CASIMIRO III, re di Polonia, detto il Grande

Enciclopedia Italiana (1931)

CASIMIRO III, re di Polonia, detto il Grande

Jan Dabrowski

Ultimo re della dinastia dei Piast sul trono polacco, figlio di Ladislao I Łokietek re di Polonia, e di Edvige principessa di Kalisz, nacque nel 1310 e fu coronato il 25 aprile 1333; morị il 5 novembre 1370. Ammogliato pił volte, prima con Aldona Anna principessa lituana poi con Adelaide d'Assia e finalmente con Edvige, principessa di Głogów (Glogau), lasciò diverse figlie e tramandò la corona polacca a Luigi, re d'Ungheria. C. è una delle più grandi figure della storia della Polonia. È il vero creatore dello stato polacco, rinnovato dai padre Ladislao, ma lasciatogli in condizioni molto gravi a causa della lunga guerra con i Cavalieri Teutonici, che occupavano la Pomerania e la Kujavia, e a causa delle lotte con i Boemi, il cui re Giovanni di Lussemburgo occupò la Slesia e una parte della Mazovia, avanzando inoltre pretese di succedere a Venceslao II sul trono polacco. C. fece un accordo con Giovanni di Lussemburgo, in forza del quale questi rinunziò, nel 1335, ai diritti alla corona polacca, mentre C. rinunziava a sua volta ai principati di Slesia e di Mazovia che riconobbero la sovranità boema. Non essendo riuscito, nonostante la sentenza favorevole del papa (1339), a riavere la Pomerania dai Cavalieri Teutonici, concluse con essi a Kalisz nel 1343 la pace, in base alla quale i Cavalieri si tennero la Pomerania come una donazione, mentre la Kujavia tornò alla Polonia. Tuttavia durante tutto il suo regno C. non desistette dai tentativi di riacquistare queste terre perdute: egli affermò sempre che tutte le terre polacche appartenenti alla chiesa polacca (metropoli di Gniezno), e paganti l'obolo di S. Pietro, appartenevano legalmente alla Polonia e costituivano coronam regni Poloniae. E infatti riuscì a liberare dalla sovranità boema alcune parti della Mazovia (Plock), e incorporare alla Polonia tutta questa provincia, sia direttamente, sia come principato vassallo. Infruttuosi furono invece i suoi ripetuti tentativi per riprendere la Slesia. In compenso egli riuscì ad allargare le frontiere polacche nord-occidentali, e soprattutto a riacquistare alla Polonia una vastissima regione a sud-est: il principato di Halicz e Włodzimierz (salvo Łuck e Brześć) dopo lunghissime lotte (1340-1366) con i Tartari e i Lituani. Con gli Angiò d'Ungheria, che vantavano dei diritti su Halicz e che gli avevano prestato aiuto in varie occasioni, C. concluse nel 1350 un patto, in virtù del quale riconosceva loro il diritto di riscattare Halicz dalla Polonia, nel caso che non accedessero essi stessi dopo la sua morte al trono polacco. Infatti il trattato del 1339 con Carlo d'Ungheria, marito della sorella di C., Elisabetta, ammetteva i figli di questa al trono in Polonia; e il patto di Buda del 1355 tra C., Luigi d'Ungheria e i Polacchi, riconosceva a Luigi e alla linea maschile degli Angiò il diritto al trono polacco nel caso della morte di C. senza discendenza maschile, come infatti avvenne.

La Polonia deve a C. il suo grande risollevamento economico, grazie al popolamento e alla colonizzazione delle regioni spopolate o acquistate di recente, alla costruzione delle città e al miglioramento del commercio, incoraggiato con numerosi privilegi mercantili. Grazie all'acquisto della Rutenia si sviluppò molto il commercio con l'Oriente e furono stretti rapporti con le città sul Mar Nero. Numerosi vennero allora gl'Italiani, come mercanti o come industriali (organizzatori delle saline). La vita intellettuale polacca era d'altronde in quel tempo a contatto con la scienza italiana, in specie con la giurisprudenza: i giuristi polacchi formatisi in Italia (a Bologna, a Padova) furono i codificatori del diritto consuetudinario polacco (statuti di Casimiro il Grande). Sul modello di quelle italiane, fu pure organizzata l'universita fondata a Cracovia nel 1364. C. sistemò anche in modo eccellente le finanze, e poté quindi attuare tutto un programma di riorganizzazione dell'esercito, di costruzioni di chiese, di fortezze e di cinte fortificate (d'onde il detto: trovò la Polonia di legno e la lasciò in muratura). C. costruì, fra l'altro, la splendida cattedrale di Cracovia, capitale della Polonia, e il castello reale di Wawel.

Bibl.: G. Caro, Geschichte Polens, II, Gotha 1865; G. Dąbrowski, Dzieje Polski średniowiecznej (Storia della Polonia medievale), II, Cracovia 1926; I. K. Kochanowski, Kazimierz Wielki, Varsavia 1900; Paziewicz, Polytika ruska Kazimierza Wielkiego (La politica rutena di C. il Gr.), Varsavia 1923; O. Balzer, Królestwo polskie (Il regno polacco), I-III, Leopoli 1919-20; Ptaśnik, Kultura włoska wieków średnich w Polsce (La cultura italiana nel Medioevo in Polonia), Varsavia 1922.

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