CIUVASCI

Enciclopedia Italiana (1931)

CIUVASCI (A. T., 69-70)

Giorgio PULLE'
Ettore ROSSI
Carlo TAGLIAVINI

Il territorio autonomo dei Ciuvasci venne creato il 24 giugno 1920, riunendo assieme alcuni distretti dei governi di Simbirsk e di Kazan′; il 21 aprile 1925 fu proclamato repubblica sovietica socialista. Attualmente comprende 4 distretti, con una superficie di 18.300 kmq. circa. Essa forma come un triangolo fra il Territorio autonomo dei Ceremissi, la Repubblica dei Tatari e il fiume Sura, affluente del Volga. Il rilievo è costituito da leggieri sollevamenti collinosi, solcati però da burroni e vallate abbastanza profonde. Il suolo è quasi ovunque di natura argillosa o sabbiosa, ma con abbondanza di terre nere, che assicurano una discreta fertilità alla regione; sono frequenti le marne, i calcari compatti e le argille del Permico e del Triassico, oltre a terreni del Terziario e ad alluvioni recenti; esistono giacimenti di minerale di ferro e di rame, e sorgenti sulfuree e iodo-ferruginose. Il clima è freddo, con inverni lunghi e rigidi (media −11°); le estati sono relativamente calde (media 17°); non sono rare le gelate in maggio e in settembre. La vegetazione è densa per l'abbondanza di foreste di abeti e pini. La fauna è ricca di animali da pelliccia, soprattutto orsi, lupi, scoiattoli, lepri, ecc.

La popolazione, che somma a circa 894.500 ab. (1926), è composta per la massima parte di Ciuvasci, e in piccola parte di Ceremissi, Tatari e Russi. I Ciuvasci (Čuwaš), di cui molti sono sparsi negli antichi governi di Samara, Ufa, Saratov e Oremburgo, sono una popolazione d'origine turca del bacino medio del Volga, discendente, si crede, dalle tribù meno civili dei Bulgari, che vissero e fiorirono nel primo millennio della nostra era tra il Caspio e gli Urali. Nel sec. XVI furono assoggettati al dominio russo e convertiti al cristianesimo per opera di missionarî ortodossi, che insegnarono loro anche a scrivere nell'alfabeto cirillico. Parlano una lingua, che non è compresa dai Turco-Tatari del Volga accanto ai quali vivono, e che, secondo studî recenti, rappresenterebbe una sopravvivenza di uno stadio molto antico del turco. Negli ultimi tempi la propaganda musulmana ha ottenuto qualche effetto nella loro massa; ma la gran maggioranza resta cristiana. Hanno zigomi sporgenti, occhio obliquo e sono assai mescolati ai Tatari, che li chiamano "fratelli"; sono di statura piccola (m. 1,61) corporatura gracile e di carattere pauroso; sono abili dissimulatori; laboriosi, buoni agricoltori, sono però eccessivamente parsimoniosi e sporchi all'estremo. Le carestie del 1921 e 1922 avrebbero mietuto 30.000 vittime. La maggior parte della popolazione, circa 780.000 persone, vive nelle campagne, esercitando l'agricoltura. Le principali coltivazioni curano la produzione di segale e orzo, quindi, in quantità minore, di frumento, miglio, piselli; poi di ortaggi, lino, canapa e papaveri; vi è anche un discreto allevamento di animali domestici, specialmente di pollame e di api. Lo sfruttamento delle risorse forestali è attivissimo. Le industrie vengono esercitate in molteplici modi, tanto nelle campagne, quanto nei centri abitati. Hanno grande prevalenza quelle del legno: si preparano travi e assi, spedite a Leningrado, ad Arcangelo, ad Astrachan per costruzioni navali. Si estraggono catrame, resina, potassa, carbone; si fabbricano vetture, slitte, barche, utensili di legno, stuoie, ecc. Le donne filano e tessono canapa, lino, lana; gli uomini confezionano calzature, cappelli, feltri, vasellame per uso domestico. Esistono stabilimenti per la distillazione degli alcoli dai cereali, per la fabbricazione della birra, per la molitura dei cereali, per la preparazione di olî, saponi, cera, sego; oltre ai filatoi, fabbriche di stoffa, vetrerie, corderie, fonderie, ecc. Gli scambî commerciali si fanno, soprattutto con Kazan′ e Nižnij Novgorod per la via maestra del Volga. La repubblica dei Ciuvasci è attraversata dalla ferrovia, che va da Mosca a Kazan′. Capoluogo è Čeboksary, situata sul Volga (8830 ab.); altro centro importante è Alatir (22.400 ab.).

Bibl.: N. Poppe, Türkisch-Tschuwaschische vergleichende Studien, in Islamica, I (1925); A. Palmieri, La geografia politica della Russia sovietista, Roma 1926.

Lingua. - La lingua ciuvassa appartiene alla famiglia delle lingue turche (v. turche, lingue). Il ciuvasso è, fra le moderne lingue turche, quella che sembra essere più vicina all'idioma degli antichi Bulgaro-Turchi (v. Bulgaria: Lingua). Fra le caratteristiche del ciuvasso abbiamo il mutamento di z > r e sovente di s > l: p. es., mentre nell'osmanli abbiamo Jüzük, nel ciuvasso troviamo śγrγ. Nel ciagataico abbiamo tuš "sud" mentre nel ciuvasso troviamo düli. Nel seno degl'idiomi turchi, a parte l'antico bulgaro-turco di cui il ciuvasso è probabilmente, come si è detto, un dialetto rimasto in vita, si avvicina più di tutto al jacuto col quale ha in comune la trasformazione di j prototurco in una sibilante (ś in jacutico, s in ciuvasso), ma ha anche parecchi tratti che lo ravvicinano al mongolico. In ogni modo il ciuvasso, al pari del jacuto è assai differente dalle altre lingue turche, in generale assai omogenee.

Bibl.: N. J. Asmarin, Materialy dlja izslědovanija čuvašskago jazyka, Kazan′ 1898; N. J. Asmarin, Bolgary i Čuvasi, Kazan′ 1902; N. Zolotnickij, Kornevoj čuvašsko-russkij slovar′, Kazan′ 1875; Gombocz, Csuvas szójegyzék, Nyelvt. Közl., XXXVI; H. Paasonen, Csuvas szójegyzék, Budapest 1908; G. J. Ramstedt, Zur Frage nach der Stellung des Tschuwassischen, nel Journal d. l. Soc. Finno-Ougrienne, XLVIII; N. Poppe, Die tschuwassischen Lautgesetze, in Asia Major, I (1924), p. 775 segg.; Nemeth, A honfoglaló Magyarság kialakulása, Budapest 1930, p. 85 segg.

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