CARTOGRAFIA

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)

CARTOGRAFIA (IX, p. 230; App. II, 1, p. 519)

Sandro Toniolo

Negli ultimi anni si è assistito a un graduale processo di trasformazione e di rinnovamento dei sistemi di lavorazione cartografica, che hanno influito in varia misura sulla qualità e sull'entità della produzione e sull'ampiezza stessa delle aziende cartografiche; queste tendono ora sempre più verso dimensioni ottimali apparentemente contrastanti: la grande impresa cartografica, dove il ciclo di lavorazione e stampa è completo, e l'azienda di tipo artigianale, dotata di attrezzature modeste e tradizionali, che consentono però una produzione spesso qualificata e costi contenuti.

Fra le innovazioni principali nel campo tecnico della preparazione e della stampa sono le seguenti:

L'impiego sempre più diffuso dei fogli plastici trasparenti, costituiti da resine sintetiche per lo più a base di cloruro di polivinile, che si trovano in commercio sotto i nomi Astralon, Astrafoil, Sicoprint, ecc., o di policarbonati noti in commercio con i nomi Stablon, Agfafoil, Pokalon, ecc. Essi sono usati sia come supporto per il disegno, utilizzando specialmente la faccia "mat" dotata di una finissima smerigliatura che consente una grande precisione nel disegno dei tratti, sia quali intermediari nella preparazione degli originali definitivi prima del passaggio alla matrice di stampa su lastra metallica. I fogli plastici sono praticamente insensibili, almeno entro certi limiti, alle variazioni di temperatura e di umidità, inattaccabili da acidi e da alcali, incombustibili; si prestano all'uso dell'inchiostro di china, ma ancor più di inchiostri speciali a base di solventi che intaccano il supporto e s'incorporano con esso, offrono la massima garanzia per la conservazione in archivio e assicurano un comodo e facile maneggio; opportunamente sensibilizzati e sottoposti a determinati procedimenti fotomeccanici, nei quali viene sfruttata la capacità d'indurimento dell'albumina quando viene esposta alla luce, offrono la possibilità di eseguirvi copiature per contatto, copie policrome e impronte litografiche azzurre. Un tipo speciale di fogli vinilici bianchi opachi è stato studiato e largamente adottato per la fabbricazione di globi e di plastici geografici in rilievo: i fogli, dopo essere stati stampati, su una sola o su entrambe le facce (è questo il caso di quei globi luminosi ad uso scolastico che presentano l'immagine fisica della terra, ma che assumono la colorazione politica quando si accende la lampadina postavi all'interno), vengono lavorati a decompressione, previo riscaldamento, assumendo le forme delle matrici, su cui sono fatti aderire perfettamente. Per alcune operazioni, ai fogli plastici si possono preferire le lastre di cristallo, che assicurano una stabilità dimensionale ancora maggiore, ma presentano l'inconveniente di essere fragili, pesanti, di uso delicato e di difficile archiviazione.

L'uso sempre più esteso dei sistemi fotografici, anche per la soddisfacente stabilità dimensionale delle attuali pellicole, rispetto ai procedimenti litografici, che in passato erano nettamente predominanti, quando non esclusivi, nel campo della riproduzione cartografica.

L'incisione su fogli plastici o su lastre di vetro, che fungono da supporto trasparente a un'apposita patina opaca stesavi sopra uniformemente; questa viene incisa, o meglio asportata, mediante speciali strumenti, provvisti di una punta di zaffiro o di acciai speciali, in corrispondenza dei segni precedentemente calcativi sopra; viene così messo allo scoperto il supporto trasparente, il quale corrisponde alla copia negativa del disegno che si vuole ottenere.

La preparazione delle campiture dei colori mediante il sistema dello strappo (stripping). Esso consiste nell'asporto progressivo di lembi di una sottilissima copertura opaca stesa uniformemente su un supporto trasparente (foglio plastico o lastra di cristallo), seguendo i contorni delle superfici volute. A strappo avvenuto, il supporto funge da "maschera", cioè da negativo della campitura di colore desiderata, dalla quale si passa dopo la retinatura e gli abbinamenti necessari alla copia definitiva della matrice di stampa di un determinato colore.

La diffusione della macchine offset per la stampa indiretta a 2 e a 4 colori e con formati fino a 110 × 160 cm, che consentono una produzione maggiore e più spedita. Per lavori di carattere commerciale vengono impiegate anche le roto-offset a 4 colori, che danno prestazioni non sempre eccellenti ma consentono alte tirature in pochissimo tempo.

