CHIMAY, Marie-Joseph de Riquet, conte di Caraman, poi principe di Caraman e di Chimay

Enciclopedia Italiana (1931)

CHIMAY, Marie-Joseph de Riquet, conte di Caraman, poi principe di Caraman e di Chimay

Manfredi Gravina

Diplomatico belga, nato a Ménars il 9 ottobre 1836, morto a Bruxelles il 29 marzo 1892. Entrato al servizio diplomatico nel 1855, fu destinato successivamente a Parigi (1862), Pietroburgo (1864), Berna (1867). Quando le elezioni del 1870 portarono al potere il partito cattolico, il C. ottenne la nomina a governatore dell'Hainaut, e nel 1877 a ministro residente. Ma l'avvento del partito liberale (1878) lo indusse a ritirarsi a vita privata, fino a che non fu eletto al parlamento dagli elettori di Philippeville (1882). Col ritorno dei cattolici al governo, il C. fu chiamato a reggere il Ministero per gli affari esteri (1884), e rimase in tale carica sino alla morte. Notevole la sua attività, rivolta a ristabilire rapporti normali col Vaticano, a ottenere il riconoscimento internazionale dello Stato indipendente del Congo alla conferenza antischiavista di Bruxelles (1889), a promuovere accordi internazionali per le ferrovie e i marchi di fabbrica. Toccò parimenti a lui di affrontare la delicata questione delle fortificazioni della Mosa, suscitando la vivace campagna condotta soprattutto da Juliette Adam, e culminata nelle accuse formulate sotto il titolo: La Belgique vendue à l'Allemagne. Soltanto con la rivelazione di documenti segreti fatta nel dopoguerra, la lealtà politica del principe di C. fu messa in piena luce.

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