CASA

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

CASA

Plinio Marconi

. Da quando vennero redatte le voci abitazione e casa (I, p. 79, e IX, p. 255), gli edifici di abitazione in genere hanno avuto uno sviluppo notevolissimo dal punto di vista quantitativo e sono stati oggetto di studî acuti e diffusi; sicché la loro tipologia si è andata accrescendo di molto, mentre il loro organismo distributivo-tecnico-funzionale ed estetico è stato oggetto di perfezionamenti singolari.

Tale sviluppo non esclude peraltro che le larghe classificazioni offerte nelle voci summenzionate, riguardanti la casa secondo la speciale funzione sociale a cui si presta (case rurali, case popolari, operaie, economiche; case di civile abitazione; abitazioni signorili), ovvero secondo il grado di sfruttamento delle aree edificabili (estensive, semintensive, intensive), ecc., siano rimaste sostanzialmente le stesse.

I caratteri sociali della civiltà contemporanea nei paesi più evoluti hanno fatto sì che negli ultimi anni, in grado ancora maggiore che nei precedenti, il più intenso sviluppo qualitativo e quantitativo sia stato assunto non già dalle case individuali, ma dalle abitazioni collettive di carattere economico e, più ancora, dalle case operaie e popolari. Sociologhi, architetti, tecnici in genere, hanno offerto a questo tema le cure più meticolose; i congressi di urbanistica, di architettura, d'igiene, hanno concentrato su di esso la loro più viva attenzione: sono sorte così vere e proprie teorie sulla costruzione razionale delle case (la più completa, nota e diffusa, è quella di A. Klein), sull'organizzazione distributiva degli alloggi, ecc.

È accaduto così che, mentre le case individuali, dovendo rispondere a esigenze soggettive, tanto più libere quanto maggiore è il loro grado di ricchezza, hanno assunto schemi distributivi ognor più varî e strutture diversissime, le case collettive, tanto più quanto più modeste, dovendo soggiacere a vincoli oggettivi serrati, hanno assunto invece in ogni paese organizzazioni distributive sempre più limitate e tecnicamente rigorose.

L'elemento principale per attingere tali obiettivi consiste essenzialmente nel criterio della costruzioni in serie (standard), nel comporre cioè in un insieme edilizio, quali cellule di un organismo, diversi alloggi tipo, studiati meticolosamente in ogni elemento, in guisa da rispondere a determinati requisiti e allo scopo di giungere al massimo godimento dello spazio, al massimo rendimento delle strutture, alla massima comodità, alla migliore disposizione estetica, con un minimo di spesa.

Nell'ordinamento degli alloggi tipo, gli elementi considerati sono specialmente i seguenti:

a) semplificazione e riduzione dei disagi e della fatica per parte di chi governa la casa, da conseguirsi mercé la riduzione in lunghezza dei tragitti da compiersi tra le diverse parti dell'alloggio, particolarmente tra la cucina e la camera da pranzo, e più ancora tra i diversi organi di ciascuna stanza, e specialmente della cucina, ad esempio tra il fornello ed il lavandino, la dispensa, ecc.; ed ancora mercé l'eliminazione degli angoli più bruschi in detti tragitti e dei punti d'incontro fra tragitti diversi.

b) studio meticoloso dell'arredamento, il quale non viene più concepito come elemento accessorio, ma invece come parte integrante dell'organismo dell'appartamento, da progettarsi e da realizzarsi in uno con la struttura muraria. L'arredamento deve occupare minor volume di aria libera, minore superficie utile che sia possibile; il che si consegue, per esempio, incassando nel muro armadî, credenze, ripostigli; disponendo letti ribaltabili e girevoli, che scompaiano durante la giornata in appositi vani a muro; tavole ripiegabili, ecc. (figg. 1, 2);

c) separazione più netta che sia possibile delle varie funzioni svolgentisi nell'interno della casa: residenza diurna, residenza notturna e servizio.

Giungendo al limite di cotesti studî di utilizzazione, si è giunti recentemente al concetto dell'abitazione minimum, che è definita quale un insieme di locali così insieme composti, da poter accogliere nel minore spazio e col minimo delle strutture, col minimo dispendio quindi, quelle comodità che oggi si ritengono indispensabili alla vita civile.

