Jung, Carl Gustav

Dizionario di filosofia (2009)

Jung, Carl Gustav


Psichiatra, psicologo e storico della cultura svizzero (Kesswyl 1875 - Küsnacht, Zurigo, 1961). È il fondatore della psicologia analitica. Laureatosi in medicina a Basilea nel 1900, svolse il suo tirocinio presso il nosocomio psichiatrico zurighese Burghölzli, dove proseguì anche gli studi sotto la guida di E. Bleuler. Nel 1902 compì un semestre di studi all’ospedale parigino della Salpêtrière, seguendo in partic. le lezioni di P. Janet. Dal 1904 al 1907 creò una tecnica per mettere in luce i «complessi autonomi» della psiche inconscia mediante associazioni verbali. Nel tentativo di spiegare la genesi dei complessi J. si avvicinò all’impostazione dinamica di Freud. Promotore, con E. Jones, del primo Convegno di psicologia freudiana (1908), alla nascita della Società psicanalitica internazionale (1910) ne assunse la presidenza per volontà dello stesso Freud, che vide in lui il suo erede.

Simboli e individuazione

In realtà, sin dalle prime opere J., pur riconoscendo l’importanza del «complesso sessuale» scoperto da Freud, tende a elaborare una concezione molto articolata della vita psichica, la cui complessità esclude qualsiasi spiegazione di tipo riduttivo e monistico. Con lo scritto Wandlungen und Symbole der Libido (1912; trad. it. Simboli e trasformazioni della libido) si consuma il distacco da Freud, giacché la libido viene interpretata da J. come energia psichica (non soltanto di tipo sessuale), suscettibile di assumere forme diverse, pulsionali e culturali, e di convertirsi dall’una all’altra tramite la funzione simbolica. Il simbolo, in J., non è semplicemente l’espressione cifrata di qualcos’altro, ma l’espressione di qualcosa che si sfugge, che appartiene al nostro pas- sato così come al nostro futuro, indicandoci la trasformazione verso la quale dobbiamo muovere. Il lento svolgersi di queste trasformazioni costituisce per J. il processo di ‘individuazione’, ossia il progressivo emergere della personalità di un individuo nei suoi molteplici aspetti. L’impossibilità o incapacità di effettuare tali trasformazioni, os- sia di allargare e integrare progressivamente e coscientemente la sfera della personalità, interrompe il processo di individuazione, creando di conseguenza il disagio psicologico.

Strutture della psiche

La struttura della psiche è in J. assai complessa. Egli distingue, nell’inconscio, tra un livello personale e un livello collettivo. Nel primo si trovano l’Ombra (la faccia oscura dell’Io, il suo ‘doppio’, in sostanza l’inconscio personale), l’Anima/animus (cioè l’elemento femminile nell’uo­mo o quello maschile nella donna), e i Complessi (insieme di immagini correlate tra loro a forte valenza emotiva: per es., il «complesso materno»). Nel livello collettivo egli colloca invece gli Archetipi: il concetto di archetipo «è derivato dalla ripetuta osservazione che, per es., i miti e le fiabe della letteratura mondiale contengono certi motivi che ritornano sempre e ovunque», motivi che poi si ritrovano nei sogni e nelle allucinazioni degli individui. Sono una sorta di forme a priori della psiche, che predispongono l’individuo a formare certe immagini e a vivere determinate situazioni (l’Avversario, il Terrore, l’Unione, l’Inizio, il Sé e così via). Sul piano della coscienza, invece, J. distingue tra l’Io e la Persona (l’insieme dei ‘ruoli’, una sorta di ‘maschere’, che l’individuo deve as­sumere per adattarsi al mondo esterno). Se l’Io e l’Ombra sono strutture di identità, Persona e Anima/animus sono strutture relazionali (servono a mediare il rapporto, rispettivamente, con il mondo interiore e quello esterno), mentre Com­plessi e Archetipi sono strutture generali. Lo studio degli archetipi ha portato J. a studiare a fondo i miti e i simboli, stabilendo feconde col­laborazioni sul terreno della storia della cultura (insieme a K. Kerényi scriverà una Einführung in das Wesen der Mythologie, 1940-41; trad. it. Prolegomeni allo studio scientifico della mitologia). La produzione junghiana è vastissima. Edizioni complete delle opere di J. sono uscite in tedesco e in inglese; in italiano è stata pubblicata un’edizione parziale (Opere di C.G. Jung, 19 voll.). Tra gli scritti più importanti, Psychologische Typen (1921; trad. it. Tipi psicologici, opera centrata sulla distinzione fondamentale tra ‘estroversione’ e ‘introversione’); Die Beziehungen zwischen dem Ich und dem Unbewussten (1928; trad. it. L’Io e l’in­conscio); Psychologie und Alchimie (1943; trad. it. Alchimia e psicologia); Aion: Untersuchungen zur Symbolgeschichte (1951; trad. it. Aion: ricerche sul simbolismo del sé). Molto utile, per avere un quadro d’insieme, è l’autobiografico Erinnerungen, Träume, Gedanken von C.G. Jung (1961; trad. it. Ricordi, sogni, riflessioni di C.G. Jung).

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