CARTAGINE

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)

CARTAGINE (IX, p. 210)

Enrico Acquaro

Gli ultimi quarant'anni di ricerche archeologiche a C. hanno permesso di precisare e valutare scientificamente i cospicui ma spesso acritici risultati raccolti dalla fine dell'Ottocento in poi sulla metropoli punica e romana.

Archeologia punica. - Il tofet, posto nella zona di Salammbô, è stato il primo a beneficiare di un'indagine di rinnovato impegno documentario. Gli scavi ivi condotti da G.-G. Lapeyre, D. B. Harden e P. Cintas sono stati affiancati da una serie di ricerche volte allo studio delle numerose stele figurate poste a ricordo dei sacrifici. La cronologia del santuario, riconosciuta nella successione di tre strati di deposizioni di urne e di stele, si colloca a seguito di tali ricerche fra l'8° e il 2° secolo a. C. Per le necropoli, accanto a sporadici rinvenimenti che non modificano di molto le conoscenze finora acquisite, l'indagine si è volta soprattutto alla valutazione storico-archeologica dell'abbondante materiale mobile rinvenuto nelle campagne di scavo condotte negli anni passati. L'indagine sui porti e sulle mura, in rapporto con la topografia della città, è proseguita con il sostegno di rinnovate e più puntuali letture delle fonti classiche.

Archeologia romana. - I recenti saggi operati in diversi punti della città hanno confermato il tracciato topografico di epoca giuliana, suddiviso in un rigoroso reticolato avente per centro la collina di Byrsa. Il rinvenimento di una serie di mosaici con motivi di caccia e di ludi circensi, prossimi per tema e tecnica a quelli siciliani di Piazza Armerina, ha riproposto il ruolo autonomo di una scuola musiva africana che dovette conoscere a C. ampio sviluppo. L'archeologia cristiana ha fornito, attraverso lo studio strutturale della basilica di Damus el-Karita, interessanti dati di confronto e di collegamento con la più tarda architettura araba d'Africa. In particolare, la selva di pilastri che occupa le numerose navate della basilica sembra porsi come modello del più noto edificio arabo di Tunisia, la moschea di Kairouan. Un rinnovato interesse ha infine caratterizzato gli studi iconografici sulla personificazione di C., con testa turrita e con frutta e spighe fra le mani, quale appare su monete di età romana imperiale fino in epoca vandalica. Vedi tav. f. t.

Bibl.: Per il periodo punico: S. Moscati, I Fenici e Cartagine, Torino 1972, con la bibliografia ivi raccolta per categorie monumentali e artigianali. Per il periodo romano: J. Vaultrin, Les basiliques chrétiennes de Carthage, Algeri 1933; G. Lapeyre, A. Pellegrin, Carthage latine et chrétienne, Parigi 1950; C. Picard, Carthage, ivi 1951; A. Lézine, Architecture romaine d'Afrique. Recherches et mises au point, Tunisi 1964, pp. 37-90; G. Picard, La Carthage de Sainte-Augustin, Parigi 1965; A. Mahjoubi, in Comptes rendus de l'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres, 1967, pp. 264-78.

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