Oltre alle condizioni di massima economia di spazio e di strutture, l'edilizia residenziale contemporanea tende a realizzare anche ottime condizioni igieniche, le quali riguardano particolarmente:

a) Il soleggiamento, e cioè la migliore esposizione ai raggi solari, dal punto di vista dell'illuminazione e del riscaldamento, degli ambienti di un edificio di abitazione. Tale condizione, importante specialmente nei paesi del Nord, si consegue, negli edifici comprendenti molti alloggi, disponendo il corpo di fabbrica (nell'ipotesi che esso sia rettangolare, allungato e comprendente parecchie unità-alloggio per piano) orientato da sud a nord, in modo che gli ambienti risultino esposti verso est e verso ovest.

Per conseguire un'esposizione al massimo grado efficiente (V. Rey-Pidoux-Barde, La Science des plans de villes) è anzi indicato che l'edificio sia orientato secondo il cosiddetto asse eliotermico (fig. 3), avente una direzione spostata di 19° circa verso est in confronto all'asse geografico nord-sud; direzione la quale offre una media dei benefici derivanti dalla massima intensità luminosa, raccoglibile nell'anno solare dai locali esposti dai due lati dell'asse, e dalla massima energia calorifica raccoglibile dai locali stessi: quantità che non sono evidentemente correlative a una medesima direzione.

Senza intendere una simile condizione come tassativa, si possono ritenere urbanisticamente corretti gli insiemi edilizî nei quali i corpi di fabbrica siano orientati tra la direzione sud-nord e la direzione sud-ovest - nord-est.

b) La ventilazione, la possibilità cioè che, in virtù della disposizione degli appartamenti nei piani, gli ambienti possano essere percorsi da correnti d'aria che valgano a mantenere più fresca e gradevole la temperatura d'estate e ad asportare l'aria viziata. La buona ventilazione naturale dell'alloggio si raggiunge essenzialmente attribuendogli un'esposizione bilaterale, cioè facendo sì che esso occupi tutta la larghezza del corpo di fabbrica; cosicché, attraverso i suoi ambienti, possa costituirsi una corrente d'aria trasversale.

Nei paesi nordici, dove la ventilazione naturale è sconsigliabile in ragione del clima, si ricorre, anche nelle normali case di abitazione, e perfino nelle case popolari, alla ventilazione artificiale, e agl'impianti di condizionamento, il che consente i sistemi distributivi divenuti ormai consuetudinarî, specialmente in Svezia, Norvegia, Finlandia, e consistenti nel riservare l'esposizione lungo le pareti esterne ai soli ambienti di abitazione diurna e notturna, disponendo invece tutti i servizî, cucine, gabinetti, bagni, ecc., nel cuore del corpo di fabbrica, naturalmente, oltreché ventilati, anche illuminati artificialmente.

c) Gli impianti igienici, che debbono essere il più possibile perfetti e completi in rapporto al carattere degli edifici. Specialmente nei paesi del Nord, e anche in Italia, negli ultimi anni tali impianti hanno raggiunto un alto grado di efficienza.

I molteplici miglioramenti realizzati nell'edilizia residenziale sono stati consentiti specialmente mercé l'alto grado di perfezione raggiunto nei sistemi costruttivi e la dovizia dei nuovi materiali posti a disposizione dell'architetto. Tali perfezionamenti riguardano anzitutto la struttura portante, specialmente in vista di abbandonare l'antico sistema delle murature continue in pietrame e mattoni, per adottare prevalentemente strutture a scheletro, le quali, oltre a riuscire più economiche quando l'edificio supera una certa altezza, particolarmente in rapporto alla più grande superficie di piano utilizzabile, sono assai più adatte a conferire agli appartamenti un'articolata distribuzione interna, una maggior comodità e razionalità dei servizî e delle comunicazioni (porte, passaggi, sportelli), e la massima parsimonia di arredamento esterno ai muri degli ambienti.

Innumerevoli sono ormai i materiali e le strutture adottati per rendere sempre più leggieri e nello stesso tempo altamente coibenti i pannelli di riempimento da interporsi tra le maglie delle ossature di cemento armato o di ferro; ad esempio, i varî tipi di mattoni forati di laterizio, i blocchetti di cemento, il conglomerato di cemento reso poroso con varî procedimenti, quali l'intromissione di schiuma di sapone o di polveri sviluppanti dei gas; i cementi soffiati; i calcestruzzi di pomice, a getto uniforme, ovvero usati in blocchetti o in tavelle; e ancora i conglomerati speciali con materiali leggieri, quali trucioli, foglie, lane vegetali (eraclit, tekton), ecc.

