FIORI, Cesira

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 48 (1997)

FIORI, Cesira

Giuseppe Sircana

Nacque a Roma il 25 nov. 1890 da Massimo e da Giuliana Mora Morunti. Avviata agli studi, nel 1907 conseguì il diploma di maestra elementare e l'anno successivo iniziò ad insegnare presso le scuole rurali statali di Velletri. Nel 1912 conseguì anche i diplomi in pedagogia e in lingua francese e nel 1915 vinse il concorso di maestra elementare nelle scuole di Roma.

Nel 1913 pubblicò (Roma) Il Farfa, un libro di racconti di vita contadina. L'ambiente in cui visse, a contatto con gli strati più poveri della popolazione ebbe influenza, oltre che sull'ispirazione letteraria, anche sulle sue scelte politiche. Aderì al movimento per l'istruzione nell'Agro romano, animato da G. Cena e Sibilla Aleramo e si dedicò all'organizzazione del sindacato dei maestri.

Iscrittasi nel 1910 al Partito socialista italiano, la F. prese parte alle manifestazioni contro la guerra di Libia e poi contro l'intervento dell'Italia nella prima guerra mondiale. Un altro campo nel quale riversò il proprio impegno fu quello dell'emancipazione femminile: aderì all'Associazione donne italiane e si occupò dei problemi sindacali delle infermiere, delle cucitrici, delle lavoranti a domicilio, battendosi per la pensione alle casalinghe e per i diritti politici e civili delle donne.

Nel 1921, alla fondazione del partito comunista, la F. vi aderì e si impegnò attivamente contro il fascismo. Nel 1923 il suo libro Il Lazio (Roma), sulla storia, le leggende, gli usi e costumi della regione, vinse il concorso nazionale Mondadori "Libri regionali d'Italia" e venne adottato nelle scuole elementari e medie del Lazio, ma per l'atteggiamento della F., manifestamente avverso al fascismo, fu tolto dalla circolazione per ordine del ministero della Pubblica Istruzione. Nell'aprile del 1928 il governatore di Roma decretò il suo allontanamento dalla scuola per incompatibilità politica e il ricorso della F. contro questa misura venne respinto dal Consiglio dello Stato.

Privata del suo lavoro, la F. impartì lezioni private e nel 1928 curò per la Rivista di letterature slave, diretta da E. Lo Gatto, la traduzione di numerosi racconti di Isaak Babel (nel 1944 tradusse il libro di Aleksandr Fadeev Nelle retrovie del nemico).

L'attività cospirativa era intanto divenuta l'impegno preminente che la portò ad estendere i contatti con altri comunisti romani, soprattutto studenti universitari. Faceva parte di un gruppo antifascista, costituito anche da elementi non comunisti, che curava la pubblicazione de La Falce, un foglio di propaganda clandestina destinato ai contadini e che, stabilendo stretti rapporti con molti lavoratori, aveva attrezzato una sorta di biblioteca circolante per la diffusione di romanzi a sfondo sociale.

Il 27 apr. 1933 la F. venne arrestata, insieme con P. Grifone, D. Leone, D. Marini, M. Marroni e il figlio adottivo Mario Mammucari, con l'accusa di aver tentato di ricostituire il partito comunista. Trascorse circa un anno di detenzione prima a Roma e quindi a Perugia. Il 15 genn. 1934 venne condannata a cinque anni di confino ed inviata a scontare la pena nell'isola di Ponza. Di qui fu trasferita, nell'aprile dell'anno successivo, presso la colonia confinati coatti di Ustica, dove rimase fino a settembre, allorché per ragioni di salute venne trasferita a Maratea. Benché nell'aprile 1938 fosse giunto a scadenza il periodo di pena inflittole, la F. rimase al confino.

Nel maggio 1939 chiese ed ottenne di poter raggiungere il marito Umberto Cumar, confinato a San Demetrio nei Vestini nei pressi dell'Aquila. Di qui la F. e Cumar entrarono in contatto con alcuni comunisti, insieme con i quali, dopo il 25 luglio 1943, diedero vita a un'organizzazione clandestina. Allorché all'inizio di settembre la F. venne liberata ricevette disposizione dai comunisti romani di non rientrare nella capitale, essendo ritenuta più opportuna la sua presenza in Abruzzo. Quando San Demetrio venne occupata dalle truppe tedesche, la F. e Cumar furono tra gli animatori della resistenza ed organizzarono la banda partigiana "Giovanni De Vincenzo", che operava nella zona del Gran Sasso.

Nella primavera del 1944, dopo un'azione di sabotaggio alle linee di comunicazioni telefoniche tra il quartier generale tedesco in Italia, insediatosi a Rocca di Cambio, e le unità dipendenti, vennero ricercati per essere fucilati per rappresaglia. Scampati all'arresto, grazie alla tempestiva segnalazione del locale maresciallo dei carabinieri, la F. e Cumar trascorsero due mesi sul Gran Sasso e poterono rientrare in paese soltanto dopo la partenza della guarnigione tedesca per il fronte di Cassino.

Nel giugno 1944, prima ancora dell'arrivo delle truppe alleate, la F. venne nominata dal locale Comitato di liberazione nazionale sindaco di San Demetrio. Sebbene contestata dalle forze conservatrici, l'amministrazione da lei guidata restò in carica cinque mesi.

Nell'ottobre 1944 la F. fece ritorno a Roma, dove riprese l'insegnamento nelle scuole e si dedicò all'organizzazione del sindacato degli insegnanti. Fu membro della commissione cultura del Comitato centrale del partito comunista.

La F. morì a Roma il 9 genn. 1976.

All'attività politica e sindacale e all'insegnamento aveva affiancato un'intensa attività letteraria, pubblicando racconti e novelle su Il Contemporaneo, Il Ponte e su alcune riviste slovene e russe. A partire dal 1960 scrisse una serie di libri autobiografici incentrati sulle esperienze vissute in carcere e al confino: Nel Paese degli scordati, Milano 1960; Una donna nelle carceri fasciste, Roma 1965. Postumi: Proibito vivere, ibid. s.d.; La confinata, Milano 1979; La figlia dello Spirito Santo, Poggibonsi 1982; I nostri animali, ibid. 1984.

Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Casellario politico centrale, b. 2082, fasc. 3306; Ufficio confino politico, Fascicoli personali, b. 416; necr. in L'Unità, 10 genn. 1976, p. 3; P. Spriano, Storia del Partito comunista ital., II, Gli anni della clandestinità, Torino 1969, ad Indicem; IV, La Resistenza. Togliatti e il partito nuovo, ibid. 1975, ad Indicem; P. Secchia, Il PCI e la guerra di liberazione, Milano 1973, ad Indicem; A. Dal Pont - S. Carolini, L'Italia al confino 1926-1943, Milano 1983, ad Indicem; Enc. dell'antifascismo e della Resistenza, II, 1971, ad vocem; Diz. biograf. del movimento operaio ital., a cura di F. Andreucci - T. Detti, ad vocem.

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