CHILOPODI

Enciclopedia Italiana (1931)

CHILOPODI (dal gr. "labbro" e πούς "piede"; latino scient. Chilopoda)

Filippo Silvestri

I Chilopodi, chiamati volgarmente Centopiedi, sono Artropodi terrestri che hanno il corpo allungato, più o meno depresso e distinto in capo e tronco.

Morfologia esterna. - Il capo, fornito o no di occhi e d'un organo di senso detto (dal nome dello scopritore) di Tömösvary, ha sempre un paio di antenne e tre paia di appendici boccali: mandibole, mascelle del primo e del secondo paio (fig.1, B).

Gli occhi mancano del tutto nell'intero sottordine dei Geophiloidea e nella sottofamiglia dei Cryptopinae, mentre esistono negli altri salvo poche specie ipogee. Essi sono di due tipi: a) occhi semplici; b) occhi pseudofaccettati. I primi sono proprî dei Lithooioidea e degli Scolopendroidea e i secondi degli Scutigeridae. Gli occhi semplici sono situati sempre ai lati del capo e sono costitniti di uno o più elementi avvicinati e visibili ciascuno all'esterno con una cornea rotondeggiante un poco convessa. L'organo di Tömösvary, che è stato finora trovato ben sviluppato solo negli adulti dei Lithobioidea, ha la forma di una fossetta a contorno circolare situata presso il margine infero-anteriore degli occhi.

Le antenne sono formate d'un numero di articoli variabile da 14 a oltre 60 senza comprendere in tale numero le divisioni secondarie (articolini) degli Scutigeridae; tale numero è costante nei Geophilidae (14), nei Cryptopinae (17), variabile tra 17 e 34 negli otostigminae e Scolopendrinae, molto più variabile nei Lithobiidae. Esse, inserite ai lati anteriori della fronte, sono più o meno attenuate e fornite di peli e sensilli varî secondo le famiglie e le specie.

Il labbro è una piccola lamina transversa intera o divisa in una parte mediana e due laterali, situata al margine ventrale posteriore del clipeo e di regola variamente dentata.

Le mandibole sono piccole, in forma di una lamina allungata con la base stretta, la faccia esterna convessa, l'interna leggermente concava, il margine libero, distale, un po' allargato e pettinato o anche fornito di una o più lamine dentate; le mascelle del primo paio sono costituite d'uno sternite ridotto o fuso con le subcoxae, che sono allargate, laminari e ciascuna portante un palpo brevissimo, nella maggior parte delle forme biarticulato, prolungato all'angolo interno in un processo triangolare più o meno sviluppato; subcoxa e primo articolo del palpo possono avere esternamente brevi processi inarticolati; mascelle del secondo paio come quelle del primo con sterno ridotto o fuso con le subcoxe, che possono essere fuse fra di loro o distinte, con un breve palpo di 4 0 5 articoli.

Il tronco è composto di un numero di segmenti variabile da 18 ad oltre 170, dei quali il primo ha le appendici dirette sotto il capo e trasformate in piedi mascellari, l'ultimo corrisponde al segmento anale, preceduto da un segmento genitale (derivato, almeno nel genere Scolopendra, da due segmenti embrionali); tutti gli altri segmenti hanno ciascuno un paio di appendici, che nel segmento pregenitale sono variamente conformate, dirette indietro, e aventi funzione di difesa o tattile, mentre in tutti gli altri segmenti sono zampe ambulatorie.

Ciascun segmento del tronco ha di regola un tergite e uno sternite, ma nel genere Craterostigmus al 4°, 6°, 8°, 11° e 13° segmento ogni tergite ha un pretergite ben sviluppato mentre gli sterniti sono interi, come interi sono anche tutti gli altri tergiti; neglï Scutigeridae invece i tergiti dei segmenti del tronco 1°, 3°, 5°, 7°, 9°, 10°, 12°, 14° diventano rudimentali, prendendo un grande sviluppo i tergiti 2°, 4°, 6°, 8°, 11°, 13°, e gli sterniti sono tutti bene sviluppati. Fra tergiti e sterniti possono svilupparsi paratergiti e parasterniti (detti gli uni e gli altri impropriamente anche pleure) in modo variabile secondo le famiglie e anche i generi. In molti Geophilidae tutti gli sterniti o parte di essi sono forniti di ghiandole con sbocchi in forma di piccoli pori circolari disposti in aree circolari o in altra forma. La fosforescenza, che presentano individui di qualche specie dei Geophilidae, è attribuita al secreto di tali ghiandole ventrali, ma la cosa merita di essere ancora studiata più profondamente per escludere la presenza di batterî.

