia, ma rinunciò subito: il 18 dicembre aveva ottenuto il distacco alla Biblioteca nazionale Braidense. Da quel momento si prodigò nelle sedi istituzionali per far sì che il suo progetto di un Catalogo nazionale delle musiche conservate nelle biblioteche pubbliche e private italiane potesse concretizzarsi. Finalmente nel giugno del 1965 ottenne dal CNR un finanziamento di sei milioni di lire e creò immediatamente un Centro bibliografico musicale. Il 2 dicembre il ministero della Pubblica Istruzione gli affiancò la collega Mariangela Donà e costituì in seno alla biblioteca Braidense, «ad agevolare lo svolgimento del programma di lavoro già elaborato», un «Ufficio di ricerca e schedatura dei fondi musicali esistenti in Italia con sede nei locali concessi [...] dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (via Clerici n. 5 - Milano)»: con il che il Centro divenne l’Ufficio ricerca fondi musicali (URFM).

Sartori si poté avvalere della collaborazione di numerosi schedatori da tutta Italia, retribuiti dal CNR. Rispetto al RISM e alla tradizione di bibliografi e musicologi che si fermavano al 1800, fece una scelta all’avanguardia: per la copertura cronologica, il catalogo nazionale delle fonti storiche avrebbe dovuto includere la musica stampata e manoscritta fino a tutto l’Ottocento.

La fama del bibliografo si estese: Sartori fu invitato come visiting professor dalla State University of New York at Buffalo, dove tenne lezioni nell’anno accademico 1965-66, e ancora dalla University of California at Los Angeles nel 1969.

Oltre al lavoro ordinario dell’URFM, negli anni di via Clerici pubblicò Giacomo Carissimi: catalogo delle opere attribuite (Milano 1975) e, in collaborazione con François Lesure, il Nuovo Vogel, ovvero la Bibliografia della musica italiana vocale profana pubblicata dal 1500 al 1700 (Pomezia-Genève 1977), che si rifà alla storica bibliografia (1892) di Emil Vogel, aggiungendovi l’indice alfabetico degli incipit poetici, strumento che ha poi fertilizzato gli studi interdisciplinari sul madrigale italiano.

In accordo con la nuova bibliotecaria del conservatorio di Milano, Agostina Zecca Laterza, fece ricollocare il catalogo nella sua sede ‘naturale’ dove ancora oggi è ospitato.

In occasione del trasferimento (29 settembre 1978) si contarono, nelle diverse sezioni del catalogo (musiche a stampa, adespote, letteratura musicale a stampa e manoscritta, libretti italiani a stampa, musiche manoscritte e manoscritti adespoti, lettere e documenti autografi), oltre 200.000 schede. Per ogni edizione a stampa, ciascuna scheda indicava gli esemplari conservati in diverse biblioteche. Il nucleo della musica a stampa risultò talmente importante che nel 1986 l’Istituto centrale per il catalogo unico (ICCU) lo incluse tra quelli da convertire per alimentare il catalogo on-line del Servizio bibliotecario nazionale (SBN Musica).

Nel 1985 Sartori, che si era diviso dal suo compagno, si ritirò ospite alla Casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi. In quella circostanza donò i propri volumi moderni (circa 2000) alla biblioteca del conservatorio di Milano. La clavicembalista Gabriella Gentili Verona (1913-1996) acquisì la parte antica che egli aveva messo in vendita, più di 150 tomi dal Cinque all’Ottocento: in tal modo l’intera raccolta è oggi conservata in un unico luogo, come Dono Sartori - G. Gentili Verona.

