Cellulite

Universo del Corpo (1999)

Cellulite

Stefano Calvieri

Cellulite Derivato dal latino cellula, a sua volta diminutivo di cella, "cameretta", il termine indica un'infiammazione circoscritta del tessuto adiposo sottocutaneo e identifica, da molti anni, una delle patologie d'impatto estetico più diffuse, che, dal punto di vista clinico, si presenta sotto varie forme. Al termine improprio di cellulite si preferiscono oggi quelli di panniculopatia edemato-fibrosclerotica (Curri 1991) o di lipodistrofia. Si tratta di un'affezione microvascolo-connettivale con alterazioni del microcircolo arterovenoso locale (microangiopatia periferica), cui segue un'anomala risposta del tessuto connettivo e di quello adiposo. È causata da processi infiammatori e degenerativi a carico degli elementi cellulari (adipociti) del pannicolo adiposo sottocutaneo di alcuni distretti corporei; colpisce quasi esclusivamente soggetti di sesso femminile, più frequentemente a livello dei glutei, dell'addome, della radice delle cosce, delle ginocchia, dei fianchi e delle caviglie, aree in cui è maggiore l'accumulo di grasso sottocutaneo. In genere si manifesta intorno ai 25-30 anni, ha un andamento progressivo ed è in relazione con l'etnia di appartenenza, le abitudini di vita, l'alimentazione e le condizioni socioculturali. Inoltre, correlazioni sono state stabilite tra questa e altre condizioni patologiche, quali obesità, diabete, distiroidismi e altre alterazioni ormonali, insufficienza venosa cronica, nonché con la gravidanza.Sul piano clinico, la panniculopatia può presentarsi in varie forme: edematosa, molle o flaccida, dura o compatta. La liposclerosi edematosa, che si riscontra quasi esclusivamente nell'adolescenza, è caratterizzata dall'interessamento degli arti inferiori, ove sono presenti cuscinetti o placche ricoperti da cute 'a buccia di arancia' e dolore. La forma molle o flaccida, diffusa frequentemente nelle donne che hanno superato i 40 anni, interessa la faccia posteriore e laterale delle cosce, i glutei e l'area mediale del ginocchio. Alla palpazione si apprezza un tessuto di consistenza 'fluttuante'; nelle stesse sedi si possono inoltre osservare smagliature e ipotonia muscolare.La liposclerosi dura o compatta colpisce soprattutto soggetti giovani affetti da stasi venosa; e si localizza particolarmente nell'area inferiore dei glutei, nella faccia laterosuperiore delle cosce e nella parte mediale del ginocchio. Alla palpazione si apprezza un tessuto di consistenza compatta e pastosa con fini granulazioni.Attualmente si descrivono quattro fasi evolutive, che caratterizzano la panniculopatia edemato-fibrosclerotica (Curri 1991). In un primo momento si osservano aumento della pastosità e della plicabilità, e ipotermia cutanea con riduzione dell'elasticità. A causa dell'aumentata permeabilità vasale si ha notevole trasudazione di plasma, che dilata gli interstizi del derma (edema) e del pannicolo adiposo (lipoedema), con conseguente sofferenza e rottura degli adipociti. I lipidi così liberati, mescolandosi con il siero agirebbero da corpo estraneo, innescando una risposta a carattere infiammatorio. Tale fase corrisponde alla liposclerosi dura. Successivamente, la cute appare pallida e la pastosità aumenta. È possibile che nelle sedi colpite la paziente avverta parestesie. A livello del tessuto sottocutaneo la reazione infiammatoria costituisce l'elemento predominante. Gli adipociti sono ricoperti da uno spesso strato di fibrille reticolari. Nella terza fase, o di liposclerosi molle o flaccida, la cute assume un aspetto a buccia di arancia per la formazione, al confine dermo-epidermico, di micronoduli costituiti da fibre collagene avvolgenti gruppi di adipociti che scompaginano la regolare architettura del derma e dell'epidermide. Nell'ultimo stadio, la cute delle sedi coinvolte è caratterizzata da noduli grossolani, dolenti alla pressione, con aumento della flaccidità e presenza, ai margini, di striae cutanee (microdilatazioni capillari) e di microvarici. Tali formazioni macronodulari, in genere bene evidenti, meglio apprezzabili con la palpazione e dolorose spontaneamente, presentano una discreta mobilità sui piani sottostanti.Gli obiettivi che la terapia della panniculopatia edemato-fibrosclerotica generalmente si prefigge sono essenzialmente il ripristino dell'equilibrio microcircolatorio e il controllo della lipogenesi e dell'evoluzione fibrosclerotica.La cellulite, considerata un semplice inestetismo e non una vera e propria patologia connettivale, costituisce attualmente un problema con importanti valenze di ordine psicologico, spesso affrontato esclusivamente dalla medicina estetica. Tale patologia dovrebbe invece essere oggetto di studi orientati all'individuazione di possibili cause scatenanti, anche al fine dell'adozione delle opportune correzioni dietetiche e comportamentali; soprattutto dovrebbe essere preso in seria considerazione, e possibilmente risolto, il problema della stasi e dell'insufficienza venosa cronica, di cui la panniculopatia edemato-fibrosclerotica è espressione. bibl.: g. andreozzi, Il microcircolo nell'insufficienza venosa cronica, in Microcircolazione 1989, a cura di M. Tesi, Bologna, Monduzzi, 1989, pp. 69-77; s. calvieri et al., La cellulite, in Obesità-Aggiornamenti, Roma, CIC, 1986, pp. 347-59; s.b. curri, Trattamento controverso. Cellulite, "Doctor Dermatologia", 1991, 2, 1, pp. 39-52.

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