CARINZIA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1993)

CARINZIA

W. Deuer

(ted. Kärnten; Carantanum, Carinthia nei docc. medievali)

Regione dell'Austria con capoluogo a Klagenfurt, confinante a N con la catena degli Alti Tauri e con le Alpi Carinziane, a S con la Slovenia lungo le Alpi Caravanche e con l'Italia lungo le Alpi Carniche, a E con il gruppo del Kor Alpe e a O con il Tirolo. Anticamente la C. faceva parte del regno del Norico, popolato prima dagli Illiri e in seguito dai Celti, quindi occupato dai Romani intorno al 15 a.C. e costituito provincia romana dal 45 dopo Cristo.A partire dal sec. 4° le città tardoromane della regione - come Virunum (od. Zollfeld) e Teurnia (od. Sankt Peter im Holz), ambedue sedi vescovili - andarono sempre più declinando a causa delle scorrerie dei Germani e intorno al 590 vennero in massima parte distrutte dallo stanziamento in quelle regioni degli Slavi alpini; a differenza di quanto accadde nel vicino Tirolo, in C. non è finora provata alcuna continuità culturale tra la Tarda Antichità e l'Alto Medioevo. Il principato degli Slavi carantani - dai confini in parte incerti e con il centro principale a Zollfeld - cadde intorno al 740 sotto il dominio bavaro e successivamente, dopo la caduta di Tassilone III nel 788, sotto quello carolingio; come marca carantanica questa regione ebbe grande importanza, specie sotto l'imperatore Arnolfo (m. nell'899). Nel 976 la C. venne separata dalla comunità di stirpe bavara e da quel momento in poi considerata come sesto ducato del Sacro romano impero.La C. è dunque la più antica entità politica che, senza soluzione di continuità, si trovi nell'od. Austria; la commistione millenaria di Slavi alpini e colonizzatori germanici ne ha caratterizzato in modo decisivo l'identità culturale. La c.d. Pietra del principe, presso Karnburg, un basamento di colonna romana (Klagenfurt, Landesmus. für Kärnten), e il seggio ducale carolingio a Zollfeld sono tutto ciò che rimane delle particolari consuetudini giuridiche relative all'elezione dei principi altomedievali.Per la storia culturale della C. nel Medioevo va considerata in primo luogo la grande estensione del ducato, che nel 976 ca. occupava un territorio pari a ca. quattro volte quello attuale, da cui però già intorno al Mille si staccarono formalmente (e poi nel 1122 in modo definitivo) la Stiria, il territorio intorno a Steyr (od. Austria Superiore) e la contea di Pitten (od. Austria Inferiore); la regione intorno a Murau invece restò a far parte della C. fino al 13° secolo. Nel 1025 si staccò la contea della valle del fiume Sava; tra il 1147 e il 1180 fu la volta della marca situata al di là della foresta della Drava e del Mahrenberg, regioni che vennero aggiunte alla Stiria e che fanno oggi parte della Slovenia. Il Lungau venne incorporato definitivamente nel territorio di Salisburgo nel 1246-1252, mentre il Tirolo orientale, collegato strettamente dal punto di vista culturale con la C. superiore, fu separato dalla regione nel 1564, in base a norme di diritto territoriale. Dopo la prima guerra mondiale la regione ha infine perduto la valle del Miess con la marca di Unterdrauburg (Dravograd) e la zona dello Seeland, passate alla Iugoslavia e quindi alla Slovenia, nonché la val Canale, ora in Italia.La mancanza di unità politico-culturale della regione fu dovuta agli enormi possedimenti dei vescovi, sviluppatisi come vere e proprie enclaves territoriali, senza un'amministrazione ecclesiastica unitaria. Anche se questi nuclei territoriali non ebbero troppa importanza dal punto di vista culturale, determinarono però a livello topografico una decentralizzazione che investì indirettamente anche le attività artistiche.Nell'811 un arbitrato di Carlo Magno stabilì la Drava quale confine tra Salisburgo e il patriarcato di Aquileia. Le due torri campanarie