La riduzione, in vista di un sempre maggiore contenimento dei costi, dei colori di stampa, grazie a un più largo impiego della retinatura. Si tratta di un metodo che consiste nello scomporre una campitura di colore in linee o punti più o meno consistenti, così da ottenere le volute variazioni d'intensità cromatica. Per es., le varie tonalità di blu per indicare su una carta le diverse profondità del mare sono ottenute con un solo passaggio di macchina, cioè con la stampa sulla carta di un solo inchiostro, previa la necessaria preparazione della matrice, che riceve e trasporta sulla carta da stampare campiture piene o retinate di colore, dando luogo alla voluta gradazione delle tinte blu.

L'impiego della fotocomposizione degli scritti mediante apposite macchine (Typofot, Diatype, ecc.). Si ottiene una pellicola sottile, dalla quale i nomi vengono ritagliati singolarmente e fatti aderire al posto prestabilito su supporti trasparenti.

L'applicazione dell'automazione al processo di lavorazione cartografica, che consente operazioni enormemente più rapide, nonché la conservazione delle informazioni nelle memorie dei calcolatori elettronici secondo le loro caratteristiche qualitative e quantitative, la loro posizione spaziale e la classifica dei legami e delle evoluzioni dei vari fenomeni. Le informazioni, così raccolte, possono essere utilizzate in vari modi e riportate direttamente su carte diverse per impostazione redazionale e grafica, scala e proiezione.

Nella più recente c. si possono rilevare nuove tendenze, suggerite spesso dalle innovazioni tecniche, ma a volte anche solo dagli orientamenti della moda e dal desiderio di fare qualcosa di nuovo per compiacere un mercato sempre più esigente e distratto.

Tra le principali si possono considerare le seguenti:

La preferenza accordata, nelle opere meno tradizionali, a caratteri di stampa più moderni, specialmente bastoni, e il diffuso deprecabile abbandono - dovuto spesso a ignoranza delle basilari norme cartografiche e a una discutibile neofilia - dei caratteri usati tradizionalmente per indicare i vari tipi di oggetti geografici (per es., romani o corsivi ma sempre inclinati a sinistra per gl'idronimi, bastoni ingrossati con o senza basi per gli oronimi, ecc.).

L'idrografia e gli idronimi in blu o comunque in un colore di stampa diverso da quello degli scritti e della "situazione" (cioè strade, ferrovie e ogni altro elemento lineare, esclusa l'idrografia), al fine di evitare costose riserve nei punti d'incontro dei toponimi con il tracciato delle coste e dei corsi d'acqua e di dare alle carte un aspetto più fresco e leggero.

Il disegno a sfumo del rilievo, che trova sempre più larga applicazione, perché di più facile esecuzione e di maggior effetto plastico rispetto al tratteggio, che però permane negl'impianti più vecchi o d'impronta tradizionale.

L'estensione del valore simbolico ad alcuni colori nelle carte tematiche come le geologiche, le climatiche, le stradali (in queste ultime, per es., le tinte di fondo rosso e giallo si sono gradualmente imposte ormai universalmente a contrassegnare le strade più importanti).

La diffusione sempre maggiore di una nuova gamma di tinte altimetriche, che sconvolge il sistema tradizionale impostato dal tedesco K. Peucker sui colori verde-giallo-bruno-rosso in seguito ad accurate ricerche nel campo dell'ottica. La novità consiste nel rendere più leggere e trasparenti le tinte delle aree più elevate, sia per dare un'impressione più immediata e rarefatta delle cime, sia per consentire un gioco più scoperto e suggestivo al disegno a sfumo del rilievo così magistralmente realizzato dai maestri svizzeri, fra i quali principalmente E. Imhof.

La produzione cartografica italiana è regolata da una legge, emanata nel febbraio 1960, che stabilisce le norme sulla c. ufficiale dello Stato e sulla disciplina della produzione e dei rilevamenti terrestri e idrografici. In tale legge sono definiti organi cartografici dello Stato l'Istituto Geografico Militare (IGM), l'Istituto Idrografico della Marina (IIM), il Servizio Geologico, l'Amministrazione del catasto e dei servizi tecnici erariali, la Sezione fotocartografica dello Stato Maggiore dell'Aeronautica; e sono dichiarate carte ufficiali dello Stato quelle prodotte da detti enti e da essi definite tali. Alla commissione geodetica italiana è devoluto l'incarico dell'impostazione generale e del coordinamento dei dati di varia provenienza forniti dai diversi organi. Accanto agli enti cartografici ufficiali continuano nella loro attività più o meno intensa numerosi enti e aziende private, che indirizzano la loro produzione principalmente verso i settori didattico, turistico e di consultazione a media e a piccola scala, nonché verso la compilazione di carte tecniche e carte tematiche.

