Catalogna

Dizionario di Storia (2010)

Catalogna


Comunità autonoma della Spagna, con capoluogo Barcellona. Abitata in origine da società iberiche indipendenti, la C. subì, dall’8° al 6° sec. a.C., l’influsso dei fenici e in seguito dei greci. Nel 3° sec. fu conquistata dai cartaginesi e poi dai romani (218 a.C.). Fece parte della provincia Hispania citerior e poi della Tarraconensis. Invasa dai visigoti (5° sec.) e occupata dagli arabi (711), alla fine dell’8° sec. fu liberata da Carlomagno. Fra il 9° e il 12° sec. la sua storia si identifica con quella della contea di Barcellona che, nel suo processo di espansione, comprese l’intera regione con il conte Raimondo Berengario IV (1131-1162). Grazie al matrimonio del conte con l’erede del trono aragonese (1137), si creò la confederazione catalano-aragonese chiamata dagli storici regno d’Aragona. A partire dal 14° sec. fu creata a Barcellona la Generalitat de Catalunya, organismo permanente con rappresentanti delle cortes. La C. sviluppò così una gelosa coscienza dei propri diritti e delle proprie «singolarità» di fronte alle altre regioni iberiche, che costituì il motivo centrale della storia catalana nell’unità spagnola. Il declino del commercio in Oriente per l’irrompere dei turchi e l’esclusione dal commercio con l’America a favore della Castiglia crearono un fermento anticastigliano e separatista. Pur di sottrarsi al dominio di Filippo IV, la C. si dette alla Francia (1640-52) e appoggiò Carlo d’Austria contro Filippo V durante la guerra di successione di Spagna, il che comportò la soppressione delle sue istituzioni autonome. Nel 18° sec. Carlo III di Borbone concesse ai catalani il commercio con l’America: al risveglio economico e culturale si accompagnò lo sviluppo di tendenze autonomistiche e separatistiche, il cosiddetto «catalanismo», movimento politico e culturale che, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, oppose al centralismo spagnolo l’idea della Nacionalitat catalana. Dal catalanismo ebbe origine la Lliga regionalista, fondata nel 1901, che avviò un processo di autonomia, realizzatosi parzialmente nel 1914 con il riconoscimento da parte del governo spagnolo della Mancomunitat de Catalunya, organo amministrativo superprovinciale, poi soppresso nel 1925 dal dittatore P. de Rivera. Caduto il regime di de Rivera, l’ascesa del nazionalismo repubblicano e radicale trovò espressione nella Esquerra republicana de Catalunya, che, vinte le elezioni del 1931, proclamò la Repubblica catalana. L’anno successivo, un compromesso raggiunto con Madrid portò alla creazione di un governo regionale autonomo e a uno Statuto di autonomia, approvato dai catalani in un referendum e sancito dal Parlamento spagnolo (1932). Lo Statuto, insieme con la Repubblica catalana, fu abrogato da Franco nel 1938 e la C., che aveva assunto un ruolo rilevante durante la guerra civile, subì negli anni della dittatura la repressione di ogni istanza autonomistica. Il processo di democratizzazione avviato in Spagna dopo la morte di Franco (1975) portò alla ricostituzione nel 1977 della Generalitat de Catalunya e a uno Statuto di autonomia (1980). Nel 2006 un nuovo Statuto ha esteso l’autogoverno della regione, attribuendo alla Generalitat maggiori prerogative in campo fiscale, giudiziario e amministrativo, oltre alla facoltà di mandare un proprio rappresentante alle riunioni europee in cui si discuta di questioni che interessino la Catalogna.

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