CAROLINA Bonaparte Murat, regina di Napoli

Enciclopedia Italiana (1931)

CAROLINA Bonaparte Murat (Maria Annunziata), regina di Napoli

Giuseppe Paladino

Nata ad Aiaccio nel 1782, morta a Parigi il 18 maggio 1839. Penultima dei figli di Carlo e di Letizia Ramolino, aveva appena undici anni quando lasciò con la famiglia la Corsica e si stabilì in Francia. Fu educata nel collegio della signora Campan a Saint - Germain-en-Laye. Dopo il colpo di stato del 18 brumaio, il generale Murat, che già aveva conosciuto la giovinetta a Mombello, quando il futuro cognato occupò la Lombardia, ne chiese la mano al primo console, il quale, riconoscente verso quel generale del suo provvido intervento nella giornata tempestosa di Saint-Cloud, gliela concesse ben volentieri (20 gennaio 1800). Qualche mese dopo il suo matrimonio, il Murat assunse il comando dell'esercito d'Italia, ma C. ve lo raggiunse soltanto nel 1802. A Milano infatti le nacque il terzo figlio Luciano (16 maggio 1803). mentre i due precedenti, Achille e Letizia, videro la luce in Parigi, rispettivamente il 21 gennaio 1801 e il 20 aprile 1802. Quando poi il Murat fu nominato governatore militare di Parigi, C. lo seguì subito. Da quel momento, salvo brevi gite a Monaco, per le nozze di Eugenio Beauharnais (gennaio 1806) e all'Aia per la morte del figlio di re Luigi (1807), C. rimase in Francia, fino a quando il marito fu nominato re di Napoli (15 luglio 1808). Colà ella lo seguì e fece il suo ingresso nella capitale il 25 settembre. Ambiziosa, intelligente, tenace nei suoi voleri, C. non tardò a prendere il sopravvento sul Murat, valoroso soldato, ma debole politico. Anche verso Napoleone, che l'apprezzava e che volle stesse accanto alla sua seconda moglie nei primi tempi del matrimonio, la regina di Napoli riuscì a farsi valere e a impedire la rottura che nel 1811 sembrò imminente, tra l'imperatore desideroso di spadroneggiare e il Murat che voleva essere re sul serio. Quando poi la caduta di Napoleone si delineò come inevitabile, C., d'accordo col marito, giudicò opportuno di far di tutto per non lasciarsi travolgere nella rovina. Fallito miseramente il piano del Murat (maggio 1815), C. accettò d'imbarcarsi, col nome di contessa di Lipona, su una nave inglese che la condusse a Trieste. Di là passò nel castello di Raimburg, dove nell'ottobre le giunse la notizia della fucilazione del marito, dal quale si era separata nel momento della sconfitta. In Austria C. rimase sino al 1830: ivi sposò il generale Francesco Macdonald, già aiutante di campo e ministro della Guerra di re Gioacchino, indi si trasferì, col consenso della Santa Alleanza, a Firenze. Nel 1838 si recò a Parigi per sostenere le sue ragioni sui beni donati a lei da Napoleone, ma ottenne solo una pensione annua di cento mila franchi.

Bibl.: J. Turquan, Les soeurs de Napoléon, II, Parigi 1927, libro un po' tendenzioso e da usarsi con oculatezza.

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