Carrà, Carlo

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Pittore italiano (Quargnento 1881 - Milano 1966); dal 1939 al 1952 professore nell'Accademia di Brera, una delle figure più eminenti dell'arte italiana del Novecento. Nel 1909 con V. Boccioni, L. Russolo e F. T. Marinetti a Milano redasse il manifesto dei futuristi; nel 1916 fu, con G. De Chirico, il creatore della pittura metafisica; nel 1919 fu, con M. Broglio, alla testa del gruppo "Valori Plastici"; nel 1926 fece parte del gruppo "Novecento". Fu così tra i protagonisti dell'arte italiana nel primo e nel secondo venticinquennio del secolo, mantenendo in ogni fase un'aspirazione all'equilibrio classico che lascia comprendere la direzione da lui presa dopo il 1919 e che ha sostenuto permanentemente la sua feconda attività. Malgrado le giustificazioni nazionalistiche date alla sua pittura, la critica vi ha scoperto rapporti con la pittura francese anche nel periodo del "Novecento" volto a ritrovare, dopo il pittoricismo impressionista e lo spregiudicato avanguardismo futurista, un esplicito contatto con la tradizione e una concreta coscienza del valore della forma. C., pur avendo affrontato temi monumentali, ha soprattutto prediletto paesaggi di austera semplicità, in cui talvolta la ricerca di volumi, che muove da Cézanne, s'incontra con inaspettati riecheggiamenti della pittura italiana del Trecento. Tale problematica si riflette anche nell'opera di C. come scrittore e critico d'arte (Guerrapittura, 1915; Pittura metafisica, 1919; Giotto, 1924; Il rinnovamento delle arti in Italia, 1945. Molti testi editi e inediti, sono stati raccolti in Tutti gli scritti, 1978).

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