Le ossature di cemento armato si sono generalizzate ormai dovunque, anche per le case di abitazione; in molti paesi, dove il ferro è a buon prezzo, si adottano ossature portanti in ferro bullonato o saldato, non soltanto per le case altissime, nelle quali il loro uso è indispensabile, ma anche per case di media altezza: anche in Italia se ne sono costruite recentemente; ma l'indirizzo autarchico tende non soltanto ad escludere le ossature di ferro, ma altresì a ridurre l'uso del cemento armato ai soli casi in cui esso è indispensabile. Per i solai e i tetti piani, i sistemi oggi più generalizzati sono quelli misti di cemento armato e cotto: si sono escogitati innumerevoli sistemi in vista di diminuire ognor più il peso e il costo ed aumentare l'efficienza statica di tali strutture.

Anche nelle case di abitazione il tetto piano tende a sostituire sempre più quello a falde, munito delle tradizionali strutture di legname e cotto, dove le condizioni climatiche lo consentano.

Oltre alle strutture principali, la tecnica moderna ha portato tutte le sue cure alle opere di finimento delle case; si sono introdotti, ad esempio, tipi diversi di sistemi e materiali coibenti e isolanti per tetti, fondazioni, solai; sistemi speciali di illuminazione, adottanti il vetro solidariamente ai solai, alle vòlte, alle pareti (vetrocemento).

I serramenti di porte e finestre sono stati pure oggetto di studî meticolosi: si sono costruiti tipi in sommo grado perfetti ed economici, tanto di legno quanto di profilati metallici, come ferro, anticorodal, ecc.

Altrettanto accurate e molteplici sono state le ricerche che hanno portato all'adozione di pavimenti in materiali e strutture speciali, come il linoleum, la gomma, il sughero, il grès, il klinker, ecc., e di rivestimenti da parete interna ed esterna non meno moderni e perfetti (ad esempio, per rivestimenti interni i diversi compensati di legno, ovvero di legno e metalli diversi, o i diversi preparati di fibre vegetali o d'altro, come la lincrusta, il buxus; il vetro e la ceramica usati nei modi più varî, ecc.; e per i rivestimenti esterni svariatissime specie di intonaco assai più resistente del consueto a calce, come il terranova, il silexine, il terrasit, lo jurasit, ecc.). L'edilizia moderna esigendo tinte di toni vivaci e più durevoli di quelle fin qui usate, si vale pure di preparati nuovissimi, resistenti alle intemperie, lavabili, di facile uso, come la cementite, il silexore, la membranite, lo stic B, l'arsonia, il dulox e moltissimi altri.

Per quanto riguarda i particolari costruttivi e gl'impianti diversi (impianti igienici, servizî di cucina, riscaldamento, condizionamento, di lavanderia, ecc.), non può essere qui fatto cenno nemmeno sommario: la tecnica è progredita in questo campo larghissimamente, nel senso qualitativo e nel senso quantitativo.

Da tutti i succitati sviluppi della tecnica costruttiva non si può prescindere se si vuole apprezzare nel suo effettivo valore il notevole progresso conseguito dall'edilizia residenziale, in misura uguale se non maggiore di quello attinto da ogni altra specie di architettura.

Nella presente breve rassegna di aggiornamento, omettendo ulteriori notizie, oltre a quelle già date nella voce casa, per quanto concerne le case rurali, la cui tipologia non è di molto variata in quest'ultimo periodo, e omettendo quanto concerne le abitazioni signorili di carattere individuale e semindividuale (palazzo, villa, villino), per cui si rimanda alle singole voci, ci soffermiamo qui specialmente sul tema della casa comune, nella diversa gamma compresa fra il tipo "casa popolare" e il tipo "casa collettiva di abitazione signorile".

Si è già accennato al fatto che, dati i particolari sviluppi sociali verificatisi in tutti i paesi, e particolarmente in Europa, sopra tutto le case per le classi meno abbienti sono state oggetto di studî accurati e di notevoli realizzazioni.