L'Istituto Geografico Militare prosegue nella sua intensa e molteplice attività nel settore topografico e cartografico.

La maggiore novità degli ultimi anni consiste nell'arresto imposto all'aggiornamento della c. alle scale 1:25.000, 1:100.000 e 1:200.000, avente caratteristiche prettamente nazionali, e nella nascita di una nuova serie di carte rispondenti a criteri di unificazione, di massima, europea. Di particolare importanza è la creazione, al posto del 25.000, della Carta d'Italia al 50.000 che si diversifica totalmente da quella di pari scala, che era servita per l'elaborazione della carta topografica al 100.000, e deriva dalla rielaborazione delle tavolette al 25.000, alle quali in un primo tempo si è affiancata ma che tende a sostituire completamente. Essa sarà costituita, a lavori ultimati, da circa 660 fogli; ne sono stati pubblicati finora oltre 150 riguardanti parte dell'Italia settentrionale e centro-orientale, tutta la Sicilia e altre zone particolari. Ogni foglio risulta sottomultiplo di una c. al 250.000, inquadrata a sua volta in una carta 1:1.000.000 praticamente identica alla Carta internazionale del mondo al milionesimo; si estende per un'ampiezza di 20′ in longitudine e di 12′ in latitudine ed è delimitato da meridiani contrassegnati dai valori multipli di 20′ con origine al meridiano di Greenwich e da paralleli contrassegnati dai valori multipli di 12′ con origine all'equatore. Le dimensioni medie della superficie a stampa sono di 56 × 44,5 cm circa, corrispondenti a un'estensione di territorio rappresentato di circa 620 km2 in media (il vecchio quadrante al 50.000, pari a 4 tavolette al 25.000, ne copriva in media 360). La proiezione adottata è quella di Gauss, sistema UTM, riferita all'ellissoide internazionale, con orientamento medio europeo (ED 1950) e origine delle longitudini a Greenwich, applicato a fusi di 6° in longitudine, con meridiani centrali a 9° e 15°. L'inquadramento geodetico è basato sui punti trigonometrici dei vari ordini della rete geodetica nazionale. In ogni foglio sono anche inseriti i riferimenti della proiezione Gauss-Boaga, nella quale sono elaborate le cartografie al 25.000 e al 100.000. La nuova carta, sia pure a scala dimezzata rispetto al 25.000, presenta uno spoglio molto limitato, per cui la quantità delle informazioni risulta ridotta di poco, mentre aumenta sensibilmente la visione geografica del territorio raffigurato: in ogni foglio al 50.000 la superficie rappresentata equivale a quella di ben 6,5 tavolette al 25.000. La mancanza di dettaglio della carta al 25.000 verrà compensata dalla disponibilità della Carta tecnica al 5000 e al 10.000, che le Regioni si apprestano a eseguire. La carta al 200.000 in 67 fogli, iniziata nel 1950 e completata nel 1965, sarà sostituita dalla Carta regionale al 250.000, di cui sono stati finora pubblicati i fogli del Friuli-Venezia Giulia, del veneto, della Lombardia, della Toscana, della Sicilia, ed è in lavorazione quello del Piemonte. L'IGM, oltre alle carte a copertura nazionale, produce anche altra c. d'interesse particolare; citiamo quale esempio la carta del Massiccio del K2 (1957) a seguito dei rilievi fotogrammetrici eseguiti con la spedizione Desio 1954 e la Carta speciale di Cortina d'Ampezzo al 25.000, allestita per le Olimpiadi del 1966. Inoltre la carta al 100.000 è stata adottata come base per carte tematiche, come quella archeologica, compilata a cura della Sovrintendenza alle Antichità e Belle Arti, e quella delle valanghe.

Nel campo della c. a grande e a grandissima scala, oltre all'opera del Catasto che, dopo aver provveduto a rilevare, ora conserva e aggiorna le mappe catastali di tutti i comuni d'Italia descrivendo la situazione planimetrica del territorio nazionale dal punto di vista della proprietà fondiaria e urbana, delle colture e dell'utilizzazione del suolo, è opportuno riferire brevemente sulla realizzazione in atto della Carta Tecnica Regionale al 5000 e al 10.000, destinata a colmare la grande lacuna oggi esistente, e ancor più fra qualche anno con la completa sostituzione del 25.000 con il 50.000 dell'IGM, fra le carte topografiche dell'IGM e quelle a grandissima scala (al 1000 e al 2000) del Catasto. L'approntamento di tale carta, indispensabile quale base per la moderna pianificazione e programmazione, non può essere affrontato dagli organi cartografici dello Stato ed è stato perciò suddiviso fra più enti territoriali, i quali dispongono dei poteri e dei mezzi a ciò necessari: fra questi in primo luogo le Regioni.

