CARLO IX re di Svezia

Enciclopedia Italiana (1931)

CARLO IX re di Svezia

Herbert Theodor Lundh

Figlio minore di Gustavo Vasa e della sua seconda moglie Margherita Lejonhuvud. Nacque il 4 ottobre 1550; morì il 30 ottobre 1611. Per volontà testamentaria del padre ricevette in amministrazione un ducato, formato da alcuni importanti territorî nella Svezia centrale, in cui esercitò poteri quasi da re. Del resto, di tutti i figli di Gustavo Vasa, egli aveva ereditato in maggior grado le doti d'uomo di governo e il carattere imperioso. Non poteva, quindi, sottostare ai capricci del re Erik XIV suo fratello, colto di tanto in tanto da crisi di follia; e fu, pertanto, nel 1568 uno dei principali promotori dalla rivolta contro il re. Anche durante l'instabile regno di Giovanni III, egli ebbe in varie occasioni una parte importante, e la sua influenza arrivò al massimo durante l'ultimo regno di Giovanni, quando il contrasto fra il re e l'aristocrazia raggiunse lo stadio acuto. C. appoggiò il re. Tuttavia la sua azione nel governo del regno, in questi primi decennî, fu discontinua; mentre tutta la sua attività egli dedicava all'amministrazione del suo ducato. Sotto il suo governo patriarcale l'industria prese maggiore sviluppo, sorsero nuove città e l'amministrazione fu regolata in modo perfetto. Si oppose fieramente al piano, ideato da Giovanni, di equiparare i protestanti e i cattolici e accolse nel suo ducato quei membri del clero, che il re perseguitava quando si opponevano alla sua politica religiosa.

Nella difficile posizione, creatasi dopo la morte di Giovanni III (1592) quando la Svezia, sotto re Sigismondo, figlio di Giovanni, era legata alla Polonia con unione personale, C. fin da principio divenne di fatto, anche se non ancora di diritto, il reggente in Svezia. Fedele prosecutore del programma paterno - fondare una dinastia forte in una Svezia decisamente protestante - non esitò a opporsi ai tentativi di Sigismondo per restaurare il cattolicesimo e all'aristocrazia svedese, desiderosa di ridare al senato reale la funzione dirigente che aveva avuto negli ultimi secoli del Medioevo. Sulle prime C. e il consiglio agirono d'accordo, contro i tentativi del re; ma quando, nel 1595, la Dieta elesse C. reggente, il Consiglio si rifiutò di seguirlo più a lungo. Sostenuto dalle classi non privilegiate, che ponevano tutta la loro fiducia in lui, C. riprese la lotta contro il re e il Consiglio e ne uscì vincitore nella battaglia di Stångebro (1598). L'anno dopo, la Dieta detronizzava Sigismondo e riconosceva C. re legittimo di Svezia.

Passò, tuttavia, ancora qualche anno, prima che C. assumesse il titolo regale. Dedicò tutto il suo non lungo regno al miglioramento del paese: particolarmente importante l'opera svolta nel completare l'ordinamento giudiziario e nel dare sviluppo alle miniere e al commercio. Si rese benemerito anche verso la cultura ristabilendo l'università di Upsala (1595). Dopo la detronizzazione di Sigismondo, che aveva però conservato la corona polacca, C. attuò un'energica azione politica diretta a prevenire possibili attacchi polacchi. Invase la Livonia, dove la lotta durò a lungo con alterna fortuna, e quando Sigismondo penetrò nella Moscovia durante il "Grande caos" C. gli attraversò la strada anche là, per impedire un pericoloso aumento della potenza polacca.

Un giudizio complessivo non può non essere favorevole al re Carlo. Egli completa l'opera iniziata da Gustavo Vasa, e, affrontando nemici esterni ed interni della Svezia, prepara la grande politica europea di suo figlio Gustavo Adolfo. Aveva magnifiche doti d'uomo di stato: fiera energia, grande forza di volontà, chiara visione dello scopo che si era proposto: la difesa della libertà svedese. Con la personalità imponente e con l'eloquenza esercitò una grande autorità su tutti, grandissima sulle classi più umili, fra le quali godeva molta popolarità e fiducia. Non va taciuto però, che queste doti erano alquanto oscurate dal suo temperamento di uomo diffidente, iracondo, e talvolta crudele senza necessità, verso i vinti, e senza scrupoli. Dalla moglie Cristina di Holstein-Gottorp, ebbe quattro figli, fra i quali il successore Gustavo Adolfo e Caterina, madre di Carlo X.

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