ARDUINI, Carlo

Enciclopedia Italiana (1929)

ARDUINI, Carlo

Alberto Maria Ghisalberti

Patriota e storico, nato a Civitella del Tronto, il 1° novembre 1815, morto a Aulens (Canton Vallese) il 23 ottobre 1881. Di famiglia benestante, studiò ad Ascoli, fu professore in Offida, ed ebbe titolo di abate. Si occupò di storia e di letteratura (Memorie istoriche della città di Offida nella Marca d'AnconaFermo 1844). Venuto a Roma nel 1845, scrisse nella Pallade del Gerardi. Nel 1846 salutò con versi non volgari l'avvento di Pio IX "placido ai buoni e sì tremendo ai tristi", e durante il periodo costituzionale collaborò ai giornali romani Il Fanfulla e La Speranza con articoli di storia civile e letteraria, di economia e di diritto, manifestando idee moderatamente liberali. Spezzato "l'idillio italico-papale", sostenne idee avanzate e ostili al Vaticano, specialmente nel Comitato dei circoli italiani. Il 4 gennaio 1849 fu incluso nell'Associazione nazionale romana, incaricata di preparare i comizî per la Costituente, e il 7 divenne segretario della Commissione municipale, creata con lo stesso fine. Con un dramma storico, L'ultimo dei Romani, ovvero la congiura di Stefano Porcari (Roma 1849), esaltò il principio repubblicano e le idee di riforma hussite. Con le elezioni parziali del 21 febbraio entrò nella Costituente. Assiduo ai lavori dell'assemblea, parlò spesso su argomenti gravi, facendosi applaudire, come quando tuonò contro il fuggiasco preside d'Ascoli, o quando, discutendosi la nuova costituzione, si palesò contrario all'istituzione del tribunato. Del mutamento avvenuto nel suo pensiero religioso diede segno il 17 giugno, sostenendo la libertà del culto Membro della Commissione per le petizioni, all'avvicinarsi dei Francesi si ebbe con altri l'incarico di eccitare e di sostenere l'ardore del popolo, e il 30 giugno fu scelto tra quei deputati che avrebbero dovuto seguire l'esercito fuori di Roma. Spenta la Repubblica, riparò in Svizzera, raccomandato agli amici dal Mazzini. Abiurato il cattolicesimo, con articoli sull'Italia del popolo, e con vari opuscoli (Il presente e l'avvenire d'Italia, Losanna 1849; La scomunica del popolo italiano al Papa e ai suoi ministri, s. l. 1849) continuò la lotta contro il Papato. Nel 1861 ebbe la cattedra di lettere italiane alla Scuola politecnica di Zurigo. Brillante polemista e scrittore efficace, lasciò opere storiche e letterarie (La primogenita di G. Galilei rivelata dalle sue lettere inedite, Firenze 1864; La poesia del genio e la poesia dell'arte, Zurigo 1875).

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