La Carta tecnica, già in fase di avanzato allestimento presso alcune regioni, quale specialmente il Friuli-Venezia Giulia, e di studio presso altre, è rilevata con il metodo aerofotogrammetrico; di essa fanno parte anche i fotogrammi della copertura, opportunamente epurati da quanto è oggetto di riservatezza militare e messi a disposizione del pubblico, previo raddrizzamento od ortoproiezione, eventualmente sotto la forma di fotocarte al 5000 e al 10.000. La proiezione è quella di Gauss-Boaga, la stessa delle carte al 25.000 dell'IGM. L'altimetria è resa mediante curve di livello con equidistanza di 5 m, curve direttrici con equidistanza di 25 e curve ausiliarie di 1 metro. I particolari topografici sono riprodotti in scala, per cui l'impiego dei simboli è ridotto al minimo. La carta in genere non viene stampata; per ogni elemento di essa viene allestito un unico originale su foglio plastico trasparente, atto alla riproduzione eliografica, dal quale vengono tratte di volta in volta a richiesta le copie eliografiche occorrenti, ovviamente in un solo colore. Solo per taluni elementi più importanti e più richiesti viene approntata l'edizione a stampa, eventualmente a più colori, com'è il caso dei numerosi elementi cartografici della Carta Tecnica dell'Italia meridionale, che la Cassa per il Mezzogiorno si propone di realizzare in cinque colori.

Prosegue intanto presso l'Istituto Idrografico della Marina l'intenso lavoro, iniziato nel 1948, di rilevamento sistematico di tutti i mari d'Italia; dal 1962 è in atto pure il rilievo ex novo di tutti i porti e sorgitori delle carte metropolitane. È stato invece abbandonato nel 1962, perché non più attuabile, l'aggiornamento della c. del Mar Rosso per un totale di circa 50 carte. Dall'inizio del 1955 alla fine del 1974 l'IIM ha pubblicato 253 nuove carte, 247 carte di nuova edizione e circa 2400 nuove ristampe.

Entro il 1970 il Servizio Geologico ha portato a completamento la prima edizione della carta geologica d'Italia al 100.000, a eccezione di parte della Sardegna, e ha provveduto all'aggiornamento, in seconda edizione, di 123 fogli. A partire dal 1971, inoltre, considerata ormai non più rispondente alle necessità della c. geologica la carta al 100.000, ha iniziato la preparazione e la stampa di carte geologiche al 50.000, allineando la sua produzione a quella internazionale. Fra le pubblicazioni più recenti, infine, va segnalata la Carta mineraria al milione. Un'importante realizzazione in corso di attuazione da parte della Cassa per il Mezzogiorno è infine la Carta geologica della Calabria al 25.000 in 182 fogli.

Fra gli enti privati si sono distinti anche negli anni più recenti per l'entità e la qualità della loro produzione cartografica il TCI e l'Istituto Geografico De Agostini.

Il Touring Club Italiano, oltre a tenere costantemente aggiornate le piante di città, per le sue guide d'Italia, e le sue carte stradali, specialmente quella automobilistica d'Italia al 200.000 in 30 fogli e quella delle zone turistiche al 50.000, ha portato a termine in quest'ultimo periodo alcune impegnative opere cartografiche, quali: la Carta dell'utilizzazione del suolo d'Italia al 200.000 in 26 fogli per conto del CNR e del Catasto, diretta da C. Colamonico; la Carta delle zone archeologiche d'Italia al 200.000 in 30 fogli, pubblicata in coedizione con il ministero della P. I.; la Carta stradale d'Europa al 500.000 in 17 fogli, iniziata nel 1953; la Carta automobilistica d'Italia all'800.000 in 2 fogli; alcune centinaia di piante di città per la recente collana Guida d'Europa; l'Atlante Automobilistico d'Italia al 200.000, in 3 volumi; l'Atlante e repertorio geografico (1973) per il Lessico Universale Italiano, a cura di S. Toniolo e di P. Migliorini. Ha inoltre iniziato una collana di Carte stradali d'Europa al milionesimo (Spagna e Portogallo 1974, Francia 1975, Svizzera e Austria 1976, Germania, Belgio e Paesi Bassi pure 1976) destinata a sostituire la Carta stradale d'Europa al 500.000. L'opera di maggior impegno è stata tuttavia l'ottava edizione, interamente aggiornata, dell'Atlante Internazionale del Touring Club Italiano (1968), curata da M. Castiglioni fino al 1964 e poi da S. Toniolo.

