Balbo, Cesare. - Storico e uomo politico (
VitaFiglio di Prospero e di Enrichetta Taparelli d'Azeglio, in gioventù, nonostante un certo alfierianesimo che lo portò nel 1804 a fondare con altri coetanei l'Accademia dei Concordi, fu al servizio di Napoleone, segretario generale della giunta governativa della Toscana (1808), segretario della Consulta napoleonica per gli ex territori pontifici (1809), auditore al
Opere e pensiero. Il lungo periodo di isolamento a Camerano gli permise di dedicarsi all'approfondimento di essenziali problemi storici per soddisfare un interesse che, già manifestatosi durante la permanenza in Spagna, era stato in lui acuito dagli avvenimenti del 1821: frutto di queste meditazioni e ricerche furono tutta una serie di brevi scritti, tra cui le importanti Memorie sulla rivoluzione del 1821, e alcune di quelle opere che dovevano poi dargli un posto cospicuo nella storiografia neoguelfa: Storia d'Italia dal 476 al 774 (2 voll., 1830), Vita di Dante (2 voll., 1839), cui seguì più tardi l'appassionato Sommario della storia d'Italia (1846-47). La sua visione della storia italiana - dall'"età dei Tirreni" ai tempi suoi - è dominata dal motivo dell'indipendenza dallo straniero, che si riflette nelle sue stesse valutazioni (come quando esalta i Comuni e deprime