CINABRO

Enciclopedia Italiana (1931)

CINABRO (parola d'origine orientale incerta; gr. κιννάβαρι; fr. cinabre; sp. cinabrio; ted. Zinnober; ingl. cinnabar)

Pietro BONOMI da MONTE

Solfuro di mercurio (HgS) dalla composizione centesimale: Hg = 66,2%, S = 13,8% Il cinabro cristallizza nel sistema romboedrico, classe trigonale trapezoedrica (o del quarzo). La costante è data dal rapporto: a : c = 1 : 1,14526 (calcolato da Schabus). L'angolo (0001) : (10−11) = 52°54′15″. Le forme più comuni sono: c (0001), n (10−10), r (1071), i (40−45), D (21−37). Di rado il minerale si presenta in distinti cristalli, che per lo più sono assai piccoli e poveri di forme ed eccezionalmente raggiungono le dimensioni di pochi millimetri. Nei cristalli predomina l'abito romboedrico, ma se ne hanno anche tabulari, prismatici, aghiformi e capillari. Belli i geminati di penetrazione secondo l'asse trigonale, che si trovarono specialmente a Nikitovka (Russia) e a Kwei-chow (Cina).

Il cinabro si trova spesso in masse compatte, ora cristalline, ora terrose o concrezionate: di frequente è misto a sostanze bituminose, argilla, pirite, materie ocracee, o si presenta disseminato sotto forma di vene, noduli, incrostazioni, o diffuso in sottili particelle nelle rocce di diversa natura che ne costituiscono i giacimenti. Talora il cinabro vi è così suddiviso da non essere discernibile che con una forte lente, oppure scalfendo la roccia con una punta, per farne apparire il colore rosso, od anche polverizzandola per concentrare il minerale mediante il lavaggio. Il colore del cinabro va dal rosso cocciniglia al rosso bruno. Il cinabro epatico (Lebererz di Idria) è una miscela di colore fegato, costituita da cinabro con idrocarburi e, specialmente, con un idrocarburo ossigenato che a Idria si trova anche da solo a costituire il minerale detto Idrialite (C42H14O).

La polvere del cinabro è rossa, la lucentezza da adamantina a sub-metallica. I cristalli presentano una sfaldatura facile secondo il prisma m (10−10); la frattura è concoidale. Dotati di forte birifrangenza, avendosi, per la luce rossa del litio, ω = 2,854 e E = 3,200, i cristalli di cinabro presentano un potere rotatorio sulla luce polarizzata che è di quindici volte superiore a quello del quarzo. Per confricazione il cinabro si elettrizza negativamente; la durezza varia fra 2 e 21/2 e il peso specifico da 8 a 8,2. Il cinabro, arroventato sul carbone, volatilizza completamente; riscaldato da solo nel tubo chiuso, si sublima trasformandosi in solfuro nero o metacinnabarite; se invece è misto a carbonato sodico, dà, sulle pareti fredde del tubo, delle goccioline di mercurio. Nel tubo aperto, oltre al deposito di mercurio, si ha svolgimento di anidride solforosa.

Mentre i giacimenti cinabriferi si trovano nelle rocce più diverse per natura e per età, il cinabro, in piccola misura, si forma anche attualmente deponendosi da emanazioni solfatariane e da sorgenti termali, come in quelle di Sulphur Bank in California e di Steamboat Springs nel Nevada. In molti luoghi sono ancora in atto le ultime manifestazioni dei fenomeni post-vulcanici ai quali i giacimenti cinabriferi debbono la loro origine. Ciò si verifica in modo particolare nella regione del Monte Amiata, dove numerose putizze e alcune sorgenti d'acque termali si allineano in corrispondenza delle fratture attraverso le quali dovettero in passato svilupparsi le venute cinabrifere, come ne farebbero fede i ricchi giacimenti che lungo di esse si trovano.

Il cinabro è un minerale abbastanza diffuso, ma rari ne sono invece i giacimenti di vera importanza sì da potere essere coltivati per ricavarne il mercurio (v.). Le miniere più importanti sono quelle italiane del Monte Amiata e di Idria e quelle spagnuole di Almadén (Nuova Castiglia); per quelle cinesi v. cina, p. 279.

I giacimenti della regione Amiatina si estendono su di una superficie di 1900 kmq., nelle provincie di Siena e di Grosseto e sono in rapporto con le rocce vulcaniche (trachite) che formano la massa del M. Amiata; il cinabro si trova specialmente disseminato, ed anche concentrato, in alcune zone delle rocce sedimentarie che sono in relazione con essa, non mai trovandosi in quantità economicamente sfruttabili nella stessa trachite, in cui non forma che delle sfumature e delle rarissime masserelle.

