WOLFF, Christian

Enciclopedia Italiana (1937)

WOLFF (o Wolf), Christian

Delio Cantimori

Filosofo dell'illuminismo tedesco, nato il 24 gennaio 1679 a Breslavia, morto il 9 aprile 1754 a Halle. Discepolo del Leibniz, che aveva conosciuto a Lipsia, dove nel 1703 si addottorò, venne nominato su proposta di quello professore a Halle, nel 1706. Le invidie di colleghi e l'avversione dei circoli pietistici contro il suo razionalismo lo fecero deporre ed espellere dalla Prussia nel 1723. Dal 1723 al 1741 insegnò a Marburgo. Nel 1740 Federico II, appena salito al trono, lo fece richiamare a Halle, dove il W. rimase fino alla morte, divenendovi cancelliere dell'università e consigliere segreto di Prussia.

La filosofia del W. ebbe larghissima diffusione in Germania (e anche in Italia), perché corrispondeva all'esigenza del tempo, fornendo una preparazione alle principali idee dell'illuminismo tedesco, e soprattutto ai suoi motivi di filosofia morale, pratica. Kant celebra lo "spirito di coscienziosità" che gli scritti del W. avrebbero contribuito a creare in Germania, tanto per l'esattezza delle formulazioni, per cui il W. è stato il creatore della terminologia filosofica tedesca, quanto per la minuziosa ricchezza di particolari nelle trattazioni. Famose invece le espressioni ironiche del Hegel a proposito di quelle minuzie e della ingenuità delle spiegazioni razionali che il W. intese dare di ogni fatto e di ogni fenomeno, anche di secondarissima importanza filosofica. Famosa anche la satira di questa filosofia offerta dal Voltaire nel suo Candide.

Per molto tempo il W. è stato considerato come discepolo, prosecutore, sistematore e, in certo senso, divulgatore del pensiero leibniziano: ora si riconosce che egli ha lasciato da parte il più caratteristico della metafisica del Leibniz, la teoria delle monadi; ma si attribuisce maggiore importanza alle sue dottrine etiche e al suo atteggiamento razionalistico che alle sue dottrine metafisiche e speculative per sé prese. Infatti, col suo concetto della filosofia come "scienza di tutte le cose, del modo e della ragione della loro possibilità", il W. ha dato un sistema filosofico a carattere enciclopedico ed eclettico, fondato sulla grande tradizione dei metafisici o filosofi "deduttivi" o "dogmatici" del Seicento, e culminante in un teismo fondato sulla dimostrazione "cosmologica" dell'esistenza di Dio. Anche nella trattazione della filosofia "pratica" o "morale" segue la tradizione della rinnovata scolastica aristotelica, come era fiorita nel mondo delle università luterane; mentre nella "teologia naturale'' o filosofica ch'egli contrappone alla rivelata, il W. segue il Leibniz. Più che queste dottrine, hanno avuto importanza le esigenze poste e sostenute dal W., che la filosofia debba avere utilità pratica, e che quindi debba essere chiara e precisa. Così pure l'illuministica dottrina wolffiana dello stato, concepito come stato di polizia, organizzato allo scopo di procurar la maggior felicità possibile al singolo, non ha originalità, ma va ricordata per l'influenza esercitata dal W. su Federico II di Prussia. Il bene dello stato (concepito contrattualisticamente, come tutta la morale) è l'unica legge alla quale deve sottostare il sovrano, che altrimenti, come despota illuminato, ha poteri assoluti. La filosofia wolffiana continua in parte, e in parte sostituisce e rinnova, la filosofia tradizionale delle università tedesche, formando una nuova "scolastica" che tenne il campo fino alla rivoluzione filosofica kantiana, la quale scosse gli animi dal "sonno dogmatico" del razionalismo wolffiano, tutto fondato sul metodo deduttivo e privo di ogni valutazione positiva dell'esperienza, e di ogni altro aspetto della vita dello spirito, al di fuori dell'intelletto astratto.

Il W. ha scritto in tedesco e in latino; ma i suoi scritti tedeschi sono più importanti di quelli latini, perché, più brevi e perspicui, ebbero molto maggiore efflcacia. Sono: Vernünftige Gedanken von den Kräften des menschlichen Verstandes, ecc. (Halle 1712; 9ª ediz., 1738); Vernünftige Gedanken von Gott, ecc. (Francoforte e Lipsia 1719; 5ª ed., 1732); Vernünftige Gedanken von der Menschen Tun und Lassen (Halle 1720); Vernünftige Gedanken vondem gesellschaftlichen Leben der Menschen (Halle 1723; 5ª ed., 1740), che comprendono la logica, la metafisica, la morale, e la politica. Altri comprendono la fisica, la teleologia e la fisiologia. Gli scritti latini comprendono 23 volumi in quarto, che hanno avuto anch'essi molte edizioni.

Bibl.: G. C. Ludovici, Ausfürliches Entwurf einer vollständigen Historie der wolffschen Philosohpie, Lipsia 1736-37, voll. 3; F. W. Kluge, Chr. v. W., Breslavia 1831; J. Baumann, Wolffsche Begriffbestimmungen, Lipsia 1910.