GIUDICE, Carlo Giovanni Francesco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 56 (2001)

GIUDICE (Giudici), Carlo Giovanni Francesco (Jan)

Amyel Garnaoui

Nacque a Dulzago (ora Badia di Dulzago), nel Novarese, il 5 genn. 1746. Non si hanno notizie relative al periodo italiano del G.; la prima data certa è quella del 1770 quando compì un viaggio in Francia. In seguito, completò la sua formazione in Olanda stabilendosi a Rotterdam, dove era noto come Jan Giudici; in questa città visse e lavorò fino alla morte: con lui l'Olanda trovò il suo primo rappresentante del neoclassicismo francese. All'età di quarantasei anni il G. sposò Jacoba Maria Gildenhuis, ventitreenne figlia di un costruttore.

A quell'epoca erano già presenti a Rotterdam e nei dintorni scultori e stuccatori italiani che operavano nello stile Luigi XVI. Tra di essi comparivano alcuni membri della famiglia Castoldi, molto conosciuti per la loro grande fantasia e abilità tecnica. Grazie alle raccomandazioni dello scultore Carlo Castoldi, il G. venne introdotto negli ambienti elitari della città, ottenendo numerose e importanti commissioni.

Il G. assistette alla fase culminante dello stile Luigi XVI durante la quale numerosi palazzi nobiliari vennero costruiti nel porto della città in stile neoclassico con uno sviluppo del corpo di fabbrica in senso orizzontale innovativo rispetto ai tradizionali edifici olandesi che si sviluppavano verticalmente.

Il successo del G. si deve non solo alle sue capacità, ma anche alla protezione della potente famiglia cattolica Osy. Jan Osy (morto nel 1775) signore di Palesteyn e Zegwaard era un commerciante estremamente abbiente. Il G. realizzò per questa famiglia a Nesserdijk nel Kralingscheveer una villa di campagna, chiamata Rozenhof.

La villa era molto conosciuta e visitata dalla corte e dalle autorità ed era stata edificata nello stile di André Le Nôtre, l'architetto del parco di Versailles. Del giardino rimane soltanto un disegno dettagliato del progetto realizzato dall'architetto italiano Giovanni Battista Colombo, conservato negli Archivi del Comune di Rotterdam.

La villa ha un aspetto sontuoso: il piano nobile è rialzato per permettere di osservare meglio la diga, i polder e il fiume Mosa circostanti. La facciata è realizzata in mattoni, la parte centrale è evidenziata da due paraste e da un frontone e i cantonali sono bugnati. Una scala conduce al portone rialzato.

Il modello per questo tipo di villa di campagna è da ricercare in Inghilterra dove, nel tardo Seicento, quando la casa standardizzata di città era diventata un fatto acquisito, era stato introdotto (sul modello del Mauritshuis dell'Aia, realizzato tra il 1633 e il 1635 da Jacob Van Campen) un tipo di casa di campagna di dimensioni modeste che - con molte variazioni minori - si incontra ovunque nei villaggi inglesi. Esse venivano di solito costruite in mattoni, con pilastri d'angolo in pietra, o assolutamente rettangolari o con brevi ali ai lati, l'ingresso con un frontone o portico, e un altro frontone più ampio che coronava il centro della facciata. L'origine e la diffusione di queste case non sono ancora state pienamente chiarite. Intorno al 1685 o 1690 il tipo era certamente fissato in pieno. Di regola esso ha un'ampia scala a chiocciola quadrata col pozzo aperto, riccamente intagliata, e stanze di forme semplici.

Tra le realizzazioni principali del G. è la chiesa di S. Rosalia a Rotterdam sulla Leeuwenstraat, del 1776-78. Edificata nello stile della cappella di corte di Versailles di Jules Hardouin Mansart, fu distrutta dal bombardamento del 1940 che rase al suolo gran parte della città.

Nel 1780-81 l'amministrazione di Rotterdam nominò il G. consigliere per l'ingrandimento e il miglioramento del municipio. Nel 1782 realizzò il birrificio I Due Leoni a Leuvehaven, un edificio alto e largo con un ampio frontone e un campanile. Nel 1783 progettò un portone in stile rinascimentale per un casa di riposo per anziani distrutto nel 1904. Tra il 1782-83 realizzò l'arsenale sulla piazza orientale di Rotterdam, una sala da concerti in Bierstraat, inutilizzata però già dal 1863, la villa di campagna Vredesteyn, la fabbrica di aceto De Eendracht, un palazzo mercantile sullo Schiekade (un altro porto di Rotterdam), il birrificio Il Leone Rosso sul Molenwerf e numerosi eleganti palazzi mercantili a Rotterdam e a Schiedam. In questa cittadina alla periferia di Rotterdam costruì anche la Borsa e la chiesa di S. Giacomo.

La chiesa di S. Giacomo presenta in facciata un portico di colonne corinzie coronato da un alto frontone. Un precedente olandese del porticato di colonne coronate da timpano, simile ai templi greci, è rappresentato dal municipio di Groninga, progettato dal G. nel 1774 e realizzato successivamente da Jacob Otten Husly. Questa chiesa costituisce uno dei primi esempi di architettura neoclassica ottocentesca in Olanda.

Nel 1786 il G. venne nominato architetto e ispettore dell'ammiragliato sulla Mosa. Dal 1795 rivestì la stessa carica per il dipartimento unificato di Rotterdam e Vlissingen (importante porto nella Zelandia a 80 km da Rotterdam), costruì un complesso di edifici a Hellevoetsluis e, in qualità di ispettore, progettò l'ammiragliato a Rotterdam eseguito soltanto nel 1855 secondo i suoi disegni, ma incendiatosi nel 1891.

