CHICH' EN ITZÁ

Enciclopedia Italiana (1931)

CHICH' EN ITZÁ (nella lingua maya "la bocca del pozzo degli Itzá")

Guido Valeriano Callegari

Antica capitale degli Itzá, potente tribù dei Maya precolombiani, fondata, secondo i libri di Chilan Balam, nel sec. IV d. C.

Le grandiose rovine distano 141 km. da Mérida, odierna capitale dello Yucatán. Gli edifici oggi esistenti alcuni dei quali sono ancora in discrete condizioni (scavi e restauri furono affidati dal governo messicano alla Carnegie Institution di Washington), sono in gruppi isolati e costruiti in epoche diverse, e mostrano le originali caratteristiche dello stile maya, visibili nelle colonie ofimorfiche, nella trabeazione, nei tetti, nella complicata decorazione ove si fondono tutti gli elementi, dalle greche in musaico a rilievo, ai grotteschi mascheroni, dai serpenti agli elementi floreali. S'aggiunga a ciò la decorazione pittorica, riproducente, con arte primitiva ma ingenuamente espressiva, interessanti particolari della mitologia, della vita, dei costumi di quelle tribù.

Gli edifici più notevoli sono: quello delle "sacerdotesse", sopra un terrapieno artificiale di 35 m. di lato; il complesso di quelli che costituiscono il "gioco della pelota", fra i quali, ammirabili per espressione e grazia, il tempio dei "gerrieri", e la piramide del "castello", veramente monumentale con i suoi nove piani, con una base di 60 m. di lato, 24 d'altezza e le quattro larghe scale - una per faccia - di 91 gradini. Il "gioco della pelota" comprende un cortile di m. 90 × 30 e altri tempietti costruiti ai lati minori; in tutto, con questi, lo stadio non ha meno di 170 m. di lunghezza. S'aggiungano il "tempio delle tigri", opposto al gia ricordato dei guerrieri, il cosiddetto Caracol, ossia conchiglia, di forma cilindrica e terminante a tronco di cono, che può aver avuto ufficio di osservatorio astronomico, e infine la gloria maggiore di Chich' en Itzē, ossia il "tempio delle mille colonne" scoperto da pochi anni e parzialmente riedificato.

Altre rovine ancora inesplorate sono sparse nella vicina foresta e qualche altra, minore, presso le rive dei vasti e profondi bacini d'acqua - luoghi di particolare devozione - detti cenotes, che sono la caratteristica idrica di quella regione yucateca: ciò spiega appunto il fenomeno dell'esistenza d'una numerosa popolazione attorno ad essi, in una regione arida e di scarsa piovosità.

Bibl.: D. Charnay, Les anciennes villes du Nouveau Monde, Parigi 1884; W.H. Holmes, Archeol. Studies among the ancient Cities of Mexico, Chicago 1895-97; Rickards, the Ruins of Mexico, Londra 1910; E. Seler, Die Ruinen von Chich' en Itzá in Yucatan, in Verhandlungen des XVI. internationalen amerikanischen Kongress, Vienna 1909; Mariscal, Estudio arqueológico de las ruinas maas, Messico 1928.

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