CASCARILLA

Enciclopedia Italiana (1931)

CASCARILLA (diminutivo di cascara "corteccia"; lat. scient. Croton eluteria Benn.; fr. cascarille; ted. Kascarillenbaum; ingl. cascarillatree)

Fabrizio Cortesi

Con questo nome s'indica tanto la pianta quanto la droga che essa fornisce. La pianta (detta anche Cascarilla clutia Wood - Cluytia eluteria L.) è una specie della famiglia Euforbiacee ed è un arbusto o un albero non superiore ai 10 m. d'altezza. Le foglie alterne sono assai lungamente picciolate, ovali, lanceolate, intere o irregolarmente dentate, coperte di peli scagliosi peltati nella pagina inferiore. I fiori sono diclini, in piccoli grappoli terminali con i pistilliferi alla base e gli staminiferi all'apice. Il frutto è una capsula tricocca, coperta di peli argentei scagliosi. Vive nelle isole Bahama, in alcune delle Antille e forse all'estremità meridionale degli Stati Uniti: la principale produzione della droga avviene nell'isola di New Providence.

La droga è in commercio in pezzetti sottili, lunghi 3-10 cm., dello spessore di 0,5-2 mm., arrotolati o piegati a doccia; l'esterno è ricoperto di un periderma bianco, screpolato, che mostra al disotto un tessuto oscuro. Ha sapore amaro e disgustoso, odore aromatico e gratissimo. Fu confusa nei secoli XVI-XVII con la corteccia di china per il suo sapore amaro, tanto che si chiamava cortex chinae novae. Nel 1693 Stisser mise in rilievo la differenza fra le due cortecce. Fu usata in Inghilterra per migliorare il profumo del tabacco; il suo uso come medicamento risale al 1746. Contiene specialmente una sostanza amara, la cascarillina (C12 H18 O4).

La cascarilla in farmacologia fa parte del gruppo delle sostanze amare; la farmacopea italiana (1929) registra la corteccia e la tintura di cascarilla.

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