CHESTER

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1993)

CHESTER

K. Watson

(lat. Deva; Cestre nei docc. medievali)

Città dell'Inghilterra meridionale e capoluogo della contea di Cheshire.La città sorge sul sito della romana Deva, capitale dei Cornavii, sede del comando della ventesima legione, strategicamente situata su uno sperone di arenaria che domina l'accesso al Galles settentrionale, in corrispondenza con l'ultimo punto ove era possibile attraversare il fiume Dee prima che si allargasse in un vasto estuario dotato di attrezzature portuali per flotte militari e commerciali. In seguito alla distruzione operata dai Sassoni, agli inizi del sec. 7°, C. venne ricostruita e nuovamente fortificata nel sec. 10° per divenire centro economico e amministrativo del regno di Mercia, che si estendeva da Wirral alle foreste di Macclesfield e da Mersey verso S fino a Comberton.Dopo aver opposto una forte resistenza alla conquista normanna, C. fu devastata dalle truppe di Guglielmo I il Conquistatore; in seguito lo stesso re la eresse a contea (1071) inserendola nel gruppo delle signorie del Marcher che fronteggiavano il Galles. Il primo signore effettivo della contea fu il nipote del re, Hugh Lupus di Avranches (1071-1101), uno fra i più potenti baroni anglonormanni, titolare di vasti possedimenti in Inghilterra e in Normandia. I suoi successori, specialmente Ranulfo II (1129-1153) e Ranulfo III (1181-1232), conservarono l'indipendenza e la privilegiata posizione della famiglia.Utilizzata come base delle truppe inglesi nelle campagne contro i Gallesi, la contea di C. venne riunita nel 1237 alla Corona per mancanza di eredi maschi. Nel corso del Duecento C. accrebbe il suo ruolo di centro amministrativo ed economico della regione, nonché di sede di conventi e monasteri; per la prossimità con la frontiera del Galles divenne inoltre un centro strategico e militare, fattore che determinò l'esenzione da altri obblighi civili per i suoi cittadini.Le principali vestigia medievali sono costituite dalle mura della città, con i c.d. rows, dalla chiesa di St John Baptist, dalla cattedrale (fino al 1541 chiesa abbaziale) di St Werburgh con il suo complesso monastico, nonché da alcune parti del castello e del ponte sul Dee. L'organizzazione urbana di C. in età medievale riprende in larga misura l'impianto stradale romano. La cinta muraria (km. 3,2 di perimetro), costruita da Hugh Lupus alla fine del sec. 11° in arenaria rossa locale, insiste, almeno sui lati settentrionale e orientale, su fondamenta romane e rappresenta l'esempio di fortificazione medievale meglio conservato della Gran Bretagna. Fin dall'epoca della costruzione della cinta i cittadini di C. dovettero versare regolarmente il c.d. murage, la tassa per le mura destinata alla loro manutenzione. Le torri recano tracce di alterazioni successive e la Water Tower, che difendeva l'antico porto, è in gran parte del 14° secolo. I rows eretti nel sec. 13° rappresentano il monumento più caratteristico di C.: costituiti da gallerie sopraelevate con botteghe e abitazioni nella parte posteriore, sono innalzati su ambienti seminterrati (utilizzati come magazzini e negozi), scavati in parte sotto il piano stradale; le facciate, costruite con la tecnica a graticcio (halftimbered), hanno subìto profondi restauri nel corso del 19° secolo. Attualmente le mura si combinano con i rows formando un camminamento continuo sopraelevato rispetto al livello stradale.La chiesa parrocchiale di St John Baptist, fondata nel sec. 7° appena fuori le mura della città, venne ricostruita nel 1057; la chiesa ricoprì le funzioni di cattedrale dal 1075 al 1095, in ossequio alla politica di Guglielmo I di innalzare a vescovadi i centri abitati popolosi e di importanza strategica, per riprendere poi lo status di collegiata. Edificata in arenaria rossa, la chiesa conserva: la navata normanna, ridimensionata nel sec. 16°; il presbiterio e il transetto, con massicci pilastri circolari e capitelli a festoni (scalloped); un triforio del sec. 12°, in stile 'di transizione', con quattro archi a sesto acuto per campata e tre colonne inanellate per ogni pilastro; un cleristorio del sec. 13°, anch'esso con quattro archi per campata e due finestre.La cattedrale di C., che ha sempre costituito il fulcro religioso più importante della contea, sorge nel centro della città, sul sito di una chiesa fondata nel sec. 10° per ospitare le reliquie di s. Vereburga. Dal 1092 divenne la chiesa del monastero benedettino riformato da s. Anselmo con un abate e monaci provenienti da Bec (Normandia) per incarico di Hugh Lupus, che assegnò al monastero una ricca dotazione. La costruzione, anch'essa in arenaria rossa, più volte rimaneggiata nei secc. 13° e 14° e ancora verso il 1490, è stata restaurata nel corso del 19° secolo. Le originarie forme normanne si conservano solo nel transetto settentrionale, nel campanile di N-O, nella cripta, negli ambienti di passaggio, nelle decorazioni murarie e nei portali del chiostro. Il coro aveva gli stessi pilastri circolari con capitelli a festoni della chiesa di St John Baptist, absidi parallele e transetto con cappelle absidate. Cappelle a terminazione rettilinea sostituirono le absidi nei secc. 13° e 14°, quando vennero ricostruiti il coro (1300) e la navata (1350-1490).Sul lato orientale della chiesa rimane la Lady Chapel, costruita tra il 1260 e il 1280, che presenta chiavi di volta riccamente ornate. Gli edifici conventuali, posti sul lato settentrionale del chiostro, conservano integralmente la ricostruzione duecentesca. Il vestibolo della sala capitolare con volte nervate, degli inizi del sec. 13°, costituisce uno degli esempi più antichi con pilastri privi di capitelli. L'imponente refettorio normanno fu dotato verso il 1290 di finestre in decorated style e di un pulpito con colonne binate e una scala ad archi trilobati. Gli stalli del coro, del tardo sec. 14°, con alti baldacchini incurvati e decorati con motivi figurativi e floreali, rappresentano, insieme con quelli di Lincoln da cui derivano e con quelli della chiesa di St Mary di Nantwich, il capolavoro dell'intaglio medievale inglese in legno.Il castello di C. è stato parzialmente distrutto o inglobato in costruzioni successive; rimangono la torre c.d. di Agricola e il cortile più interno con la cappella di St Mary de Castro, quasi contemporanea alla sala capitolare di St Werburgh, con due campate coperte da volte quadripartite, sottili nervature e colonne con capitelli a foglie d'acqua.Il ponte sul Dee, del tardo sec. 14°, ingrandito nell'Ottocento, presenta ancora le originarie arcate modanate. Tra gli edifici di origine medievale di C. vanno ricordate infine la chiesa di St Peter at the Cross, fondata nel 907, che conserva materiali provenienti dall'antico pretorio romano, e quella di St Mary on the Hill, di fondazione normanna, con torre campanaria in decorated style.

