CINCINNATO

Enciclopedia Italiana (1931)

CINCINNATO (Lucius Quinctius L. f. L. n. Cincinnatus, da Cincinnus "ricciolo")

Plinio FRACCARO
Vincenzo COSTANZI

Appartenne alla gente patrizia Quinctia. Console suffectus nel 460 a. C., ebbe forti contrasti con i tribuni della plebe, e ricusò d'essere eletto per l'anno successivo. Nel 458, essendo stato il console L. Minucio circondato dagli Equi sull'Algido, C. fu creato dittatore e dovette lasciare a malincuore il campicello che egli coltivava ai prata Quinctia oltre il Tevere. Radunato il giorno seguente un nuovo esercito, ordinò che ogni soldato p0rtasse seco dodici pali; marciò quindi la sera stessa verso l'Algido e accerchiò alla sua volta nella notte gli Equi che si trovarono presi fra l'esercito di Minucio e la palizzata dei soldati di C. Gli Equi capitolarono e C. li fece passare sotto il giogo; ritornò poi a Roma, ove celebrò uno splendido trionfo. Depose quindi la carica tenuta per 16 giorni e ritornò all'aratro. Dittatore per la seconda volta nel 439 per fronteggiare Spurio Melio che mirava a farsi tiranno, lo fece citare dal suo magister equitum C. Servilio Ahala; ed essendosi Melio rifiutato, Ahala lo uccise. Un consolato di C. ignoto ad altre fonti è inserito in Diodoro (XII, 3) fra i due consolati per il 457 e il 456 della tradiziorie comune. Le lotte sull'Algido nel sec. V sono storiche, e storica è pure la figura di Cincinnato; diverso giudizio si deve dare però dei particolari dell'episodio. Non storica è invece la seconda dittatura, ignota alla più antica versione del tentativo di Melio (Dionis., XII, 4). La critica radicale ritiene invece l'episodio dell'Algido interamente leggendario e ricalcato sulle gesta del dittatore T. Quinzio del 380 o addirittura su quelle del dittatore del 217 Q. Fabio Massimo, che salvò il suo maestro dei cavalieri Minucio.

Bibl.: A. Schwegler, Römische Geschichte, II, 2ª ed., Tubinga 1870, p. 518, 591, 723, 131; W. Ihne, Römische Geschichte, I, 2ª ed., Lipsia 1872, p. 271; G. De Sanctis, Storia dei Romani, II, Torino 1907, pp. 15, 116; F. Bandel, Die römischen Diktaturen, Breslavia 1910, p. 15; E. Pais, Storia di Roma, 3ª ed., III, Roma 1927, p. 170; J. Beloch, Röm. Gesch., Berlino 1926, pp. 8, 64, 294; H. Last, in Cambridge Ancient Hist., VII, 1928, p. 501.

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