Costruì il ricovero cattolico per orfani a Leida, disegnò l'organo della grande chiesa di S. Lorenzo a Rotterdam e gli organi per la chiesa protestante di Voorburg e per quelle di Voorshoten e Gouda. Progettò anche numerosi interni di chiese protestanti e ville nei dintorni di Rotterdam verso Leida.

All'inizio del gennaio del 1806 la Municipalità di Rotterdam commissionò al G. alcuni archi di trionfo per l'arrivo di Luigi Napoleone Bonaparte nominato dall'imperatore Napoleone re del neocostituito (giugno) Regno d'Olanda. Ricostruì poi un edificio amministrativo (il vecchio Museo Boymans) come residenza temporanea.

All'inizio del gennaio 1807 il re Luigi nominò il G. direttore generale per la modernizzazione e la ricostruzione di Leida, carica che ricoprì fino al 1809.

Quando il re visitò, nel marzo 1809, la provincia nordorientale di Drenthe e il paese di Assen, i cittadini prepararono un'accoglienza trionfale che fu talmente gradita al sovran0 da fargli prendere la decisione di ingrandire il piccolo paese di 600 anime e trasformarlo in una città di 5000 abitanti.

Il progetto dell'ampliamento e della modernizzazione di Assen venne affidato al G. con un finanziamento di 20.000 fiorini per la costruzione di venti nuove abitazioni.

Il percorso dell'attuale "viale della Torre" è l'unica parte del progetto effettivamente realizzata dal Giudice.

Il suo piano prevedeva una netta trasformazione del paese di origine contadina con nuovi edifici sontuosi. Fatta eccezione per un ex convento sulla piazza centrale che aveva assunto funzioni amministrative e un palazzo mercantile, per i canali circolari intorno al centro e per un parco del XVII secolo a sud del canale, tutti gli altri edifici dovevano essere demoliti.

Il canale Vaart, già prolungato nel 1780 da Smilde fino ad Assen, venne allungato dal G. fino alla piazza centrale del paese (Brink), verso la quale confluiva anche l'asse centrale del parco.

Nel progetto era prevista inoltre la trasformazione del municipio, edificato nella piazza centrale, in residenza provvisoria per Luigi Napoleone.

Il G. trasformò la pianta irregolare del paese esistente in un reticolo di strade perpendicolari e parallele al canale Vaart. La volontà di Luigi Napoleone era quella di trasformare Assen in un importante centro amministrativo comprendente tutte le principali funzioni: tribunale, carcere, mercato, magazzini, amministrazione, chiese, università per medici e ostetrici, scuole, un centro per incontri, una sala da te e in ultimo il palazzo estivo del re. Questi edifici non sono tutti chiaramente identificabili nei disegni che ci rimangono del G.; ma la fonte di ispirazione dell'architetto è evidente: il classicismo francese della fine del XVIII secolo sia per la disposizione generale sia per i particolari, sia per la rappresentatività degli edifici, conformi alle idee degli architetti parigini J. Gabriel e Ch.-É. Peyre raccolte e sistematizzate intorno al 1800 da M.-J. Durand.

L'ingrandimento del paese era stato voluto da Luigi Bonaparte per la sua posizione strategica. Assen, infatti, era situata a metà strada tra Amsterdam e la Frisia orientale e tutti i collegamenti importanti con la Germania sarebbero passati necessariamente per Assen poiché il territorio circostante era impraticabile a causa del terreno paludoso.

Due grandi limiti si opponevano alla realizzazione di questa trasformazione: il primo era che il piano del G. prevedeva l'abbattimento di numerosi edifici di proprietà privata in un periodo in cui questa era considerata inviolabile. In secondo luogo la situazione economica del Regno era estremamente fragile e ingenti erano i debiti che impedivano il finanziamento di un progetto tanto ambizioso. Tuttavia il vero freno alla realizzazione della trasformazione di Assen fu un altro: nel 1810, infatti, Luigi Napoleone abdicò. Si chiuse così per il G. la possibilità di costruire una nuova città ideale. Rimangono più di venti disegni per importanti palazzi pubblici, conservati presso l'archivio della Biblioteca di architettura di Rotterdam.

Il G. morì a Rotterdam il 17 maggio 1819.

Fonti e Bibl.: J. Verheul, De architect Jan Giudici.1746-1819, Rotterdam 1938; Nederland bouwt in baksteen 1800-1940 (I Paesi Bassi costruiscono con mattoni…) (catal.), Rotterdam 1940, pp. 28 s.; M.C. Sigal, De drie Maassteden, Schiedam, Vlaardingen, Maassluis (Le tre città della Mosa…), Amsterdam 1948, pp. 33-45; S.J. Fockema Andreae - E.H. Ter Kuile - R.C. Hekker, Duizend jaar bouwen in Nederland: de bouwkunst na de Middeleeuwen (Mille anni di edilizia nei Paesi Bassi: l'edilizia dopo il Medioevo), Amsterdam 1957, pp. 180 s.; J. Rosenberg - S. Slive - E.H. Ter Kuile, Dutch art and architecture 1600 to 1800, Harmondsworth 1966, p. 251; A. van der Woud, Stadsplannen voor een dorp (Programmi cittadini per un paesino), in Wonen, 1984, nn. 6-7, pp. 4 s.; Bouwstijlen in Nederland. 1040-1940 (Stili architettonici nei Paesi Bassi…), Utrecht-Antwerpen 1994, pp. 51 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIV, p. 204.

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