Bibl.: G. Ormerod, The History of the County Palatine and City of Chester, 3 voll., London 1819; Transactions of the Historic Society of Lancashire and Cheshire, 1848ss.; Journal (Chester and North Wales Archaeological, Architectural and Historic Society), 3 voll., 1850-1885; J.H. Parker, The Mediaeval Architecture of Chester, Chester 1858; Transactions of Lancashire and Cheshire Antiquarian Society, 1883ss.; R.H. Morris, Chester in the Plantagenet and Tudor Reigns, Chester [1894]; B.C.A. Windle, Chester. A Historical and Topographical Account of the City, Chester 1903 (19702); The Domesday Survey of Cheshire, a cura di J. Tait (Chetham Society, n.s., 75), Edinburgh 1916; Chartulary or Register of the Abbey of St. Werbergh, Chester, a cura di J. Tait (Chetham Society, n.s., 79, 82), 2 voll., Manchester 1920-1923; H.J. Hewitt, Mediaeval Cheshire (Chetham Society, n.s., 88), Manchester 1929; G. Barraclough, The Earldom and County Palatine of Chester, Oxford 1953; R.V.H. Burnes, Chester Cathedral, London 1958; The Historical Atlas of Cheshire, a cura di D. Sylvester, G. Nulty, Chester 1958 (19662); R.V.H. Burnes, The Monks of Chester, London 1962; H.J. Hewitt, Cheshire under the Three Edwards (History of Cheshire, 5), Chester 1967; N. Pevsner, E. Hubbard, The Buildings of England, Cheshire, Harmondsworth 1971; B.M.C. Husain, Cheshire under the Norman Earls, Chester 1973; L. Dodi, L'urbanistica romana in Britannia, Milano 1974; G.W.O. Addershaw, Chester Cathedral, London 1975; B.T.N. Bennett, The Choir Stalls of Chester Cathedral, Chester s.d.K. Watson

CATEGORIE
TAG

Guglielmo i il conquistatore

Archi a sesto acuto

Regno di mercia

Sala capitolare

Gran bretagna