L'attività dell'Istituto Geografico De Agostini (IGDA) ha interessato tutti i settori cartografici, ma in prevalenza quello degli atlanti di consultazione e scolastici e quello delle cartine tematiche a corredo delle varie enciclopedie di recente produzione.

Del Grande Atlante Geografico è uscita nel 1959 la 5ª edizione, curata come in precedenza da L. Visintin, che era mancato l'anno prima. L'opera risultava priva della parte storica e del testo, presenti nell'edizione precedente, ma era dotata di un ricco e pregevole corredo di carte tematiche. La 6ª edizione, uscita nel 1967 in tre volumi, ripristinava, ampliandolo, il corredo storico e assumeva il titolo La Terra. Grande atlante geografico economico storico. Nel 1972 usciva infine, a cura di U. Bonapace e G. Motta, la 7ª edizione, arricchita da un interessante apparato illustrativo. Di questo atlante, che rappresenta l'opera cartografica più vasta e impegnativa dell'IGDA, sono state allestite negli ultimi anni un'edizione per la Repubblica Federale di Germania (Goldmanns Grosser Weltatlas) nel 1963 per l'editore Goldmann, una per la Gran Bretagna (Encyclopaedia Britannica International Atlas) nel 1965, come edizione riservata per quella famosa enciclopedia, e una per la Spagna (Gran Atlas geográfico económico histórico) nel 1967 in coedizione con l'editore Salvat. Altri atlanti pubblicati recentemente dall'IGDA sono: l'Atlante dell'Europa Occidentale nel 1962 nelle edizioni italiana, francese, tedesca e olandese; il World Atlas of Agriculture, in fase di completamento; e una raccolta di carte tematiche per la Comunità Europea nel 1974. Ricchissima è poi la serie degli atlanti scolastici, sia geografici, che tematici o storici, pubblicati per la scuola italiana e per paesi stranieri. È doveroso ricordare almeno l'Atlante geografico metodico, completamente rifatto nel 1969 da U. Bonapace e da G. Motta, dal quale traggono origine quasi tutti gli altri atlanti scolastici più recenti. Per l'estero l'IGDA ha prodotto inoltre, in questi ultimi anni, numerosi atlanti scolastici: per la Turchia in coedizione con Bir Yayinevi; per la Francia per la Librairie Larousse e in coedizione con F. Nathan e con la Grange Batelière; per la Spagna per la Editora y Distribuidora Hispano-Americana e in coedizione con la Editorial Teide; per il Portogallo in coedizione con la Livrairia Sa da Costa Editora; per la Bolivia per gli Editores R. R. Camacho Lara; e per i Paesi Bassi un atlante di livello scolastico a corredo dell'edizione olandese dell'enciclopedia Universo. Vanno infine citati i numerosi atlantini e carte stradali, fra cui la Carta automobilistica d'Italia al 300.000 in 37 fogli, le varie centinaia di piante di città italiane ed estere e il corredo cartografico, interamente rinnovato nel 1970, del Calendario Atlante.

Fra gli altri editori italiani, che negli ultimi anni hanno operato in campo cartografico, sono da segnalare i Fratelli Fabbri, che nel 1968 hanno pubblicato un Grande Atlante Geografico, a cura di P. Dagradi; Mondadori, che ha curato l'edizione italiana dell'Atlante Internazionale di Rand Mc Nally; Curcio, che ha allestito l'edizione italiana (Grande Atlante Internazionale Curcio) del Herder Handatlas; Rizzoli che ha preparato alcune centinaia di cartine, prevalentemente tematiche, per le sue varie enciclopedie; Paravia, Lattes, SEI, Principato, Vallardi e specialmente Zanichelli, la cui produzione si è per lo più limitata al settore scolastico.

Carte topografiche a grande scala e catastali vengono allestite da numerose imprese di rilievi aerofotogrammetrici, fra le quali l'EIRA di Firenze, l'IRTA di Milano, l'Alisud di Ercolano e la SARA di Roma. Il servizio cartografico dell'AGIP Mineraria cura l'allestimento di carte ricognitive, geomorfiche e topografiche sulla base di rilievi fotogrammetrici. Altre aziende cartografiche, che producono carte di vario tipo e scala, generalmente su commissione, sono la Geomap e la Litografia Artistica Cartografica di Firenze, la Geotecneco di San Lorenzo in Campo, la Cartografia Riccardi e lo Stabilimento tipografico Salomone di Roma.