isolate presso l'arcidiaconato di Villach e presso il monastero dei Canonici agostiniani di Eberndorf sono, insieme con i campanili posti ai lati del coro di alcune chiese a S della Drava, chiari indizi di un contatto artistico con Aquileia o Venezia. Tutta la C. a N della Drava era però sotto l'influsso degli arcivescovi di Salisburgo, che ben presto - come fece per es. Modesto intorno al 760 - inviarono loro prelati, dando così origine al vescovado suffraganeo di Gurk (1072), che solo nel 1131 venne dotato di una propria circoscrizione. La costruzione del duomo di quest'ultima città (databile tra il quarto e l'ultimo decennio del sec. 12°) divenne in un certo modo il programma politico di quei vescovi che aspiravano a raggiungere l'autonomia nei confronti di Salisburgo.Una storia analoga ha la fondazione della diocesi di Lavant (1225-1228), con sede a Sankt Andrä im Lavanttal, la cui piccola circoscrizione le precluse però il raggiungimento di un ruolo politico-culturale di un certo rilievo. Solo nel 1859 tutta la C. venne riunita sotto un unico vescovado con sede a Gurk.Nei secc. 12° e 13° l'autorità ecclesiastica di Salisburgo, istituendo due distinti arcidiaconati, aveva tuttavia già tenuto conto delle differenze anche storico-culturali, fra la C. occidentale superiore e la C. orientale inferiore. Mentre la C. superiore dal punto di vista artistico è in rapporto con il Tirolo orientale e con la val Pusteria (un'eccezione è rappresentata dalla valle dei fiumi Malta e Lieser, strettamente legata per ragioni politiche a Salisburgo), la C. inferiore va considerata in un più stretto rapporto con la valle superiore del fiume Mur e con la Stiria inferiore (od. Slovenia). Il confine meridionale della C., segnato dalla catena delle Alpi Caravanche e Carniche, ha lasciato aperta, lungo la millenaria via di comunicazione della val Canale, una porta verso il Sud, di enorme importanza per la storia culturale, che non ha avuto un elemento corrispondente nelle ramificate vie di comunicazione del Nord (eccetto forse per i poderi isolati intorno a Friesach). La favorevole posizione della C. nei rapporti commerciali con Venezia rese alcune città (Villach, Friesach) pulsanti centri di traffico e di commercio e favorì nel Medioevo l'afflusso di artisti nella regione, nonostante una certa resistenza nei confronti dei cambiamenti stilistici.La forte frammentarietà territoriale e la frequente alternanza dei funzionari impedirono la concentrazione del potere e la formazione di dinastie ducali, ma crearono al tempo stesso le premesse per un forte sviluppo di rocche e castelli. Solo gli Spanheimer, venuti dalla Renania, furono in grado di costituire, tra il 1122 e il 1269-1279, un dominio relativamente stabile almeno sulla C. inferiore, ponendo la loro sede a Sankt Veit an der Glan. La loro attività di fondatori di centri religiosi è attestata nei monasteri di Sankt Paul im Lavanttal (1091) e di Viktring (1142), due importantissimi complessi romanici della seconda metà del sec. 12°, che presentano caratteri stilistici assai diversi (legato all'influsso dell'abbazia di Hirsau il primo, all'architettura cistercense francese il secondo). Il duca Bernhard (1202-1256) fondò invece città che presentano generalmente strette piazze rettangolari chiuse dal fronte della rocca (Sankt Veit an der Glan, Klagenfurt e Völkermarkt).I conti di Gorizia, divenuti duchi (1286-1335), spostarono il centro del loro dominio verso il Tirolo e sotto gli Asburgo (dal 1335) la C. decadde rapidamente a regione secondaria, mentre Sankt Veit divenne sede di una semplice amministrazione vicedominale, anche se la presenza di maestranze provenienti da Norimberga (Gleismüllner, Kaltenhauser) portò nel sec. 15° a una rinascita economica e artistica della città.Si è già ricordato come l'architettura della C. altomedievale, i cui