FOREMAN, Carl

Enciclopedia del Cinema (2003)

Foreman, Carl

Patrick McGilligan

Sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, nato a Chicago il 23 luglio 1914 e morto a Los Angeles il 26 giugno 1984. Attento alle conflittualità politiche e al malessere sociale del suo Paese, si misurò spesso con temi impegnativi, scontando con l'iscrizione nella blacklist e l'esilio la coerenza con i suoi ideali e le scelte artistiche effettuate. Nel corso della carriera fu gratificato da vari riconoscimenti in Inghilterra (il Laurel Award alla carriera e il titolo di Commander of the British Empire) e da cinque nominations all'Oscar. L'unico ottenuto, per The bridge on the river Kwai (1957; Il ponte sul fiume Kwai) di David Lean, gli venne riconosciuto postumo, poiché nel 1958 l'Oscar per la migliore sceneggiatura fu attribuito all'autore del romanzo da cui era stato tratto il film, il francese P. Boulle, per ostracismo nei confronti di F. e del co-sceneggiatore Michael Wilson (entrambi non accreditati).

Figlio di immigrati russi, dopo aver frequentato le scuole pubbliche di Chicago e la University of Illinois, la Northwestern University e la John Marshall Law School, pensò di intraprendere la professione legale prima di dedicarsi all'attività di scrittore. Giunto a Hollywood nel 1938, lavorò come story analyst e tecnico di laboratorio, e, dopo aver frequentato, grazie alla Works Progress Administration (WPA), un corso per sceneggiatori tenuto da Robert Rossen e Dore Schary, scrisse con Charles Marion alcune sceneggiature che vendette alla Monogram (il primo film prodotto fu un b-movie con i Bowery Boys). Richiamato alle armi nei Signal Corps durante la Seconda guerra mondiale, F. entrò a far parte della squadra di Frank Capra, collaborando alla famosa serie di documentari Why we fight (1942-1945) con Stanley Kramer e il pubblicista George Glass. Dopo la guerra scrisse il soggetto originale di Dakota (1945) di Joseph Kane, con John Wayne, prodotto dalla Republic, fondando poi con gli ex commilitoni Kramer e Glass una società indipendente, la Screen Play Inc., per scrivere e realizzare film per la United Artists. La loro prima produzione, la commedia So this is New York (1948) di Richard Fleischer, da un romanzo di R. Lardner, fu un insuccesso di pubblico e di critica. Grande riscontro ebbe invece il secondo film, Champion (1949; Il grande campione) di Mark Robson, da un racconto di Lardner elaborato da F., vibrante denuncia del racket nel mondo del pugilato che valse la prima nomination all'Oscar sia allo sceneggiatore sia all'attore protagonista, Kirk Douglas, nel ruolo del pugile. Sempre nel 1949 la società produsse Home of the brave (Odio) di Robson, dall'omonima pièce di A. Laurents adattata da F., che elesse a protagonista un soldato nero in luogo dell'originario soldato ebreo, sferrando così un audace attacco ai pregiudizi razziali radicati nel 'democratico' esercito degli Stati Uniti. Nel 1950 F. lavorò occasionalmente con la Warner Bros., collaborando alla sceneggiatura di un romanzo di D. Baker per Young man with a horn (Chimere) di Michael Curtiz, vita romanzata del jazzista B. Beiderbecke (Kirk Douglas). Nello stesso anno scrisse per la sua casa di produzione The men (Uomini, conosciuto anche con il titolo Il mio corpo ti appartiene) di Fred Zinnemann, un film scabroso e controverso sui reduci paraplegici della Seconda guerra mondiale, esordio di Marlon Brando e seconda nomination per F., e realizzò una fedele trasposizione del classico di E. Rostand, Cyrano de Bergerac (Cirano di Bergerac) di Michael Gordon, film che segnò un cambiamento nelle scelte della Screen Play Inc. Con il successivo High noon (1952; Mezzogiorno di fuoco) diretto da Zinnemann, libero adattamento di un racconto di J.W. Cunningham, la società produsse un indiscusso capolavoro del cinema western, che valse a F. la terza nomi-nation e segnò uno spartiacque nella sua carriera. La storia dello sceriffo Kane (Gary Cooper) che nella cittadina resasi deserta aspetta l'arrivo dei banditi, deciso ad affrontarli da solo, fu letta in chiave metaforica da alcuni critici, che videro riflessi nei pavidi concittadini dello sceriffo tutti coloro che avevano voltato di colpo le spalle agli amici perseguitati dalla HUAC (House Un-American Activities Committee). Poco prima dell'uscita di High noon, nel settembre del 1951, lo stesso F., convocato dalla HUAC, si era rifiutato di testimoniare; nel maggio del 1952 lasciò gli Stati Uniti per trasferirsi in Inghilterra, dove rimase per oltre vent'anni. Dopo aver intentato un ricorso contro la HUAC, nell'agosto del 1956 F. venne convocato, dietro sua richiesta, in udienza segreta e, secondo notizie peraltro contrastanti, condannò la propria attività di comunista senza però fare alcun nome. Nei primi anni del soggiorno inglese lavorò per il cinema e per la televisione, e come assistente di Alexander Korda. Successivamente, insieme a un altro sceneggiatore incluso nella blacklist, Harold Buchman, adattò (firmandosi con il nome di Derek Frye) un romanzo di M. Moisiewitsch per The sleeping tiger (1954; La tigre nell'ombra) di Joseph Losey, anche lui esule, per poi conseguire uno dei suoi esiti migliori con The bridge on the river Kwai, film ambientato in un campo di prigionia giapponese durante la Seconda guerra mondiale che ebbe un'accoglienza trionfale. La portata del successo indusse la Columbia Pictures Corporation a scritturare F. e la sua società per scrivere e produrre film in Inghilterra: The key (1958; La chiave) di Carol Reed, adattamento di un romanzo di J. de Hartog; The guns of Navarone (1961; I cannoni di Navarone) di J. Lee Thompson, tratto da un romanzo di A. MacLean, che valse a F. un'altra nomination; The victors (1963; I vincitori), ancora un film di guerra di cui F. fu sia sceneggiatore (adattò un romanzo di A. Baron) sia regista. Seguirono il dispendioso western Mackenna's gold (1969; L'oro di MacKenna) di Thompson, da un romanzo di W. Henry, e Young Winston (1972; Gli anni dell'avventura) di Richard Attenborough, adattamento di My early life di W. Churchill. Dalla fine degli anni Cinquanta F. aveva prodotto, affidando ad altri la sceneggiatura, l'eccellente The mouse that roared (1959; Il ruggito del topo) di Jack Arnold, Born free (1966; Nata libera) di James Hill (scritto sotto pseudonimo da Lester Cole, uno dei 'dieci di Hollywood'), Otley (1969) di Dick Clement e The virgin soldiers (1970) diretto da John Dexter.Tornato negli Stati Uniti nel 1975, F. scrisse tra gli altri film il sequel Force 10 from Navarone (1978; Forza 10 da Navarone) di Guy Hamilton e When time ran out (1980; Ormai non c'è più scampo) di James Goldstone.

Bibliografia

M. Wald, Carl Foreman, in Dictionary of literary biography, 26° vol., Detroit 1984, ad vocem.

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