Carlisti

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Partigiani di don Carlos di Spagna che, rifiutando di accettare l’abrogazione della legge salica operata da Ferdinando VII, nel 1833 si proclamò re di Spagna ed entrò in guerra contro la nuova regina Isabella II e la reggente Maria Cristina. Cominciata nel 1833, la guerra, svoltasi in connessione con l’analogo tentativo di don Miguel in Portogallo, ebbe fine con la Convenzione di Vergara (1839) che segnò la sconfitta dei c. da parte dei costituzionali di Maria Cristina.

L’avvento di Amedeo di Savoia sul trono di Spagna determinò lo scoppio della seconda guerra carlista: proclamatosi re di Spagna (1872), don Carlos iunior mise a fuoco tutto il Nord della Spagna, continuando a combattere anche dopo l’avvento di Alfonso XII, finché le battaglie di Somorrostro (1874) e di Treviño (1875) debellarono per sempre la forza militare dei carlisti. La linea diretta dei pretendenti c. si spense con don Jaime (1870-1931), che poco prima di morire aveva rinunciato, dinanzi ad Alfonso XIII, a ogni pretesa sulla corona spagnola. Tuttavia c. intransigenti, raggruppati nella Comunión tradicionalista, riconobbero come loro capo Alfonso Carlo di Borbone-Parma. Alla morte di Alfonso Carlo (1936) capo del movimento c. fu riconosciuto suo figlio Saverio (1889-1977), cui sarebbe dovuto succedere come pretendente al trono di Spagna il figlio Carlos Ugo (n. 1930). Entrambi furono espulsi dalla Spagna nel 1968. Un settore minoritario del movimento c. aveva designato nel 1960 quale pretendente un figlio di Alfonso XIII, Giovanni, conte di Barcellona, cui il generale Franco (1969) preferì il figlio Juan Carlos, salito al trono nel 1975.

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