All'estero, la Rep. Fed. di Germania e l'Unione Sovietica sono stati i paesi più attivi nel campo della produzione di atlanti sia di consultazione che a livello didattico.

In Germania l'editore Bertelsmann di Gütersloh ha pubblicato tre pregevoli atlanti, il Bertelsmann Hausatlas nel 1960, il Grosser Bertelsmann Weltatlas nel 1961 e il Bertelsmann Atlas International nel 1963; il Bibliographisches Institut di Mannheim ha fatto uscire a partire dal 1965 il Meyers Grosser Physischer Weltatlas in 8 volumi e nel 1970 ha pubblicato il Meyers Neuer Handatlas; l'editore Herder di Friburgo ha pubblicato nel 1966 il Neuer Herder Handatlas. L'Unione Sovietica ha prodotto anche ultimamente opere di grande mole e di altissimo pregio, quali il Fizikogeografičeskij atlas mira (1964), l'Atlas narodov mira (1964), l'Atlas Antarktiki (1966), il Russkij istoriko-etnografičeskij atlas (1967) e l'edizione in inglese (The World Atlas, 1968) dell'Atlas mira; di notevole interesse sono anche gli atlanti regionali dedicati ad alcune repubbliche federate, quali la Georgia (1964), l'Armenia (1961), l'Azerbajdžan (1963), l'Uzbekistan (1963) e l'Ucraina con la Moldavia (1962), e altri atlanti sull'economia del paese, quali l'Atlas sel'skogo khozjajstva SSSR (1960) e l'Atlas razvitija khozjajstva i kultury SSSR (1967). In Gran Bretagna sono usciti il Pergamon world atlas (1968), edizione inglese del polacco Atlas Świata, l'Oxford regional economic atlas: United States and Canada (1967), l'Oxford world atlas (1973) e l'edizione in un solo volume del Times atlas of the world (1967); in Francia, l'Atlas international Larousse politique et économique (1965); in Spagna, il Gran Atlas Aguilar (1970) in 3 volumi; in Cecoslovacchia, il Československý Vojenský Atlas (1965); in Polonia, l'Atlas Świata (1962); nella Rep. Dem. Tedesca, il Haack Hausatlas (1965) e il Haack Grosser Weltatlas (1968); negli Stati Uniti, il National geographic atlas of the world (1964), The Odyssey world atlas (1967) e l'International atlas (1969), prodotto da Rand Mc Nally di Chicago in collaborazione con la Philip di Londra, la Esselte di Stoccolma e la Cartographia di Budapest. Da citare ancora l'apparizione del primo atlante in esperanto, il Poïatlaso de la mondo, edito da Kartografie di Praga nel 1971.

Sono stati inoltre pubblicati numerosi atlanti nazionali o tematici d'ambito nazionale in vari paesi, quali l'Austria, l'Australia, la Gran Bretagna, i Paesi Bassi, la Spagna, la Cecoslovacchia, la Francia, la Svizzera, il Giappone, Israele, gli Stati Uniti, la Cina, la Svezia e il Belgio. Altri importanti atlanti regionali sono l'Atlas international de l'Ouest Africain (Dakar, 1968), l'Oceanographic atlas of the Pacific Ocean (Honolulu, 1968), il Climatic atlas of Europe, promosso dalla WMO e dall'Unesco e realizzato nel 1970 dalla Cartographia di Budapest, e l'Atlas der Donauländer (iniziato nel 1970, Vienna).

Nel campo degli atlanti regionali e nazionali sono da ricordare per l'Italia l'Atlante della Sardegna in tre fascicoli (di cui è stato pubblicato finora solo il primo, nel 1971) a cura di R. Pracchi e di A. Terrosu Asole, l'Atlante del Mezzogiorno d'Italia, edito nel 1971 a cura della SOMEA di Roma, e l'Atlante economico-commerciale delle regioni d'Italia, pubblicato nel 1973 dalla SOMEA e dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

Una nota a parte merita infine l'Atlante nazionale d'Italia, in fase di preparazione per conto del CNR. Esso sarà costituito da 2 volumi, un atlante storico e un atlante geografico; la progettazione di quest'ultimo è affidata a un'apposita commissione del Comitato dei geografi italiani, presieduta da R. Pracchi. Fino ad ora è stato predisposto un menabò di massima, che prevede circa 140-160 tavole, e ne sono già state allestite alcune. L'esecuzione e la stampa sono state affidate all'IGDA, che ha già preparato le carte di base, su cui devono operare i collaboratori. Il commento alle tavole sarà dato in un volume a parte, mentre nel retro di ciascuna tavola compariranno le notazioni riguardanti i metodi di costruzione della tavola stessa e le notizie bibliografiche essenziali.