I piedi mascellari, che sono, come si è detto, le zampe del primo segmento del tronco trasformate in organi prensorî, hanno di regola 4 articoli, dei quali l'ultimo è unguiforme e porta presso l'apice un'apertura microscopica, attraverso la quale sgorga il secreto di una ghiandola velenosa più o meno sviluppata in tutti i Chilopodi.

Essi afferrano la preda con i piedi mascellari, la paralizzano anche col veleno che nello stesso tempo fanno uscire attraverso l'apice degli stessi comprimendo l'apposita ghiandola; dei piedi mascellari e del loro veleno si servono anche per difendersi (per la natura del veleno di tale specie, che può mordere anche l'uomo, v. scolopendra).

Le zampe ambulatorie sono formate tipicamente in tutti i Chilopodi di sette articoli compreso l'ultimo unguiforme, ma in alcuni generi il penultimo articolo (tarso) può essere diviso in due articoli, e in alcuni Henicopidae e negli Scutigeridae in anelli secondarî detti articolini.

Nei Lithobiidae di regola le ultime quattro paia di zampe hanno sulla faccia inferiore del primo articolo lo sbocco di ghiandole sotto forma di pori circolari o ovali in numero variabile secondo le specie.

Le zampe dell'ultimo paio, trasformate da ambulatorie in organi di difesa o di senso tattile, sono molto variamente sviluppate e conformate; possono conservare o perdere l'ultimo articolo unguiforme e possono anche terminare con un flagello pluriarticolato antenniforme (Newportia). Nei Geophilidae l'articolo basale è fornito di pori ghiandolari di forma e numero variabile e in alcuni Lithobiidae uno o più articoli, dal 3° in poi, possono avere anche numerosi pori microscopici di ghiandole unicellulari, come gli articoli del paio di zampe precedente.

Il segmento anale, formato di una lamina sopranale e due subanali, può essere fornito di due ghiandole, che sboccano ciascuna con un foro, detto anale.

Anatomia. - Il sistema nervoso è composto d'un ganglio cefalico, un ganglio sottoesofageo e una catena ganglionare ventrale con tanti ganglî quanti sono i segmenti del tronco (figg.1, A e 2, B).

L'intestino dei Chilopodi, si estende come un tubo semplice diritto, o alquanto ripiegato ad ansa nella sola parte posteriore, dall'apertura boccale all'anale, diviso nelle tre regioni anteriore, media e posteriore che hanno fra di loro un vario rapporto in lunghezza; ma l'intestino medio è sempre più sviluppato, in lunghezza e in larghezza, delle altre regioni (fig. 2, A).

Nella cavità boccale trovano sbocco uno o più paia (fino a quattro) di ghiandole salivari e dove comincia l'intestino posteriore due tubi malpighiani, che sono più o meno lunghi.

I Chilopodi respirano per trachee che nei Geophiloidea comunicano con l'esterno con tante paia di stigmi quanti sono i segmenti ambulatorî del tronco e in altri con un numero di stigmi minore di quelli dei segmenti del tronco; eccettuati gli Scutigeridae che hanno stigmi mediani dorsali posteriori, tutti gli altri Chilopodi hanno stigmi laterali, dai quali partono trachee tubulari che si dirigono nell'interno del corpo anastomizzandosi longitudinalmente e trasversalmente in vario modo; gli Scutigeridae invece hanno le trachee in forma di folto ciuffo pluriramificato, limitato da una camera peristigmatica.

