Censimento

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Operazione statistica di rilevazione totale e diretta dello Stato di un fatto collettivo in un dato momento. È caratterizzato dall’istantaneità, dalla generalità e dalla periodicità. Al c., inteso come rilevazione totale, si contrappongono le rilevazioni parziali, o per campione.

Il c. della popolazione

È volto ad accertare lo stato della popo;lazione, ovverosia la sua consistenza numerica e la sua struttura a seconda di varie caratteristiche. Le rilevazioni della popolazione datano da epoche molto remote, già tra i Sumeri (intorno al 3800 a.C.), in Egitto e in Cina, dove sembra che intorno al 20° sec. a.C. si siano avute rilevazioni delle famiglie e dei loro componenti. Nell’antica Roma il c. della popolazione maschile adulta, compiuto originariamente per scopi militari, ebbe in seguito anche scopi economici e fiscali. Le indagini sulla popolazione non furono interrotte nei secoli successivi, ma assunsero i caratteri specifici del c. solo nel 18° sec. con il c. svedese nel 1749 e il primo c. degli Stati Uniti d’America nel 1790. Nel secolo successivo le rilevazioni censuarie si diffusero in Europa; fra queste va ricordata quella belga nel 1846, sotto la guida di A. Quételet.

L’uso dei c. è oggi diffuso in tutto il mondo, ma permangono alcune zone, soprattutto in Asia e in Africa, dove mancano rilevazioni pienamente affidabili della popolazione. Dove non si svolgono c., si ricorre al metodo campionario per assumere informazioni sullo stato e sul movimento demografico della popolazione. I sistemi di rilevazione possono variare, per uno stesso paese, nel tempo e in modo rilevante da paese a paese. Si tende oggi a migliorare l’uniformità, per assicurare la comparabilità internazionale e, a maggior ragione, quella in sede nazionale. In tale direzione ha operato l’Istituto internazionale di statistica.

In Italia il c. della popolazione, ordinato e regolato con apposita legge, è connotato da tre aspetti: l’esaustività, la periodicità e l’istantaneità. Il primo e il terzo requisito sono assicurati dal coinvolgimento nell’operazione censuaria della macchina amministrativa statale sino agli uffici comunali di c., sotto il controllo e il coordinamento dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT). Il secondo requisito è assicurato dalla legge istitutiva del c., ma non sempre viene completamente rispettato. In Italia, a partire dal 1861 e sino al 1931, i c. hanno avuto cadenza decennale (con una sola lacuna nel 1891) e sono stati svolti in giorni dell’anno sempre diversi. Con decreto legge, nel 1930, si stabilì la nuova cadenza quinquennale e nell’aprile 1936 si svolse l’8° c. generale della popolazione. Tale cadenza fu interrotta dalla guerra. Il 9° c. ebbe luogo nel 1951, con l’intesa di ripristinare la cadenza decennale. Il 10° c. è stato nel 1961, l’11° nel 1971, il 12° nel 1981, il 13° nel 1991, il 14° nel 2001, il 15° nel 2011, avendo come data di riferimento nazionale il 9 ottobre 2011 e i cui primi risultati provvisori sono stati diffusi dall'ISTAT nell'aprile 2012, mentre quelli definitivi saranno disponibili entro il 31 dicembre 2012. Le caratteristiche rilevate negli ultimi c. italiani tramite il foglio di famiglia, cioè il modello di rilevazione censuaria che ogni famiglia o convivenza è tenuta a compilare, riguardano aspetti demografici come età, sesso, nazionalità, stato civile, numero dei componenti della famiglia e loro relazione di parentela, localizzazione sul territorio, ma anche aspetti d’ordine sociale come la posizione nella professione, il ramo d’attività, la condizione lavorativa, il livello d’istruzione raggiunto, e ancora notizie sulle abitazioni, sulla loro ampiezza e sul titolo di godimento e sui servizi installati. Infine, sono state introdotte notizie sugli spostamenti pendolari dovuti a motivi di lavoro e di studio. Nei nostri c. è possibile distinguere le persone che nel giorno del c., alle ore 24, sono presenti nel luogo dove dimora la loro famiglia, da quelle che sono temporaneamente assenti e si registrano le persone che non fanno parte della famiglia e sono temporaneamente presenti. S’identificano così la popolazione di fatto e quella residente. La prima è costituita da tutte le persone presenti in un comune al c., sia che abbiano in esso dimora abituale o abbiano dimora abituale in altro comune o all’estero; la seconda, soltanto dalle persone che hanno dimora abituale nel comune censito, sia che fossero presenti al momento del c. o risultassero assenti per vari motivi (lavoro, turismo, detenzione in attesa di giudizio, servizio di leva ecc.). La popolazione residente costituisce la popolazione legale del comune e interessa per molte questioni amministrative, mentre la popolazione di fatto o presente contribuisce direttamente alla dinamica demografica e ha rilevanza per vari aspetti della vita economica e sociale.