esiti sono rintracciabili solo a partire dal sec. 8°, non derivi da modelli paleocristiani, contrariamente a quanto avvenne nella vicina valle del Lavant nel Tirolo orientale. In conformità con le vicende politiche, le locali chiese ad aula dell'Alto e del pieno Medioevo, che presentano un vano absidato e coro quadrato, corrispondono a modelli tedeschi e alpini. Una chiesa monastica protocarolingio-bavara scoperta recentemente a Molzbichl (sec. 8°) si rivela quale interessante anello di congiunzione tra l'Italia settentrionale (Grado) e la Baviera; le pietre lavorate con motivi a intreccio e le lastre ornamentali rafforzano a loro volta l'inquadramento in un'area culturale carolingia sovraregionale estesa a tutta la zona alpina.Il sec. 10° segnò una netta cesura tra l'architettura sacra tardocarolingia, dalle ricche forme ornamentali, e una nuova corrente, ravvisabile in forme ancora solo accennate, più austera e amante di grandi spazi. Gli anni intorno al 1122 - che vedono la fine della lotta per le investiture in cui era rimasta coinvolta anche la diocesi di Salisburgo - segnano per la C. l'avvio di uno sviluppo in senso qualitativo e quantitativo dell'architettura ecclesiastica e conventuale, che culminò nell'adozione della torre in corrispondenza del coro o posta a E di un ossario circolare a due piani. Nel primo caso si tratta di un motivo tedesco-meridionale, nel secondo di un elemento che compare di frequente nei territori di confine slavo-germanici. Mentre le chiese conventuali recano ancora chiare tracce di 'importazioni artistiche' legate alla storia degli ordini (Viktring, St. Paul) o sono espressione di un'individuale originalità (Millstatt am See, atrio e chiostro, seconda metà sec. 12°), le chiese ad aula (di dimensioni maggiori per la combinazione di abside e coro quadrato, come per es. Zweinitz) e le basiliche urbane (Sankt Veit an der Glan, prima metà sec. 13°) finirono per dar vita a una tradizione locale così forte che non consentì un netto stacco con il Tardo Romanico. Il duomo di Gurk può essere considerato il risultato finale del Romanico maturo carinzio, mentre esempi tardi come la chiesa premonstratense di Griffen, del terzo quarto del sec. 13° - una basilica su pilastri con terminazione rettilinea e copertura piana -, confermano che il Tardo Romanico locale rimase vivo soprattutto nella decorazione architettonica (per es. nei portali).La C. è una regione ricchissima di pitture parietali di epoca medievale. È sorprendente come gli influssi artistici non siano stati recepiti in modo diretto attraverso l'Italia, ma si siano fatti strada in età protoromanica attraverso la miniatura tedesco-meridionale (Frisinga per quanto riguarda la Winterkirche di Maria Wörth, tardo sec. 11°) e dopo il 1122 attraverso Salisburgo. Gli affreschi romanici di Petersberg a Friesach e Sankt Helena am Wieserberg riflettono perfettamente le diverse fasi del bizantinismo proprio dell'area geografica compresa tra Aquileia, la regione alpina orientale e la Germania meridionale. A partire dal 1260 ca. il bizantinismo lasciò il posto allo Zackenstil, una forma espressiva alquanto manieristica - come testimoniano il matroneo ovest della chiesa di Gurk e le porte della sacrestia del convento domenicano di Friesach (Graz, Steiermärkisches Landesmus. Joanneum) - da considerarsi come un ulteriore sviluppo della pittura romanica, ma che non rappresenta tuttavia un percorso diretto verso la pittura gotica a fresco. Molto meno lineare è il quadro della scultura romanica, compresa quella architettonica; essa presenta una grande varietà qualitativa e stilistica, propria di tutta l'area estesa da Aquileia attraverso la Lombardia fino alla Francia occidentale, che può cogliersi nei due diversi timpani del duomo di Gurk, nelle figure del portale di Millstatt am See o nel frammento dello jubé di