Negli ultimi anni di vita Sartori completò il monumentale catalogo dei libretti, pietra miliare della ricerca, fondamento e alimento del recente rigoglio italiano e internazionale di studi sul teatro d’opera e sull’oratorio del Sei-Settecento: la pubblicazione dei Libretti italiani a stampa dalle origini al 1800: catalogo analitico con 16 indici (I-VII, Cuneo 1990-1994), un’opera che non ha eguali nella musicologia internazionale e che si concluse postuma. Sulla sua scrivania in Casa Verdi si trovarono «le ultime cartelle dattiloscritte [...] dell’indice dei cantanti [...]; alcune cartelle di ‘nuove aggiunte’ per un eventuale VII volume e le fotocopie di un recente catalogo, già in parte controllato. Quasi a testimoniare che, nel percorso infinito della ricerca per la storia della musica, la morte di chi vi ha dedicato sessant’anni di intenso, straordinario lavoro non rappresenta che una breve pausa per fermarsi a riflettere su quanto già fatto e continuare il cammino» (Zecca Laterza, 1994, p. 3).

Morì l’11 marzo 1994 per le conseguenze di un incidente di qualche mese prima: era stato investito da un’automobile di passaggio, proprio quando aveva smesso di colpo, lui, che viveva di sigarette, di fumare. È sepolto nella tomba di famiglia al Cimitero Monumentale di Torino.

Di sé stesso scrisse: «quando ero giovane e per la prima volta mi addentrai nella foresta vergine della musicologia, mi resi conto che la situazione era tale che se uno voleva affrontare un problema seriamente, a qualsiasi livello, non aveva idea di dove andare a trovare i materiali musicali che voleva discutere. Lentamente, anche dolorosamente, realizzai che prima di tutto era necessario collazionare le fonti, metterle in ordine e studiarle – che era necessario preparare il terreno bibliograficamente per studi futuri. Altri non lo stavano facendo... immaginavano, persino inventavano. Ma non mi piaceva questo modo di fare e decisi, quindi, di mettere le cose in ordine» (The bibliographer’s occupation, in Notes, XXVI, 1969/70, p. 706). Ancor oggi, le «cose messe in ordine» da Sartori e l’URFM della Biblioteca nazionale Braidense sono linfa vitale per le ricerche musicali e musicologiche nel mondo.

Opere. La cappella musicale del duomo di Milano: catalogo delle musiche dell’archivio, Milano 1957; Assisi. La cappella della basilica di S. Francesco: catalogo del fondo musicale nella Biblioteca comunale di Assisi, Milano 1962; Quartetto milanese ottocentesco: lettere di Giuseppe Verdi, Giuseppina Strepponi, Clara Maffei e Carlo Tenca, Roma 1974 (sotto lo pseudonimo Arturo Di Ascoli); Ostiglia. Biblioteca dell’Opera pia Greggiati: catalogo del fondo musicale, I, Le edizioni, Milano 1983.

Fonti e Bibl.: Milano, Archivio della Biblioteca nazionale Braidense, S. C. 1981, fascicolo personale; Milano, Archivio corrispondenza dell’URFM, Faldoni Milano - Biblioteca nazionale Braidense, Milano - Conservatorio, Roma - CNR, 1965-1981; Milano, Biblioteca nazionale Braidense, Ufficio ricerca fondi musicali, http://www. urfm.braidense.it; A. Zecca Laterza, C. S. (Brescia, 1-4-1913 - Milano, 11-3-1994), in Rivista italiana di musicologia, 1994, vol. 29, n. 1, pp. 3-5; Scritti in memoria di C. S., a cura di M. Donà - F. Lesure, Lucca 1996; P. Blesio, S. C., in Id., Compendio bio-bibliografico dei soci dell’Accademia del dipartimento del Mella, poi Ateneo di Brescia..., Brescia 2002 (disponibile anche on-line, http:// www.ateneo.brescia.it/compendio-bio-bibliografico-dei-soci-dellateneo-dallanno-di-fondazione-allanno-bicentenario-1802-2002; 8 novembre 2017); M. Sala, L’archivio musicale di casa Bravi, in Fonti musicali italiane, IX (2004), pp. 203-216; Id., Autografi bazziniani: ritrovamenti e nuove scoperte, ibid., XII (2007), pp. 145-166; Id., La resistenza di C. S., in Accademie e società filarmoniche in Italia, a cura di A. Carlini, Trento 2012, pp. 123-158; P. Carrer - M. Gentili-Tedeschi, C. S.: bibliography of a bibliographer, in Fontes artis musicae, 2017, vol. 64, n. 4, pp. 367-383.

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