È continuata con intenso ritmo ovunque la lotta contro l'urbanesimo corruttore per togliere gli strati più poveri della popolazione dalle zone malsane dei centri urbani, alloggiandole altrove, provvedendosi a vaste opere di demolizione e ricostruzione nei centri stessi. Tale politica ha avuto due diverse soluzioni. La prima riguarda l'alloggiamento degli sfrattati in regioni sia pure periferiche, ma relativamente vicine al nucleo interno; naturalmente, dato l'alto costo del terreno, si sono usate in tal caso costruzioni intensive. La seconda soluzione, rispondente soprattutto a concetti integrali di deurbanamento e ruralizzazione, vivi e attivi specialmente in Italia e in Germania, è consistita nello spostare addirittura vaste masse di popolazione in regioni esterne al centro urbano, alloggiandole in colonie rurali più o meno lontane dalle città (fig. 4) o addirittura in piena campagna e particolarmente in zone di bonifica; in questo caso si è adottata logicamente edilizia estensiva (casette a schiera, case multiple, ecc.) o addirittura si è ricorsi al sistema delle case isolate rurali o semirurali.

Esempî ottimi di tale edilizia sono costituiti in Italia dalle città e dai borghi delle bonifiche pontine: Sabaudia (figg. 5, 6, 7, 19, 20), Pomezia, ecc.; e in Germania dalle recenti formazioni di colonie agricole. Va invece perdendo ovunque fautori il concetto intermedio della città giardino, e cioè dell'insieme di case individuali ad uno o due piani, composte in aggregati organici nelle regioni immediatamente adiacenti a grandi città. Tali aggregati infatti non sono economici in causa del notevole prezzo delle aree edificabili e dall'alto costo degli impianti generali, né presentano i vantaggi delle costruzioni rurali o semirurali. Solo in Olanda, in Belgio, nella Svizzera e specialmente in Inghilterra, dove questa formazione è tradizionale ed altresì consentita da una ricca economia, essa viene adottata ancora su larga scala.

Le case popolari, a seconda del loro maggiore o minore agio, si distinguono in classi diverse: case popolari per ceti medî, destinate generalmente alla futura cessione in proprietà; case popolari comuni, da assegnare generalmente in fitto e destinate ai lavoratori; case ultrapopolari.

Dal punto di vista della distribuzione delle cellule-appartamento nell'edificio e della disposizione degli edifici nei lotti, mentre le case basse, con uno o due piani, hanno pressoché mantenuto inalterati i consueti raggruppamenti (casette isolate con un solo alloggio, case doppie o multiple, case a serie continua), le case intensive di altezza media (fino a sei piani), o alte (da sette in su), hanno aumentato di molto la loro tipologia.

Le principali soluzioni tipiche dei gruppi intensivi sono:

1. a blocco chiuso, con corpi di fabbrica disposti in margine di strada, comprendenti un cortile chiuso;

2. a blocco aperto, con corpi di fabbrica disposti a margine di strada, ma con soluzioni di continuo, tali da rendere l'interno cortile largamente comunicante con l'esterno;

3. in linea, con corpi di fabbrica rettilinei disposti più comunemente in direzione normale od obliqua in confronto alle arterie stradali, più raramente in margine di strada.

Quest'ultima disposizione ha avuto, negli ultimi anni, molti fautori, soprattutto nelle regioni nordiche, dati i vantaggi che essa presenta, secondo quanto si è detto dianzi, in rapporto al soleggiamento e per le migliori soluzioni che esso consente alla disposizione degli appartamenti, stante l'eliminazione degli incontri ad angolo fra i varî corpi di fabbrica.

La formazione a blocco presenta per contro il beneficio di un più intenso sfruttamento dell'area edificabile, beneficio che peraltro non si ritiene oggi preponderante in confronto al danno dell'insufficienza igienica: talché oggi cotesto sistema non si usa che raramente per case d'abitazione. Il sistema a blocco aperto contempera i vantaggi e gli svantaggi degli altri due sistemi ed è usato oggi prevalentemente in Italia, benché anche il tipo lineare vi faccia progressi notevoli.

Una ulteriore definizione della tipologia edilizia delle case popolari è offerta dallo schema dei disimpegni forniti alle singole cellule-appartamento nel blocco. L'architetto G. Samonà, nella sua opera sulla Casa popolare, così distingue i tipi edilizî sotto questo rapporto:

a) Fabbricato di tipo denso con disimpegno centrale, quando più appartamenti per piano sono situati da bande opposte di un disimpegno centrale, rilegato generalmente a una o due scale.

b) Fabbricato di tipo denso con disimpegno da scale, quando più appartamenti per piano, ognuno dei quali si affaccia da una sola parte del fabbricato, sono disimpegnati dal tavoliere di una sola scala.

c) Fabbricato di tipo semidenso, quando due appartamenti per piano, che occupano tutta la profondità del fabbricato, sono disimpegnati da una sola scala.

d) Fabbricato di tipo rado, quando più appartamenti per piano sono disimpegnati da un ballatoio esterno collegato a scale di estremità o ad una o più scale centrali.

