Cavita carsica

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

cavità carsica

Fabio Romanelli

Cavità naturale formatasi attraverso il carsismo, ossia il complesso dei fenomeni erosivi prodotti dall’azione dissolvente esercitata dalle acque acide (contenenti anidride carbonica) sulle rocce solubili ricche di fratture, principalmente le rocce carbonatiche. Queste ultime sono rocce sedimentarie costituite per la maggior parte da carbonati quali la calcite (CaCO3) e la dolomite [MgCa(CO3)], che danno origine rispettivamente ai calcari e alle dolomie. Il processo di deposizione di tali rocce (per precipitazione chimica e/o biochimica, se ha coinvolto anche organismi animali e vegetali) è avvenuto solitamente in fondali marini caratterizzati da acque basse, calde e ossigenate, ed è seguito dal consolidamento in roccia attraverso il processo di diagenesi. Il paesaggio carsico si sviluppa quando le rocce solubili presentano una superficie relativamente poco inclinata in un ambiente ricco di precipitazioni atmosferiche; il ciclo idrologico innesca quindi il processo di degradazione della roccia, la cui rapidità è influenzata da vari fattori, quali quelli meccanici, fisici e chimici. La morfologia superficiale (carsismo epigeo) è caratterizzata da forme di varie dimensioni: le cosiddette microforme che comprendono i karren (scannellature di pochi centimetri sino a solchi di qualche metro) e le macroforme, che comprendono le doline, depressioni di forma spesso circolare con diametri che variano da qualche metro sino al chilometro e profondità che vanno dal metro sino a centinaia di metri. La rete idrica in superficie è scarsa o anche del tutto assente, vista la numerosa presenza di inghiottitoi, mentre la circolazione si sviluppa nella profondità del corpo roccioso attraverso una serie di fessure e discontinuità di origine tettonica. I processi di erosione chimica e meccanica modellano lo sviluppo delle forme carsiche sotterranee (carsismo ipogeo) che possono essere classificate in ambienti vadosi, freatici e misti. Le cavità vadose hanno uno sviluppo prevalentemente verticale (pozzi) impostato lungo il reticolo di percolazione, che è determinato dal flusso idrico (episodico o periodico) solo durante i periodi piovosi. Le cavità freatiche sono saturate dal flusso idrico, che scorre perennemente impostato lungo la linea di falda, e hanno un’andamento prevalentemente orizzontale; morfologicamente, gli ambienti sono costituiti da condotti, detti gallerie, e dai loro allargamenti, detti sale. Le cavità miste freatico-vadose si formano nella cosiddetta zona di transizione, che può essere interessata stagionalmente dal flusso idrico o rimanere asciutta. Le cavità fossili, ossia quelle dove non è più presente il flusso idrico, sono spesso caratterizzate dal fenomeno del concrezionamento: l’acqua filtrando può liberare l’anidride carbonica e ridepositare i minerali carbonati in varie forme, quali le stalattiti e le stalagmiti.

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