CHIO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)

Vedi CHIO dell'anno: 1959 - 1973 - 1994

CHIO

G. Bermond
Montanari
E. Lissi
G. Bermond Montanari
E. Lissi

Isola del Mare Egeo, separata dall'Asia Minore da uno stretto. La parte N, montagnosa, raggiunge l'altezza di 1260 m. La parte S è molto ridente. Si ritiene che anticamente fosse abitata da Lelegi, Pelasgi, Carii. Fu ritenuta patria di Omero, eponimo di una locale scuola di aedi. La capitale, omonima dell'isola, fu centro di varie industrie e, per la fertilità dell'isola stessa, era stimata una delle città più ricche della Grecia. La preminenza commerciale di Ch. è attestata dai suoi primi conî di stateri d'argento con una sfinge come emblema, le cui prime emissioni sono del tardo VII sec., inizio VI sec. a. C. Politicamente, sappiamo che alla fine del VII sec. a. C. aveva un regime democratico. Le ricerche archeologiche hanno dato diverso materiale, conservato nel piccolo museo della città: molte ceramiche, che comprendono un'importante collezione di vasellame e diverse sculture. Importanti scavi nel santuario di Kato Phana hanno dato resti architettonici e oggetti vari databili fra il VII e il V sec. a. C. Scavi recenti hanno messo in luce una necropoli del VI sec. a. C.

Plinio (Nat. hist., xxxvi, ii) ci tramanda una genealogia di artisti di Ch.: Melas, Mikkiades, Archermos (nipote di Melas) padre di Boupalos e Athenis. Ricordato dalle fonti antiche è Glaukos di Ch., toreuta e scultore di metalli, famoso come autore di un cratere argenteo dedicato a Delfi da Aliatte II di Lidia, verso la fine del VII sec. a. C.

Gli scavi inglesi hanno permesso di attribuire a Ch. una fabbrica di ceramica, prima creduta di Naucrati, caratteristica per una decorazione nera e policroma su fondo bianco. I prodotti di tale scuola, che ebbe il massimo fiorire verso la fine del VII sec. a. C., furono esportati in tutto il Mediterraneo.

(G. Bermond - Montanari*)

Ad Emporio, sulla costa S dell'isola, la Scuola Britannica ha condotto varie campagne di scavo, mettendo in luce presso l'acropoli uno stanziamento della prima Età dd Bronzo, che venne distrutto dal fuoco. In periodo posteriore all'incendio venne costruita una terrazza contenuta da un muro di massi, dello spessore di cinque metri. Sopra la terrazza si scoprirono i resti di una fortezza di tardo periodo romano la quale fu distrutta durante l'invasione araba intorno al 665 d. C.

Un misero abitato fu costruito nella stessa zona ed ebbe vita fino al IX sec.

Sotto il pavimento della fortezza romana vennero in luce case della tarda Età del Bronzo con ceramica di tipo miceneo e, sotto queste, strati della media e della prima Età del Bronzo. Tra i vari oggetti rinvenuti molto interessante una forma in steatite per farfalle ornamentali.

Non lontano fu esplorata la prima basilica cristiana, con abside e navate laterali. Il pavimento delle navate e del nartece è a mosaico. Essa fu costruita intorno alla metà del VI sec. d. C., con pietre di un tempio di periodo classico (V sec. a. C.), le cui fondazioni vennero in luce presso l'abside della basilica. Alcuni frammenti più antichi indicano l'esistenza di un tempio più arcaico nella stessa area (VI sec. a. C.) A quest'ultimo devono appartenere una base con iscrizione di una statua dedicata da uno schiavo liberato (tardo VI sec.) ed un deposito contenente tra il resto, un calice con un'importante iscrizione ricordante il nome del fabbricante.

Tra le fondazioni del tempio ed il mare sono stati messi in luce quauro muri di sostegno: il più antico, che è vicino al tempio, è del VII sec. a. C., il più recente, vicino al mare, è del terzo venticinquennio del VI sec. a. C. Una larga scala, partendo dal secondo muro arrivava fino alla terrazza. Nei pressi erano depositi di ceramica e di offerte votive dell'VIII-VI sec. a. C.

Alle pendici del monte del Profeta Elia, a N di Emporio, sono state messe in luce le rovine di una città di periodo classico. Visibili i resti di un tempio (m 6 × 10), orientato, ed a pochi metri da esso i resti di un bòthros. Il tempio fu costruito nel VI sec. a. C., ma fu rinvenuto un deposito votivo assai vicino, contenente interessanti statuette fittili e vasi databili intorno al VII sec. a. C.; il tempio fu probabilmente distrutto da un terremoto ma, in seguito, ricostruito. Tra il materiale ritrovato notevoli alcuni vasi chioti di un tipo non ancora noto, due statuette lapidee di kòrai del VI sec. a. G., opera di artisti locali, e nove piccole protomi bronzee di grifi. Nella zona venne in luce anche un ampio mègaron con cortile colonnato, evidentemente il palazzo del governatore del luogo, ed inoltre delle case private, che furono abitate fino alla fine del periodo arcaico ed abbandonate probabilmente dopo la conquista persiana della Ionia.

A Pindakas, nuovo Emporio, fu esplorato un abitato del periodo classico ed ellenistico, clie deve essere probabilmente la continuazione della città arcaica della montagna.

A Delphinion, nella parte N di Ch., venne individuato il sito della base militare stabilita dagli Ateniesi durante la guerra del Peloponneso (412), rinvenendo parte del circuito delle mura con torri.

(E. Lissi)

Bibl.: M. Fustel de Coulanges, Mémoires sur l'ïle de Chio, in Archives des missions scientifiques, V, Parigi 1856; H. F. Tozer, The Islnds of the Aegean, Oxford 1890, pp. 139-156; E. Busolt, Griechische Geschichte, I2, Gotha 1893, p. 313; G. Gilbert, Griechische Staatsaltertümer, II, Lipsia 1885, p. 115; B. V. Head, Historia Numorum2, Oxford 1911, p. 599; K. Regling, Antike Münze als Kunstwerk, Berlino 1924, tav. I, n. 22; A. Baldwin, in American Journal Numismatic, XLVIII, 1914, p. i ss.; Escher, in Pauly-Wissowa, III, 1899, cc. 2286-2301, s. v. Chios; H. Price, in Journ. Hell. Stud., XLIV, 1924, p. 180 ss.; E. Buschor, Griechische Vasen, Monaco 1940, p. 53; Arch. Anz., 1930, p. 144; 1934, p. 186; 1935, p. 238; 1938, p. 579; D. W. S. Hunt, An Archaeological Survey of the Classical Antiquities of the Island of Chios carried out between the Month of March and July, 1938, in Annual of British School at Athens, XLI, 1940-5, pubblicato 1946, pp. 29-52; G. M. A. Richter, Archaic Greek Art, New York 1949, p. 45 ss.; M. Hanfmann, Ionia Leader or Follower?, in Harvard Studies in Classical Philology, Cambridge (Mas.), 1953, LXI, pp. 1-37; Fasti Arch., VII, 1952, n. 1448; VIII, 1953, n. 1617; IX, 1956, n. 2022; Bull. Corr. Hell., LXXIX, 1955, p. 286 ss.; LXXX, 1956, pp. 326-328.

(G. Bermond Montanari - E. Lissi)