Il c. economico

Riguarda l’agricoltura o le aziende industriali e commerciali. I primi c. economici generali furono realizzati nel 1846 in Belgio, nel 1875 in Germania, nel 1895 in Norvegia, nel 1897 in Danimarca e nel 1905 in Svizzera. Fra le due guerre mondiali aumentò il numero di paesi che eseguirono c. industriali, tanto che la Società delle Nazioni propose nel 1928 una convenzione per le statistiche economiche sottoscritta dai paesi membri, ma non da tutti applicata. Negli anni 1950 paesi come Canada, Francia, Spagna e Regno Unito non avevano eseguito c. industriali e commerciali, avendo preferito raccogliere notizie strutturali (tipiche dei c.) tramite le statistiche industriali correnti, che rilevano di norma solo dati economici. La cooperazione internazionale, curata da ONU, OCSE e CE, è rivolta all’omogeneizzazione della classificazione delle attività economiche, del campo di rilevazione, della scelta delle unità di rilevazione, delle loro definizioni e principali caratteristiche.

Il c. industriale in Italia. - Le prime rilevazioni, che si avvicinavano alla configurazione di c. industriale e commerciale per universalità, simultaneità, scelta dell’unità di rilevazione e settori d’attività coperti, furono eseguite in Italia nel 1876, nel 1883, nel 1903 e infine nel 1911. Il primo c. esaustivo delle imprese industriali e commerciali fu svolto nel 1927; il secondo si svolse nel 1937-39, ma mancò il requisito della simultaneità. Nel dopoguerra le rilevazioni furono abbinate ai c. della popolazione nel 1951, 1961, 1971, 1981, 1991 e 2001; dal 1991 ha assunto la denominazione di c. generale dell’industria e dei servizi. Nel c. del 1991 le unità di rilevazione sono state distinte in imprese, istituzioni e unità locali.

Le imprese rappresentano l’organizzazione di un’attività economica esercitata ai fini della produzione di beni o della prestazione di servizi destinabili alla vendita.

Nelle istituzioni figurano le organizzazioni con autonomia contabile e decisionale, che producono beni e servizi non destinabili alla vendita.

Le unità locali rappresentano il luogo, dove si realizza la produzione dei beni o si organizza la prestazione di servizi destinabili o non destinabili alla vendita (stabilimenti, laboratori, negozi, uffici direttivi, scuole, ospedali ecc.). Il questionario inviato alle imprese ha richiesto, nel 1991, la natura giuridica o istituzionale, la classificazione delle attività principali e secondarie, l’elenco delle unità locali gestite in Italia, il numero di addetti ecc. Il successivo c. dell’industria e dei servizi si è svolto nel 2001 e ha rilevato per ciascun comune e per circa 800 settori di attività economica il numero delle imprese e delle unità locali e il numero degli addetti impiegati alla data del c., offrendo un quadro articolato della struttura produttiva in Italia.

