CAULONIA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)

CAULONIA (Καυλωνία, Caulonâ)

P. E. Arias

Colonia achea situata sulla costa ionica dell'Italia meridionale, fra il capo Lacinio e quello Zefirio, presso la località di Punta Stilo ed il paese di Monasterace Marina.

La tradizione storica la dice fondata dall'ecista Tifone di Aigion (Strabo, vi, 261; Ps. Skymn., 318 ss.; Pausan., vi, 3, 12; Steph. Byz., s. v. Αὐλών); certamente, sotto l'influenza di Crotone la città ebbe vita nel secondo quarto del VII sec. a. C. Secondo Licofrone (Alex., 993 ss. e schol.) e Servio (Ad Aen., iii, 553) l'eroe della città, Kaulon, era figlio di un'amazzone, Klete, nutrice della regina Pentesilea; una regina di nome klete venne uccisa in epoca imprecisata dai Crotoniati, i quali si impadronirono della città. Questa leggenda conferma che la città fu abitata anche prima della colonizzazione achea e che essa era nell'orbita dell'influenza crotoniate. Al disotto di un canale di scarico della città sono apparsi alcuni scarsi frammenti, della fine dell'Età Geometrica e protocorinzî che attestano uno stanziamento più arcaico, mentre tenui resti di mura più antiche sono stati individuati sotto le case di età ellenistica. Non lontano dalla città, sul fiume Sagra, che forse oggi corrisponde all'Allaro, i Crotoniati furono sconfitti dai Locresi (Paus., III, 19, 11-13; Diod., viii, 32). In questa occasione il nome di C. non compare, perché essa evidentemente era ancora nell'orbita di Crotone. Nella seconda metà del VI sec. a. C. tuttavia la città rivela una sua indipendenza e floridezza economica perché batte moneta creando i begli stateri incusi con la figura di un dio o di un eroe con in mano un ramo, che da alcuni è stato individuato come Apollo. Nel 389 a. C., al tempo di Dionigi, i suoi abitanti vennero trapiantati in Sicilia (Diod., xiv, 103) e la città fu aggregata al territorio locrese. Scarsissime menzioni se ne hanno più tardi, sia quando fu presa dai Campani (Paus., vi, 3, 11; Polyb., x, 1, 4), sia quando fu riconquistata dai Romani (Appian., Hann., 49).

Era una piccola città di 47 ettari circa, con una popolazione che non doveva superare i diecimila abitanti; le sue mura, costituite da ciottoli fluviali cementati con terra, erano rinforzate agli angoli da blocchi regolarmente squadrati di pietra calcarea; sull'acropoli sono state individuate alcune fondazioni di case ed una bassa torre di età ellenistica, mentre le povere necropoli del VI sec. a. C. hanno rivelato ben poco. Gli scavi del tempio più importante, che non sappiamo a chi fosse dedicato, hanno mostrato che esso aveva le fondazioni in arenaria, mentre le strutture elevate erano di blocchi di calcare siracusano; le tegole erano di marmo pario e le sculture, per quel poco che se ne è trovato, erano in pentelico (acroterî a palmetta, resto di panneggio, frammento di zampa equina). Sul colle della Passoliera si è rinvenuta una serie di terrecotte architettoniche consistenti in una sìma arcaica della fine del VI sec. a. C., ed in altre della prima metà del V con bellissime grondaie a testa leonina.

Fra i culti di C. attestati dalle fonti, era quello di Zeus Homàrios (Aristot., Polit., ii; Polyb., ii, 39, 3) di Atena e forse di Apollo Kathàrsios, nonché di un Θεὸς σωτήρ.

Monumenti considerati. Città e tempio dorico di C.: P. Orsi, in Mon. Ant. Linc., xxiii, 1915, pp. 686-943. Deposito delle terrecotte architettoniche della Passoliera: ,P. Orsi, in Mon. Ant. Linc., xxix, 1923, pp. 409-490.

Bibl.: W. Oldfather, in Pauly-Wissowa, XI, 1922, s. v. Kaulonia; J. Bérard, La colonisation grecque dans l'Italie méridionale et la Sicile, Parigi 1941, pp. 171, 297; T. J. Dunbabin, The Western Greeks, Oxford 1948, pp. 27-28, 85-87, 258, 296-297, 355, 447. Per le monete: B. V. Head, Historia numorum2, Oxford 1911, p. 93; Fasti Arch., X, 1957, n. 1831.