Fra i più recenti atlanti storici generali sono da citare l'inglese Pergamon general historical atlas (1970), il 20 volume (Mittelalter) del pregevole Grosser Historischer Weltatlas (1970) del Bayerischer Schulbuch Verlag di Monaco, l'Atlas zur Weltgeschichte (1964-66) in due volumi, del Deutscher Taschenbuch Verlag di Monaco, tradotto in italiano dalla Garzanti (Atlante storico Garzanti), e il primo dei due volumi dell'Atlas zur Geschichte (1973), edito dal VEB Hermann Haack di Gotha. Numerosi poi - ma non è il caso di citarli - sono gli atlanti stradali, spesso anche eccellenti (Der Grosse Shell Atlas, Continental Atlas, ecc.) pubblicati in vari paesi, e numerosissimi gli atlanti scolastici, frequentemente aggiornati, editi in quasi tutti gli stati: ci si limiterà a citare la nuova edizione, completamente rinnovata, del Diercke Weltatlas (1974), dell'editore Westermann di Braunschweig e le versioni per la Francia, la Germania, la Gran Bretagna, i Paesi Bassi, la Turchia, Israele e gli Stati Uniti del pregevole Österreichischer Mittelschulatlas dell'editore Hölzel di Vienna.

Nel settore della c. stradale cospicue sono le novità, ma il discorso ci porterebbe troppo lontano e si estenderebbe oltre i limiti consentiti. Non si può invece passare sotto silenzio la pubblicazione nel 1969 della bella Carte des Continents in 10 fogli, edita dall'IGN di Parigi, e principalmente della splendida Karta mira/World Map al 2.500.000 in 244 fogli, che si affianca degnamente alla Carta internazionale del mondo al milionesimo e all'Operational navigation chart alla stessa scala; nata dalla collaborazione tra gl'istituti geodetici e cartografici dell'Unione Sovietica, della Rep. Dem. Tedesca, dell'Ungheria, della Polonia, della Cecoslovacchia, della Romania e della Bulgaria, è costruita su una proiezione conica equivalente per le aree poste tra i 64° N e i 64° S con due coni secanti sui paralleli di 4° e di 21° per le fasce adiacenti all'equatore, di 32° e di 64° per le due esterne, su una proiezione azimutale per le regioni polari; ogni foglio ha un formato di 80 × 100 cm.

Allo scopo di contribuire al progresso della c. e di rappresentare questa disciplina nelle organizzazioni nazionali e internazionali aventi scopi identici o analoghi, particolarmente in seno all'Association Cartographique Internationale/International Cartographic Association (ACI/ICA), è stata fondata a Firenze nel 1964 l'Associazione Italiana di Cartografia (AIC), presieduta da C. Traversi fino al 1969 e poi da U. Bonapace. Essa tiene convegni annuali e pubblica tre volte all'anno il Bollettino dell'AIC, che raccoglie anche tutte le comunicazioni presentate ai convegni.

L'ACI/ICA è stata fondata nel 1958 allo scopo di promuovere e potenziare gli studi sui problemi cartografici, i rapporti internazionali e la preparazione tecnica dei cartografi. Affiliata all'Union Geographique Internationale/International Geographic Union (UGI/IGU), organizza ogni due anni conferenze internazionali (Francoforte 1962, Londra/Edimburgo 1964, Amsterdam 1967, Delhi 1968, Stresa 1970, Montreal 1972, Madrid 1974, Mosca 1976). I numerosi contributi, presentati in tali assise internazionali, vengono pubblicati integralmente nell'International Yearbook of Cartography/Annuaire International de Cartographie/Internationales Jahrbuch für Kartographie, pubblicazione annuale, edita fino al 1973 dal Kartographisches Institut Bertelsmann di Gütersloh e dal 1974 dal Kirschbaum Verlag di Bonn-Bad Godesberg e diretta da E. Imhof (1961-66), K. Frenzel (1967-70), E. Arnberger e F. Aurada (1971-73), G. M. Kirschbaum e K.-H. Meine (dal 1974). Sotto gli auspici dell'ACI/ICA è stato pubblicato nel 1973 dal Franz Steiner Verlag di Wiesbaden il Multilingual Dictionary of Technical Terms in Cartography, nel quale sono esposti in ordine sistematico ben 1200 termini cartografici con le relative definizioni nelle cinque lingue scelte come base, cioè tedesco, inglese, spagnolo, francese, russo, nonché i termini equivalenti in altre nove lingue, fra cui l'italiano.

