CESAREA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

Vedi CESAREA dell'anno: 1959 - 1994

CESAREA (v. vol. II, p. 524 e S 1970, p. 208)

A. Negev

Recenti scavi, condotti soprattutto da studiosi americani e israeliani, hanno ampliato notevolmente la conoscenza della città antica, con particolare riferimento alle grandiose architetture fatte costruire da Erode il Grande e menzionate da Giuseppe Flavio. Quest'ultimo descrive con cura il porto e le sue adiacenze: l'unico porto sulla costa fra Dora e loppa, «più grande del Pireo» (Bell. Iud., 1, 408- 414). Sono stati rinvenuti resti del podio del Tempio di Cesare, con frammenti di statue colossali (Giuseppe parla di una statua di Cesare, non inferiore allo Zeus di Olimpia che servì da modello, e di un'altra della Dea Roma, che poteva rivaleggiare con la Hera di Argo) ed estesi tratti del podio di un altro tempio, probabilmente quello di Augusto e Roma, costituito da grandi costruzioni a volta che si aprivano a S sul mare, in cui fu inserito più tardi un mitreo; sull'intero complesso i Crociati sovrapposero successivamente la loro cattedrale. Non è da escludere che gli ambienti voltati fossero usati in antico come horrea.

Ma particolarmente importanti sono gli scavi (soprattutto subacquei) del porto, con i lunghi moli che racchiudevano un ampio bacino provvisto di un faro e preceduto (sempre secondo Giuseppe Flavio), davanti all'imboccatura, da colonne sorreggenti statue. Si è indagato, in particolare, sulle fondazioni dei moli stessi, ottenute gettando sul fondo marino casseforme lignee contenenti grandi blocchi parallelepipedi di conglomerato: sono stati trovati in situ anche resti degli elementi di legno.

Anche sull'impianto urbanistico, che era di tipo ippodameo, possediamo ora informazioni più precise, grazie all'individuazione di alcune fognature che consentono di ricostruire i corrispondenti tracciati viari. Ancora Giuseppe (Ant. lud., XV, 340) dice che i passaggi sotterranei e le fogne correvano «a uguale distanza l'una dall'altra verso il porto e il mare, mentre un passaggio trasversale le collegava tutte [...]».

In Bell. lud., 1, 408, si parla anche dei magnifici palazzi di Erode: proprio a un palazzo costiero appartenevano probabilmente i resti di un'ampia piscina rettangolare, scavata nella roccia di un promontorio a O del teatro. Attorno alla vasca si sono messe in luce tracce di un colonnato, che presumibilmente la circondava: è una soluzione (piscina con peristilio) che troviamo applicata anche in altre residenze erodiane (v. Gerico).

I resti dell'anfiteatro, anch'esso attribuito a Erode, sono scarsissimi, dato che tutto il materiale edilizio è stato asportato; resta tuttavia sul terreno la traccia di una grande ellisse di m 60 x 95. Sono dimensioni maggiori di quelle del Colosseo, che confermano la grandiosità (talvolta perfino eccessiva) delle concezioni architettoniche del sovrano di origine idumea. La capienza dell'edificio doveva essere di c.a 60.000 spettatori.

A SE della città è l'ippodromo, lungo 450 m e largo 90; la cavea era sostenuta da una serie di volte. I carceres, sul lato N, appaiono predisposti per dodici pariglie di cavalli; la meta secunda (quella, cioè, dalla parte dei carceres), costituita da tre coni di granito rosso di Assuan, è alta 27 m. E stata proposta una datazione al II sec. d.C.

Fra le opere d'arte rinvenute nei vari scavi bisogna ricordare la statua in marmo, di grandezza maggiore del vero, della Tyche della città con ai piedi la personificazione del porto Sebastos. Recava un timone nella mano destra e una corona turrita in capo: questi ultimi dettagli, oggi mancanti, sono ricostruibili in base alla riproduzione della Tyche stessa su una moneta di Faustina Minore.

Bibl.: A. Negev, Caesarea, Tel Aviv 1967; L. Levine, Caesarea under Roman Rule, Leida 1975; id., Roman Caesarea: an Archaeological-Topographical Study (Qedem, Monographs of the Institute of Archaeology, 2), Gerusalemme 1975; J. Ringel, Cesaree de Palestine, Parigi 1975; R. L. Hohlfelder, J. P. Oleson, Sebastos, the Harbor Complex of Caesarea Maritima, Israel: the Preliminary Report of the 1978 Underwater Explorations, in Oceanography: the Past, New York 1980, pp. 765-779; A. Raban, R. L. Hohlfelder, The Ancient Harbours of Caesarea Maritima, in Archaeology, XXXIV, 1981, 2, pp. 56-60; R. J. Bull,

Caesarea Maritima - The Search for Herod's City, in Biblical Archaeology Review, VIII, 1982, 3, pp. 24-40; R. L. Hohlfelder, Caesarea beneath the Sea, ibid., pp. 43-47; R. L. Hohlfelder, J. P. Oleson, A. Raban, Sebastos Herod's Harbour at Caesarea Maritima, in BiblA, XLVI, 1983, 3, pp. 133-143; J. P. Oleson e altri, The Caesarea Ancient Harbor Excavation Project (C.A.H.E.P.): Preliminary Report on the 1980-1983 Seasons, in JFieldA, XI, 1984, pp. 281- 305; J. P. Oleson, Herod and Vitruvius: Preliminary Thoughts on Harbour Engineering at Sebastos, the Harbour of Caesarea Maritima, in Harbour Archaeology (BAR, Int. S., 257), Oxford 1985; L. Levine, E. Netzer, Excavations at Caesarea Maritima 1975, 1976, 1979 - Final Report (Qedem, Monographs of the Institute of Archaeology, 21), Gerusalemme 1986; A. Raban, The City Walls of Straton's Tower: Some New Archaeological Data, in BASOR, 268, 1987, pp. 71-88; R. L. Hohlfelder, Herod the Great's City on the Sea, in National Geographic, CLXXI, 1987, 2, pp. 260-279; K. G. Holum, R. L. Hohlfelder, King Herod's Dream - Caesarea on the Sea, New York 1988.

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