Boltanski, Christian

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Artista concettuale francese (Parigi 1944 - ivi 2021). Dopo aver sperimentato, da autodidatta, la pittura, con il cortometraggio La vie impossible de Christian Boltanski (1968) ha iniziato un percorso di ricerca che ha come motivo centrale la memoria, personale e collettiva. Combinando frammenti di realtà e immaginazione, attraverso l'uso e l'accumulo di materiali e oggetti diversi e, soprattutto, di fotografie, ha elaborato assemblages e installazioni. Alle opere degli anni Settanta (Vitrines de référence; Boîtes de biscuits; Tiroirs; L'album de photographies de la famille D. entre 1939 et 1954; ecc.) hanno fatto seguito installazioni che si propongono con sempre maggiore intensità come mute testimonianze di esistenze passate, presenze-assenze, tracce (reali, manipolate o false) di una memoria che l'osservatore ripercorre e interpreta. Archives, Monuments, Réserves presentano, ogni volta con varianti e adattamenti particolari al luogo che li ospita, fotografie che si combinano con scatole impilate a formare stele, muri illuminati da lampade, mucchi di abiti sparsi sul pavimento o appesi a pareti: Lezioni di tenebre (5 Monumenti), nelle Prigioni di Venezia (Biennale 1986); Les archives, a Documenta 8 di Kassel (1987); Archives de Christian Boltanski (1965-1988), nel Musée national d'art moderne di Parigi (1989); Réserves: La fête de Pourim, nel Museum für Gegenwartskunst di Basilea (1989); Réserve - Lac des morts, nel Museo di arte contemporanea di Nagoya (1990); Lost: New York projects, nel Grand central terminal di Manhattan (1995); l'installazione creata a Palermo (2000) nel Palazzo Branciforte, ex Monte di pietà Santa Rosalia; Sombras (2002) al Museo de Santa Rosa di Puebla in Messico.

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