CHERSONESO

Enciclopedia Italiana (1931)

CHERSONESO

Michael ROSTOVTZEFF
Giovanni CORSO

. Il termine greco Χερσόνησος (lat. Chersoněsus), propriamente "penisola", fu usato a indicare alcune regioni e città, con l'aggiunta di particolari specificazioni toponomastiche.

Chersoneso Taurica.

Città greca della Crimea (in iscriz. Κερσόνας ἁ ποτὶ τᾷ Ταυρικᾷ, gli abitanti Χερσονασῖται οἱ ἐκ τοῦ Ποντου), corrispondente alla bizantina Cherson (presso l'odierna Sebastopoli; v.). Fu fondata nel sec. VI a. C., forse come fattoria ionica (la ceramica arcaica di Chersoneso è ionica); ma dal sec. V in poi, rifondata da Eraclea Pontica, fu città puramente dorica. Del sec. VI-V sappiamo poco. Il primo periodo di prosperità furono i secoli IV, III e parte del II. Chersoneso era padrona non solo della penisola Eraclea, divisa in lotti e coltivata a vigneti, ma anche delle ricche pianure sulla sponda O. della Crimea, fino a Eupatoria, che producevano grande quantità di grano. Relazioni commerciali congiungevano la città con Atene e con la sponda meridionale del Ponto, nell'epoca ellenistica con Delo, Rodi e Delfi. La politica estera di Chersoneso mirò a difendere il territorio e la città dai Tauri, abitanti le montagne della Crimea, e dagli Sciti, padroni delle pianure della parte settentrionale della Crimea, e ad assicurare l'indipendenza della città dai re Bosporani, grazie a relazioni con Panticapeo e con le città greche del Ponto, soprattutto Eraclea. La situazione dei Greci della Crimea diventò precaria nel sec. II a. C., quando gli Sciti, sotto la pressione dei Sarmati, si concentrarono nella Crimea e fondarono un regno forte e accentrato. Chersoneso si volse per protezione ai re pontici. Nel 179 a. C. era inclusa nel trattato tra Farnace I del Ponto ed Eumene II, negoziato dai Romani, e fece un trattato separato con Farnace. Quando Mitridate Eupatore fondò il suo regno pontico, per non divenire suddita degli Sciti Chersoneso dové rivolgersi a Mitridate, i cui generali Diofanto e Neottolemo conquistarono la Crimea e la sponda settentrionale del Mar Nero: Chersoneso diventò una delle città del regno pontico, dipendente da Panticapeo, e tale rimase dopo Mitridate. Nel 46 a. C., Chersoneso inviò un'ambasceria a Roma e ricevé da Cesare libertà e indipendenza. Dopo la morte di Cesare vi fu in Chersoneso un periodo di tirannia ed anarchia, finché Agrippa in nome di Augusto riorganizzò la Crimea. Nominalmente Chersoneso rimase libera, ma di fatto restò sotto la protezione dei re Bosporani, vassalli di Roma. I re Bosporani non erano abbastanza forti per assicurare agli eserciti romani dell'Oriente l'invio del grano della Russia meridionale. Per questo Nerone e i primi Flavî ritennero necessario mantenere navi e soldati in Crimea. Il centro naturale per questa occupazione militare era Chersoneso. Liberata da un assedio scita da Plauzio Silvano, Chersoneso probabilmente diventò sede d'una stazione militare romana, di cui peraltro si perde traccia, ai tempi di Domiziano e di Traiano. Sotto Adriano e Antonino era ridiventata fortezza romana. Per compensarla della perduta indipendenza e delle imposte che pagava ai soldati fu dichiarata città libera.

Nei secoli I e II d. C., Chersoneso, protetta da Roma ebbe di nuovo grande prosperità, ma col sec. III ricominciarono i tempi difficili. Infatti i barbari della Crimea, Sciti e Goti, e i re semibarbari di Bosporo diventarono una minaccia seria, benché i Romani non lasciassero Chersoneso indifesa. Un secondo periodo di rinascita si ebbe nell'epoca bizantina, dal sec. IV in poi, quando Chersoneso diventò centro importante per il cristianesimo e del commercio bizantino con la Russia meridionale; ne è nota l'importanza per lo sviluppo della Russia di Kiev. Alla fine del sec. X fu presa da Vladimiro, che si dice fosse stato battezzato in questa città. Nei secoli XIII e XIV cominciò a declinare per la concorrenza di Genova e di Venezia. Nel sec. XV era una rovina.

Per molti secoli Chersoneso fu centro importantissimo di ellenismo, rimasto puro e intatto fino all'età bizantina.

Scavi e topografia. - Scavi sistematici si sono cominciati nel 1827 e si proseguono tuttora. Le antichità scavate sono parte a Leningrado, parte a Odessa, parte nel museo di Cherson. Della città antica sussistono le mura di difesa costruite nel sec. IV a. C., ampliate in età ellenistica e romana, ricostruite parecchie volte nell'epoca Bizantina; avanzi di edifizî sacri e profani (templi della Parthenos, di Dioniso e di Afrodite), la zecca, ecc.; copia notevole di iscrizioni e sculture, oltre a oggetti minori; una serie ricchissima di monete dal sec. IV a. C. fino all'età bizantina. Le rovine visibili sono quelle della città bizantina con molte interessanti chiese (una sotterranea dell'epoca delle persecuzioni), con case private, un bell'acquedotto e parecchi sepolcri dipinti, alcuni di martiri. Con Roma Chersoneso bizantina è congiunta dalla leggenda di papa Clemente I, ivi morto in esilio. Vicmo a Chersoneso, sul promontorio chiamato nell'antichità Partenio, si trovava un'altra città greca, detta da Strabone Vecchia Chersoneso. Di questa città recentemente si sono scoperti avanzi importanti nel mare presso il gran Fanale di Chersoneso.