Il sistema circolatorio è formato tipicamente nei Chilopodi da un vaso dorsale e da un vaso ventrale riuniti da un vaso anteriore o da più vasi laterali: il vaso dorsale funziona da cuore ed è formato di regola da tante camere, fornite di altrettanti ostioli, corrispondenti alla metameria del tronco. Il sangue è costituito di un plasma per lo più incoloro e di amebociti grandi e piccoli.

Oltre ai tubi malpighiani, nei Chilopodi è stata riconosciuta una funzione escretrice nelle cellule dette a carminato, nei corpuscoli di Kovalevskij ed anche nel tessuto adiposo e negli amebociti.

I Chilopodi sono tutti a sessi separati: tanto l'apertura genitale femminile quanto la maschile si trova nella parte posteriore ventrale del tronco sul segmento detto genitale (fig. 2, A).

Gl'individui dei due sessi (tolti i caratteri del segmento genitale) sono in molte specie simili per i loro caratteri esterni; in altre presentano caratteri sessuali secondarî, specialmente sulle zampe del segmento pregenitale. La fecondazione delle femmine è preceduta da accoppiamento.

Sviluppo ed ecologia. - Tutti i Chilopodi sono ovipari e la femmina in molti di essi (Scolopendridae, Geophilidae) custodisce le uova, e anche le larve giovanissime, piegandovisi sopra ad arco. Le uova sono relativamente grandi, ricche di tuorlo: da esse esce la larva fornita già di tutti i segmenti e appendici come l'adulto (Scolopendroidea, Geophiloidea), oppure una larva con un numero di segmenti minori dell'adulto (Scutigeroidea, Lithobioidea), la quale attraverso varie mute acquista i caratteri definitivi.

I Chilopodi vivono sotto le pietre, sotto i tronchi d'alberi caduti al suolo, sotto detriti vegetali, nell'humus a profondità varie, sotto i muschî e le cortecce degli alberi, poche specie sono alofile, alcune cavernicole e alcune frequentano anche le case (Scutigera, fig. 3). Sono tutti più o meno lucifugi e quelli appartenenti agli Scutigeridae e ai Lithobioidea buoni corridori.

Essi conducono sempre vita libera e si cibano predando altri artropodi e altri piccoli animali terrestri.

La loro azione nell'economia naturale non è stata messa in speciale evidenza in nessun caso.

I Chilopodi sono spesso parassitati da varî Protozoi e sono divenuti classici per lo studio di qualche specie (Eimeria Schubergi in Lithobius, Gregarine in Scolopendra); sono attaccati inoltre da Nematodi e da qualche Dittero (Discochaeta), per quanto con certezza si conosce.

Considerando i Chilopodi come una sottoclasse dei Miriapodi, crediamo che debbano dividersi nel modo seguente:

L'unica famiglia che abbia un'area di diffusione ristretta, per quanto finora sappiamo, è quella dei Craterostigmatidae con una specie nella Tasmania e nella Nuova Zelanda. Le altre famiglie hanno rappresentanti in tutte le regioni del globo con generi e specie variamente distribuite, in numero di circa 1800, finora note, comprese le varietà. Non entrando nei particolari della distribuzione dei generi e delle specie si può dire che i Lithobiidae sono più numerosi nella regione temperata paleartica e neartica, gli Scolopendridae nelle regioni tropicali e i Geophilidae hanno centri di forte diffusione nelle regioni temperate e anche in alcune tropicali, come l'Africa occidentale, l'America Centrale e il Messico (comprese le zone temperate di questo).

Chilopodi fossili si conoscono soltanto dell'epoca terziaria e precisamente dell'Oligocene inferiore con specie di Scutigera, Lithobius, Geophilus e Scolopendra dell'ambra del Baltico (v. geofilo; litobio; scolopendra; scutigera).

Bibl.: C. Attems, Chilopoda, in Kükenthal e Krumbach, Handbuch der Zoologie, Berlino-Lipsia 1926; Idem., Geophilomorpha e Scolopendromorpha, in Das Tierreich, dispensa 52ª e 54ª, Berlino 1929; A. Berlese, Acari, Myriopoda et Scorpiones hucusque in Italia reperta, Pavia 1882-1902.

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Caratteri sessuali secondarî

Sistema circolatorio

Africa occidentale

Ghiandole salivari

Tessuto adiposo