CHERATITE

Enciclopedia Italiana (1931)

CHERATITE (dal gr. κέρας "corno", donde cornea)

Giuseppe Ovio

È l'infiammazione della cornea (v.), con esito in restitutio ad integrum, o con suppurazione, ulcerazione e cicatrizzazione. Quest'ultimo processo determina la macchia corneale (nubecola, leucoma). Possono seguire come complicazioni: la perforazione della cornea; il prolasso dell'iride e la formazione d'un leucoma aderente, o d'uno stafiloma.

Forme cliniche: a) cheratite superficiale, o panno corneale (da pannicolo), per lo più secondaria a tracoma, a trichiasi, a cheratite flittenulare; b) parenchimatosa, diffusa, a lunghissimo decorso (nei giovani con stigmate di eredo-sifilide, o di tubercolosi), o circoscritta, piuttosto rara (negli adulti o vecchi, soggetti artritici, o luetici); c) flittenulare, per lo più nei bambini con diatesi essudativa; d) suppurativa (ascesso e ulceri corneali); e) filamentosa, che si manifesta con una strisciolina d' epitelio sollevato e proliferato attaccato per un' estremità alla cornea f) dendritica e disciforme: sembrano complicazioni erpetiche; g) micotica, che è dovuta all'azione d' ifomiceti, e può contrarsi con piccole ferite fatte con la punta di qualche foglia; può assumere forma grave e degenerare, come p. es. la cheratite purulenta (cherato-ipopio) dei mietitori; h) anulare, che è una speciale forma dell'infiamnazione da piogeni attorno a una minima soluzione di continuo; i) neuroparalitica, che si manifesta in seguito a gravi lesioni nervose e che è ancora dubbio se sia dovuta alla perdita di sensibilità (lesione del trigemino), o a disturbato trofismo (lesione del simpatico). È probabile che dipenda da tutte queste cause, quantunque oggi, mentre viene distrutto con qualche frequenza il ganglio di Gasser come cura radicale di ostinate e insopportabili nevralgie del trigemino, si assicuri di non aver mai visto insorgere in seguito a tale operazione la cheratite. La cura è generale e locale.

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