Bibl.: E.H. Minns, Scythians and Greeks, Cambridge 1913, p. 493 segg. e bibl. p. 550 segg.; M. Rostovtzeff, Pittura decorativa antica nella Russia meridionale, 1914, p. 439 segg. (in russo); id., Iranians and Greeks in South Russia, Oxford 1922; id., Skythien und der Bosporus, 1930; id., Caesar and the South of Russia, in Journ. of Rom. st., VII (1917), p. 27 segg.; id., Queen Dynamis of Bosporus, in Journ. of Hell. st., XXXIX (1919), p. 88 segg.; K. Grinevich, Guida illustrata di Ch., 1928 (in russo); id., Cento anni di scavi a Ch., 1927 (in russo); id., Chersonneskij Sbornik, in Bulletin du Musée de Ch. T., I, ii (1926-1927) (in russo).

Chersoneso di Tracia.

La penisola della Tracia (Χερσόνησος ἡ ἐν Θρᾴκῃ) che si stende nell'Egeo fra l'Ellesponto e il golfo di Melas fu colonizzata nel sec. a. C. da Eoli di Lesbo e da Ionî provenienti da Mileto, Clazomene e Teo. Accanto a questi coloni, che attendevano specialmente all'agricoltura, si trovava il popolo trace dei Dolonci; ma nel sec. VI cominciò a farsi sentire l'influsso ateniese. Minacciati dagli Apsinti, i Dolonci si rivolsero per difesa ad Atene (circa il 560 a. C.). Milziade, figlio di Cipselo, della famiglia dei Filaidi, accolse l'invito e fondò nel Chersoneso le colonie di Cardia Eleunte, Critote e Pactie, che rimasero unite fra loro in confederazione; di essa fecero parte le colonie eoliche di Alopeconneso, Madito e Sesto. Milziade, riconosciuto come signore da tutte queste colonie, formò un piccolo principato dei Chersonesiti dell'Ellesponto con capitale Cardia. Quando morì (524 a. C.), gli successe Stesagora II, figlio di Cimone, del ramo cadetto della stessa famiglia, il quale presto venne assassinato. I Pisistratidi mandarono allora nel Chersoneso suo fratello Milziade II, il quale combattè contro i Traci e aiutò ancora i Dolonci contro gli Sciti; nel 493 egli tornò ad Atene. Il Chersoneso rimase soggetto ai Persiani e fu un importantissimo punto d'appoggio per le loro imprese contro la Tracia e la Grecia. Dopo le vittorie dei Greci sui Persiani, Pausania di Sparta s'impadronì di Sesto; ma Cimone, figlio di Milziade II, rioccupò la città a vantaggio degli Ateniesi (476 a. C.), e il Chersoneso rimase per un settantennio sotto la signoria di Atene, alla quale pagò tributo, essendo compreso (dal 443-2 a. C.) nel distretto tributario dell'Ellesponto. Dopo la guerra del Peloponneso, il Chersoneso rimase sotto Sparta (402-387), e quindi per mezzo secolo fu disputato fra varî pretendenti, Ateniesi, Persiani, Coti re degli Odrisî, suo figlio Cerseblepte, Mausolo di Caria. Circa la metà del sec. IV a. C. gli Ateniesi vi mandarono nuovi cleruchi; ma intanto cresceva la potenza della Macedonia e Filippo II nel 338 era padrone della penisola. Al tempo di Alessandro Ecateo si fece tiranno di Cárdia; dopo la morte di Alessandro il Chersoneso passò con la Tracia sotto Lisimaco, il quale, con gli abitanti di Pactie e di Cardia, fondò Lisimachia 1309-8 a. C.). Nell'età degli Epigoni il Chersoneso fu sotto Antioco II di Siria e poi sotto Tolomeo III d'Egitto; poco dopo Lisimachia aderì alla Lega achea, e finalmente le città del Chersoneso ritornarono sotto il dominio macedone con Filippo V (202-197 a. C.). Con la pace di Apamea, il Chersoneso fu assegnato ad Eumene di Pergamo, e alla morte di Attalo III dovette far parte della provincia di Macedonia. Nell'88 a. C. una parte del Chersoneso era occupata da Mitridate; dopo le guerre civili divenne possesso privato di M. Vipsanio Agrippa, dal quale per eredità passò ad Augusto (12 a. C.). È incerta la sua condizione sotto Vespasiano; sotto Traiano faceva parte del demanio imperiale; le diverse città ottennero favori da Adriano, e fortificazioni furono costruite nel Chersoneso quando Bisanzio divenne sede imperiale.

Bibl.: Foucart, Les Athéniens dans la Chersonèse de Thrace au IVe siècle, in Mémoires Acad. Inscr. et Belles-Lettres, XXXVIII, ii (1911), p. 83 segg.; A. Hauvette-Besnault, Sur quelques villes anciennes de la Chersonnèse de Thrace, in Bull. de Corr. Hell., IV (1880), p. 505 segg. Iscrizioni nel Corp. Inscr. Gr., II, 2011 segg.; Dittenberger, Sylloge inscr. graec., 3ª ed., n. 502; id., Orientis Graeci inscr. sel., nn. 54, 88, 330, 339; Corp. Inscr. Lat., III, 724 segg.; Suppl. 7380 segg.; Tebt. Pap., I, 8. In Cardia probabilmente furono coniate le monete con la leggenda XEP: E. Babelon, Traité des monnaies grecques et romaines, parte 2ª, I, Parigi 1907, col. 1223 segg.; B.V. Head, Hist. Num., 2ª ed., Oxford 1911, p. 257 segg.

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