Charlie Brown

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Charlie Brown

Alfredo Castelli

L'eroe di un mondo senza adulti

Nel mondo di Charlie Brown (nei fumetti disegnati da Charles M. Schultz) non c'è bisogno di adulti: i ragazzini che lo popolano possiedono tutte le nevrosi, le paure e i difetti dei 'grandi'. Ideali discendenti di un sottogenere di 'bambini filosofi' iniziato con un personaggio americano degli anni Venti di nome Skippy, hanno dato vita, a loro volta, a una serie di discendenti che pensosamente si interrogano sulla realtà che li circonda. Il risultato è un irresistibile umorismo, venato di tenerezza

Noccioline che fanno pensare

Nella prima edizione italiana pubblicata dal quotidiano Paese Sera, Charlie Brown era stato ribattezzato Pierino, come i monelli delle barzellette. Perbacco, no! In comune con il Pierino delle barzellette, Charlie Brown ha soltanto l'età: è un bambino di otto-dieci anni. Ma non combina guai, è studioso, rispetta gli altri, non dice volgarità. Il solo fatto che i suoi compagni di classe si rivolgano a lui chiamandolo sempre con tanto di nome e cognome ‒ Charlie Brown, mai soltanto Charlie ‒ lascia intendere che qualcosa lo rende diverso.

E c'è un altro particolare significativo: anche se il nostro eroe è il personaggio principale di una delle più famose serie a fumetti di tutti i tempi, questa non è intitolata Charlie Brown, come sarebbe normale, ma Peanuts, ossia "Noccioline". Charlie Brown si considera un "perdente nato": che dopotutto non abbia torto?

Bambini senza infanzia

Facciamo un passo indietro: fino al 1950, con poche eccezioni, i bambini del fumetto erano, appunto, bambini, e come tali si comportavano, solitamente scontrandosi con gli adulti. Quell'anno il disegnatore Charles M. Schultz inventò un gruppo di ragazzini completamente diversi: i Peanuts, appunto.

La prima caratteristica che salta all'occhio guardando le tavole è che non vi compare nessun adulto. Anche se i protagonisti hanno genitori e insegnanti, questi non si vedono mai. E, in effetti, al mondo di Charlie Brown gli adulti non servono perché esso ne è già lo specchio, con tutto il campionario di nevrosi e tic. Charlie Brown non si sente all'altezza delle situazioni ed è perennemente depresso; la piccola Lucy scarica i suoi problemi prendendosela con gli altri; Linus ha bisogno di protezione, e stringe una piccola coperta che gli dà un po' di sicurezza; l'unico 'bambino' del gruppo è un cane, Snoopy, il quale, insieme all'uccellino Woodstock, combatte immaginarie battaglie contro un invisibile asso dell'aviazione chiamato Barone Rosso. Charlie Brown e i suoi amici s'interrogano sui piccoli e grandi problemi quotidiani, sull'amicizia e sull'amore, e lo fanno con molta poesia, in piccole storie dall'umorismo garbato che inducono al sorriso ma anche alla riflessione.

Ora Schultz è scomparso, ma i suoi Peanuts hanno aperto la strada a molti altri 'bambini adulti': la piccola Mafalda dell'argentino Quino, che s'interroga sulle sorti anche politiche del mondo, o il sognatore Calvin, della serie Calvin e Hobbes di Bill Watterson. Le vicende di Charlie Brown continuano a essere ristampate in tutto il mondo, e il successo con cui continuano a essere accolte da nuove generazioni di lettori testimonia l'attualità e universalità delle loro tematiche.

Bambini terribili

Nel 1865 un illustratore-poeta tedesco di nome Wilhelm Busch realizzò un libretto, Max und Moritz, che aveva come protagonisti due terribili monelli; qualche anno dopo, lo scrittore americano George W. Peck scrisse il romanzo Peck's bad boy and his Pa, dove il ragazzino Hennery ne combinava di tutti i colori. Il successo di questi personaggi fu enorme, e la letteratura per ragazzi si popolò di monelli, tra cui l'italiano Gian Burrasca del fiorentino Vamba. Il fumetto sfruttò il tema: una delle prime serie americane si chiama "The Katzenjammer kids", tradotta in Italia con il titolo "Bibì e Bibò"; uscì per la prima volta nel 1897 e viene tuttora pubblicata. Le storie dei 'nipoti' di Bibì e Bibò sono divise in tanti sottogeneri: bambini terribili, bambini paurosi, superbi, bugiardi, sfortunati, ricchi, poveri, generosi, coraggiosi. L'americano Percy Crosby inaugurò con il personaggio di Skippy (1923) il sottogenere dei 'bambini filosofi', di cui Charlie Brown e i suoi amici sono gli ideali discendenti.

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