Dal punto di vista dell'opportunità economica e distributiva, in relazione anche a dati ambientali diversi, sono da fare circa ciascuno di questi tipi i seguenti rilievi:

Tipo a). - È assolutamente inadatto in climi caldi per ovvie ragioni igieniche relative alla ventilazione. Si usa quindi prevalentemente nei paesi nordici, particolarmente in Svezia, e solo nel caso di un raggruppamento di appartamenti piccoli, giacché allora si utilizza al massimo la superficie del disimpegno centrale. Si adotta generalmente per corpi di fabbrica a parecchi piani, orientati razionalmente. Gli appartamenti possono essere disposti su un solo piano, ovvero su due piani ciascuno. Nel primo caso il corridoio-disimpegno ha luogo in tutti i piani ed è servito da scale disposte alle estremità terminali del corpo di fabbrica ovvero, se il corpo di fabbrica è molto lungo o assai corto, in punti intermedî. Talvolta, se il corpo di fabbrica ha estensione più limitata ancora, il disimpegno interno può essere ridotto al tavoliere di un'unica scala centrale (fig. 8). Se gli appartamenti sono su due piani, il corridoio-disimpegno ha luogo alternativamente ogni due piani: di tale disposizione si sono fatte applicazioni recenti assai interessanti anche in Russia e in America (figg. 9, 10).

Tipo b). - Secondo questo schema, parecchi appartamenti, più di due e talvolta fino a 6 o ad 8, sono serviti ad ogni piano da uno stesso tavoliere di scala. È il più comune in ogni paese, perché corrisponde a schemi tradizionali, e ben si presta a servire gli aggruppamenti usuali, a blocco chiuso o aperto, e particolarmente in corrispondenza agli innesti fra corpi di fabbrica; è stato usato recentemente, in Italia e fuori, con accorgimenti interessanti (figg. 11, 22): tuttavia esso presenta sempre, dal lato igienico, specie in climi caldi, gl'inconvenienti già segnalati (scarso soleggiamento, deficiente ventilazione).

I tipi migliori sono quelli di piccole abitazioni con servizî interni aereati a mezzo di cavedî.

Tipo c). - Eccellente schema, che si presta soprattutto al servizio di appartamenti grandi e medî ma anche piccoli: particolarmente propizio, stante l'eccellente soleggiamento e la buona ventilazione naturale trasversale, ai climi tiepidi o caldi, adatto per la formazione di corpi di fabbrica lineari. Quasi tutta la più recente e aggiornata edilizia popolare tedesca si fonda su questo schema (figg. 18, 21, 23) che è largamente usato anche in Italia.

La più usuale disposizione interna di questi appartamenti consiste nell'ubicare la stanza da pranzo attigua alla cucina o al gabinetto, da un lato del corpo di fabbrica, mentre l'altro lato è occupato dalle stanze da letto con i servizî inerenti.

Tipo d). - Questo tipo, frequente in Italia per case popolarissime anche nell'anteguerra, successivamente pressoché abbandonato, è stato rimesso in onore dall'edilizia tedesca del dopoguerra. Esso offre il vantaggio di una eccellente disposizione in rapporto al soleggiamento e alla ventilazione. È assai propizio alla formazione, tecnica e plastica, di fabbricati lineari. È oggi usato largamente nei paesi d'ogni latitudine (fig. 12), tranne nei freddissimi paesi del Nord, dove ad esso si sostituiscono vantaggiosamente gli schemi densi a) e b).

Oltre ai suddetti quattro schemi principali, per cui è stata qui assunta la terminologia indicata dall'architetto Samonà nell'opera sopracitata, si sono attuati recentemente nelle case popolari intensive diversi tipi edilizî, come quelli dei varî corpi di fabbrica sviluppantisi da un centro o nucleo comune (fig. 13), od altri più eccezionali.

Tutti i tipi fin qui descritti appartengono alla classe edilizia delle case medie o alte. È provato che, nelle condizioni economiche attuali delle città europee, mentre il costo unitario per vano diminuisce (e quindi aumenta il reddito dell'edificio), col crescere dell'altezza del fabbricato fino ad un massimo di 10 o 11 piani, il superare tale limite non risulta economico, stante il maggior costo delle strutture che non risulta ulteriormente compensato dall'economia del terreno, della fondazione, del tetto e dei servizî generali.