Se ne hanno dei giacimenti in rocce del Retico, del Lias, dell'Eocene e del Pliocene, mentre noduletti di cinabro si trovano anche sparsi fra rocce clastiche recenti. La venuta metallifera che diede luogo ai giacimenti di cinabro del Monte Amiata fu posteriore agli ultimi sedimenti del Pliocene, come si vede nella miniera di Cerreto Piano, dove sabbie e fossili pliocenici sono impregnati dal solfuro di mercurio. Il tenore medio in mercurio è del 0,50, sino al 2% nelle miniere più ricche.

Le miniere più importanti del M. Amiata sono quelle di Abbadia S. Salvatore, del Siele, Solforate Rosselli, Cornacchino, Cortevecchia, Morone, Montebuono, Monte Labbro, Bagni di S. Filippo o Pietrinieri, e numerosissimi sono i punti nei quali furono intraprese ricerche minerarie o si hanno manifestazioni mercurifere di secondaria importanza o insufficientemente studiate.

Il cinabro, a cui assai di rado si accompagnano il mercurio nativo e il solfuro nero, o metacinnabarite, in queste miniere è spesso associato a pirite e qualche volta ai solfuri di arsenico (realgar ed orpimento) e di antimonio (antimonite). Le ganghe predominanti sono il calcare e l'argilla; spesso però si trovano anche l'arenaria, il quarzo, la resinite e, quale prodotto della persistente azione solfatariana sui calcari, il gesso. Mentre in condizioni geologiche del tutto simili a quelle del Monte Amiata è il giacimento cinabrifero delle Allumiere della Tolfa (miniera del Castagneto), diversamente si presenta quello d'Idria, dove il cinabro si trova in formazioni che vanno dal Carbonico all'Eocene, formazioni tutte fortemente dislocate, attraverso le quali si sviluppò la venuta mercuriale accompagnata da forti emanazioni di idrocarburi, venuta che fu messa in rapporto con l'esistenza di rocce porfiriche affioranti presso Cercina, a nord di Idria.

Nella miniera d'Idria si dànno ai minerali cinabriferi diversi nomi a seconda del loro modo di presentarsi. Oltre al cinabro epatico o Lebererz, si hanno il minerale acciaio o Stahlerz, pure assai ricco e dai riflessi metallici, il minerale mattone o Kiegelerz, dal colore rosso ceralacca, e il minerale corallo o Korallenerz, di colore rosso bruno, quasi nero, che è un calcare dolomitico ricco di fossili impregnati di cinabro e che contiene dall'8 al 10% di mercurio e circa il 50% di fosfato di calcio.

Tutti questi sono minerali ricchi e ormai piuttosto rari, i minerali più comuni essendo dati da calcare dolomitico, scisti e altre rocce debolmente mineralizzate.

A Idria, oltre al cinabro, si trovò anticamente, presso gli affioramenti, il mercurio nativo, racchiuso in scisti carboniosi detti scisti argentini, che condussero alla scoperta del giacimento.

Fra i minerali che accompagnano il cinabro nella miniera di Idria, oltre al mercurio nativo e alla metacinnabarite, ora assai rari, e alla idrialite, si trovano la pirite, la calcite, il quarzo e la siderite. Questi ultimi due minerali sono però poco frequenti. Fra quelli di neoformazione sono comuni il gesso, il solfato di magnesio (epsomite) e di ferro (melanterite ecc.). Il tenore medio in mercurio del minerale di Idria è di circa l'8%.

Il giacimento di Almadén in Spagna si trova in rocce paleozoiche (Silurico e Devonico) e si ritiene abbia tratto la sua origine da sorgenti idrotermali geyseriane alle quali sarebbero anche dovuti dei potenti banchi di quarzite che vi si trovano intercalati fra le colonne di arenaria cinabrifera ivi coltivate. Esso è il giacimento più ricco di cinabro che si conosca, poiché il tenore medio del minerale supera l'8%, e presenta frequenti zone con tenori dall'8 al 20%. (V. tav. a colori). A. Pe.

Applicazioni come colorante. - Sotto il nome di cinabro, vermiglione, rosso cinese, il solfuro di mercurio è pure utilizzato come colorante. Per questo uso si produce anche artificialmente sia per sublimazione, sia per via umida, facendo agire sul mercurio o sui suoi sali lo zolfo o un solfuro alcalino. Si ottiene così un bellissimo colore rosso vivo che può variare dall'aranciato al violaceo, molto pesante, con fortissimo potere ricoprente. Lo fabbricavano gli antichi Cinesi e nel Medioevo gli Olandesi. Attualmente lo si produce anche in Italia col mercurio che si estrae nel Monte Amiata. È usato nella pittura ad olio, specialmente artistica.

Il cinabro d'antimonio è un solfuro d'antimonio ottenuto per precipitazione; ha una bella tinta rosso vivo, ma è colore quasi abbandonato. Per il cinabro imitazione v. lacche.

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