Fra i principali bollettini di c., pubblicati all'estero da associazioni analoghe all'Associazione Italiana di Cartografia, si possono citare: Bulletin du Comité français de cartographie (Francia, quadrimestrale dal 1958 al 1963, trimestrale dal 1964); Kartographische Nachrichten (Rep. Fed. di Germania, dal 1951; bimestrale); Geodezija i kartografija (Unione Sovietica, dal 1956; mensile); The cartographic journal (Gran Bretagna, dal 1964; semestrale), Surveying and mapping (Stati Uniti, dal 1941; trimestrale); Geodézia és kartográfia (Ungheria, dal 1949; bimestrale); Geodetický a kartografický obzor (Cecoslovacchia, dal 1952; mensile). Impostazione e scopi diversi ha invece il bimestrale Cartactual, diretto da S. Radó e pubblicato, dal 1965, da Cartographia, di Budapest; in esso sono raffigurate con chiare cartine a due colori le principali novità geografiche, utilissime quindi all'aggiornamento degl'impianti cartografici. Un prezioso servizio d'informazione sulle nuove edizioni e le ristampe di ogni carta pubblicata nel mondo svolge la Bibliographie cartographique internationale, edita annualmente, a partire dal 1949, da A. Colin di Parigi. Un'importante documentazione internazionale di letteratura cartografica è costituita infine dal semestrale Bibliographia Cartographica (fino al 1972 Bibliotheca Cartographica), pubblicato dal Verlag Dokumentation saur KG di Pullach bei München.

Bibl.: G. H. Dury, Map Interpretation, Londra 1960; N. N. Baranskij, A. I. Preobraženskij, Ekonomičeskaja Kartografija, Mosca 1962; E. Raisz, Principles of Cartography, New York 1962; R. Riccardi, Atlanti stranieri di recente pubblicazione (1960-1963), in Bollettino della Soc. Geogr. Italiana, Roma 1964; C. Traversi, Storia della cartografia coloniale italiana, ivi 1964; id., Storia della cartografia italiana delle Isole Egee e dell'Albania, Firenze 1965; E. Imhof, Kartographische Geländedarstellung, Berlino 1965; H. Wilhelmy, Kartographie in Stichworten (in 4 voll.), Kiel 1966; E. Arnberger, Handbuch der thematischen Kartographie, Vienna 1966; M. Carlà, La nuova carta d'Italia alla scala 1:50.000 in edizione definitiva, in Boll. dell'AIC, 1967, pp. 13-20; J. Bertin, Sémiologie graphique, Parigi 1967; S. Toniolo, Gli atlanti scolastici nei Paesi del Consiglio d'Europa, in Atti del XX Congresso Geografico Italiano, Roma 1967, II, pp. 703-47; W. Witt, Thematische Kartographie. Methoden und Probleme, Tendenzen und Aufgaben, Hannover 1967; K. A. Sališčev, Einführung in die Kartographie (trad. dal russo), Gotha 1967; R. Riccardi, Otto recenti atlanti stranieri, in Bollettino della Soc. Geogr. Italiana, Roma 1967; C. Traversi, Tecnica cartografica, Firenze 1968; Autori vari, Kartengeschichte und Kartenbearbeitung, Bonn-Bad Godesberg 1968; V. Heissler, G. Hake, Kartographie (in 2 voll.), Berlino 1970; E. Arnberger, Die Kartographie im Alpenverein, Monaco 1970; N. S. Podobedov, Polevaja kartografija, Mosca 1970; Autori vari, Grundsatzfragen der Kartographie, Vienna 1970; F. Kelnhofer, Beiträge zur Systematik und allgemeinen Strukturlehre der thematischen Kartographie (in 2 voll.), ivi 1971-72; R. Cuenin, Cartographie générale (in 2 voll.), Parigi 1972; Commissione Geodetica Italiana, Norme proposte per la formazione di carte tecniche alle scale 1:5.000 e 1:10.000, Firenze 1973. Non abbiamo voluto qui citare le numerose pubblicazioni sull'avviamento allo studio della cartografia, di cui sono state pubblicate e ristampate negli ultimi anni alcune veramente pregevoli anche di autori italiani, quali O. Baldacci, C. F. Capello, M. Emiliani-R. L. Papocchia, A. Mori, D. Ruocco, A. Sestini.

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