Tuttavia condizioni urbanistiche particolari hanno recentemente consigliato di sviluppare, invero piuttosto per abitazioni civili o signorili che per case popolari, progetti di edifici eccezionalmente alti, per i quali varî architetti e urbanisti di valore, quali Le Corbusier, Lurçat, Brinckmann, Beaudoin e Lods, ecc., hanno adottato degli schemi a torre (fig. 14), la cui principale caratteristica è la mancanza di onerosi e vasti disimpegni per gli appartamenti, i quali vengono generalmente serviti da batterie di ascensori e montacarichi sussidiati da scale di servizio; ovvero, se l'altezza non è eccessiva e l'estensione modesta, da una sola scala centrale munita di ascensore e montacarichi. Tali progetti, evidentemente poco propizî all'economia edilizia europea, non hanno avuto peraltro finora realizzazione pratica sensibilmente estesa.

Fra l'organica costituzione delle case popolari o economiche intensive e la corrispondente categoria delle case collettive di civile abitazione, non c'è distinzione netta. Il tipo edilizio si eleva man mano di tono senza soluzione di continuo. Peraltro le case ad appartamenti destinate a classi più agiate, non essendo più generalmente realizzate da vasti istituti o consorzî, ma da società minori e addirittura da privati, non sono più organizzate in estesissimi blocchi, ma su lotti di terreno più piccoli e frammentarî, situati in zone meno periferiche o addirittura centrali. Questi edifici o sono di proprietà di un'unica società o di privati, che cedono in affitto gli appartamenti, ovvero appartengono in condominio a diversi privati.

La tipologia degli appartamenti diviene più varia e quindi difficilmente classificabile, rispondendo a concetti funzionali ed estetici meno rigidamente economici, sempre più individuali e liberi (fig. 16).

Gli schemi densi con disimpegno centrale e radi con ballatoio esterno, scompaiono in queste categorie di edifici: rimangono efficienti gli schemi con disimpegno a mezzo di scale serventi uno, due, raramente più appartamenti per piano.

Le case di civile o signorile abitazione non sono quasi mai molto alte: è loro caratteristica costante un maggior agio, ed anzi, nei tipi più elevati, una totale signorilità di spazi, disposizione, materiali, negli ambienti di comunicazione e disimpegno, quali androni, passaggi e scale; mentre, a lato di questi organi di disimpegno padronali, altri, completamente indipendenti, sono riservati invece alla servitù (ingressi, scale, talvolta ascensori e montacarichi di servizio).

Gli appartamenti sono conformati in modo da realizzare una completa segregazione degli ambienti di servizio (cucina, camera e gabinetti per la servitù, dispense, guardaroba, ecc.) da quelli di soggiorno e riposo padronali; mentre anche fra coteste due ultime categorie si va instaurando una sempre più netta distinzione: le tre diverse classi di ambienti risultano poi mutuamente disposte nel senso più propizio alle esigenze particolari dei proprietarî o inquilini.

Negli appartamenti di abitazione signorile, benché organizzati in edifici collettivi, assume particolare importanza, tanto più quanto più è ricco l'edificio, la classe degli ambienti di soggiorno: stanze da stare, ingressi, sale, salotti: classe la quale poi, nelle abitazioni signorili individuali (ville di lusso e palazzi), assume addirittura il rilievo di un vero e proprio appartamento di rappresentanza.

I materiali di superficie e rivestimento diventano ognor più pregevoli: marmi, vernici speciali, decorazioni musive, dipinti o sculture, arredamenti di lusso, ecc.

Alle case civili o signorili di abitazione collettiva, sono talvolta assimilabili tipi edilizî di maggior pregio e minor mole; ad esempio, in Roma, le palazzine, le quali, pur comprendendo talvolta numerosi appartamenti, sia per le loro proporzioni, sia per i rapporti indicati dal regolamento edilizio fra superficie coperta e scoperta, sia per i vincoli di altezza, costituiscono talvolta un quid medium tra le case di civile abitazione e i palazzi (figure 16, 17, 28, 29).

Non consentendo la vastissima tipologia delle case civili e signorili d'abitazione realizzate in tempi recenti una classificazione riassuntiva, si offrono qui alcuni fra i più significativi esempî di realizzazione del tema.

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