Il rapido mutamento del quadro economico ha indotto l’ISTAT a realizzare un nuovo c. delle attività economiche, denominato intermedio, poiché non ha cadenza decennale.

Il c. intermedio è stato indetto con la l. 681/31 dicembre 1996, con nuove modalità di rilevazione dei dati. Il c. ha avuto per oggetto tutte le imprese (unità giuridico-economiche) attive al 31 dicembre 1996 e iscritte al Registro delle imprese delle Camere di commercio, gli artigiani e i lavoratori autonomi. Le imprese considerate sono quelle che operano nel settore industriale e dei servizi, con fini di lucro (compresi cooperative e consorzi). Sono state escluse le imprese che operano nell’agricoltura, nella sanità, nell’istruzione e le organizzazioni senza scopo di lucro. I risultati dell’indagine sono stati resi noti dall’ISTAT dal 1998. L’ISTAT ha dato attuazione alla seconda fase del c. intermedio, riferendosi alle imprese attive al 31 dicembre 1997.

Con il c. intermedio del 1997 è nato l’ Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA), che raccoglie i dati forniti dalle imprese, oltre alle informazioni ottenute con le rilevazioni ISTAT. L’archivio ASIA riguarda l’universo delle imprese attive del settore industriale e dei servizi e contiene dati provenienti dalle banche, dall’ISTAT e dagli archivi del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dell’INPS, dell’INAIL, delle Camere di commercio e dell’ENEL. Dal 1997 l’ISTAT aggiorna annualmente l’archivio ASIA, che include ormai informazioni anche sulle imprese non-profit, per le quali l’ISTAT ha costruito nel 1999 un particolare archivio statistico, utilizzato poi come base per il primo c. del settore nel 2001.

Il c. dell’agricoltura. - Il primo fu effettuato nel 1930, con la partecipazione di 52 paesi, sotto gli auspici dell’Istituto internazionale dell’agricoltura (1908-46) con sede in Roma, che predispose un questionario tipo troppo esteso. Nel dopoguerra la FAO varò un piano per effettuare il c. in una data compresa tra il 1948 e il 1955, al quale aderirono 78 paesi con due liste di quesiti (una abbreviata, l’altra dettagliata). Per il c. da svolgere tra il 1958 e il 1964 fu introdotta l’inchiesta per sondaggio e quesiti differenziati per le peculiarità regionali. Furono previste definizione e tabelle standard per agevolare i confronti tra i 94 paesi partecipanti. Il programma del 1966-74 suggerì un sistema coordinato di statistiche aventi il c. quale base; vi parteciparono 102 dei circa 200 paesi aderenti all’ONU. All’azione promossa dalla FAO dal 1964 si affiancò, per i paesi membri, anche la CEE. In molti paesi particolare complessità presentò la rilevazione dei nomadi.

In Italia, a parte le 10 rilevazioni sul bestiame eseguite tra il 1867-69 e il 1943, fu tentato, senza successo, un c. dell’attività agricola nel 1930; il primo c. agricolo è considerato quello del 1961, al quale sono seguiti quelli del 1970, del 1982, del 1990 e del 2000. Il c. dell’agricoltura si svolge, di norma, nell’anno che precede il c. generale della popolazione ed è un’indagine molto dettagliata sul settore. Il campo di osservazione dell’ultimo c. è costituito dalle aziende agricole forestali e zootecniche di qualsiasi ampiezza e da chiunque condotte; si rilevano, tra l’altro, il sistema di conduzione, la forma giuridica, la superficie, le modalità di vendita dei prodotti, l’anno d’impianto, l’utilizzazione dei terreni, l’irrigazione, la consistenza degli allevamenti, l’uso di mezzi meccanici, la disponibilità d’impianti, fabbricati rurali e abitazioni, il numero di addetti per sesso e categorie, l’attività in conto terzi, la partecipazione a cooperative agricole, le pratiche di agricoltura biologica.

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