Sankt Paul im Lavanttal (prima metà sec. 13°).Nella topografia degli insediamenti e nell'edilizia fortificata i cambiamenti di stile non sono così evidenti come nell'architettura religiosa. In effetti le più importanti città e i maggiori mercati della C. hanno centri storici che risalgono ai secc. 12° e 13°; in essi non solo si coglie una specifica struttura urbanistica (Wolfsberg, Villach), ma in qualche caso sembrano risentire anche del gusto del loro fondatore. Nell'edilizia fortificata, che già nel periodo della lotta per le investiture conobbe il suo primo momento di grande fioritura con la nascita di castelli arroccati in posizioni bizzarre e audaci, sono riscontrabili influssi assai diversificati.L'architettura gotica fece la sua comparsa in C. in una prima fase nelle città, attraverso gli Ordini mendicanti. La chiesa domenicana di Friesach (1251-1300) rappresenta in questo senso un edificio chiave di importanza sovraregionale. Solo intorno al 1300 il nuovo stile architettonico cominciò ad affermarsi su basi più ampie; le chiese più notevoli del Gotico maturo sono quelle di Bad Sankt Leonhard (impianto basilicale con coro scalare, prima metà sec. 14°) e di Lieding, presso Gurk (coro del 1340 ca.). Le numerose chiese rurali di piccole e medie dimensioni accolsero del nuovo stile solo l'abside poligonale, più o meno finestrata e, dopo il 1400, frequentemente la volta a costoloni. Nelle navate a muratura piena con copertura piana spesso dipinta a vivaci colori sopravvissero ancora a lungo concezioni spaziali romaniche, secondo una caratteristica propria della C., riscontrabile anche nella cripta della chiesa monastica di Eberndorf (1378-1391).In C. si possono identificare tre distinte fasi del Tardo Gotico: in primo luogo gli splendidi e isolati esempi di architetture 'a sala' della C. meridionale: i casi più significativi sono quelli della chiesa (duomo fino al 1072) di Maria Saal (ca. 1430-1459), delle chiese prepositurali di Eberndorf (ca. 1480-1520) e di Maria Wörth (ca. 1500), per i quali non si può parlare di un vero e proprio 'postgotico'. In secondo luogo bisogna richiamare l'attenzione sull'enorme quantità di chiese costruite a partire dalla seconda metà del sec. 15° in una fase che si esaurì solo dopo il 1517 con il processo di secolarizzazione avviato dalla Riforma. Un caso eccezionale di 'postgotico' è infine rappresentato dall'opera di Bartlme Viertaler, originario di San Candido nella val Pusteria, che, a differenza del suo maestro, il tradizionalista Laurenz Rieder, raggiunse intorno al 1520 un alto grado di capacità nell'esecuzione di vibranti figurazioni di tipo vegetale poste sulle volte (Kötschach, Laas).La pittura tardogotica - il primo Gotico è caratterizzato dallo Zackenstil, anche se questo va considerato più che altro come uno degli ultimi esiti del Romanico tardo - è contraddistinta, come nella Stiria superiore, da una netta predominanza di maestranze, forse itineranti, di scuola friulana. Solo nel sec. 15° emersero dall'anonimato singole personalità e Villach vide l'affermarsi, con il maestro Friedrich, del c.d. weicher Stil, che caratterizza l''antica scuola' di Villach. La 'nuova scuola' di Villach raggiunse invece il suo massimo splendore, durato fino oltre il 1500, con il maestro Thomas Artula (1445 ca.-1530/1531), autore degli affreschi, ricchissimi dal punto di vista cromatico, e dei motivi decorativi nella chiesa di St. Andreas a Thörl (1475 ca.-dopo il 1480).La pittura su tavola di quest'epoca presenta caratteri divergenti: numerose botteghe, tra loro indipendenti e contraddistinte da una grande varietà stilistica, si collegarono relativamente tardi agli altri ambienti artistici austriaci, soprattutto a quello salisburghese. Di particolare interesse sono le evidenti importazioni artistiche, come un altare a sportelli di Sankt Veit an der Glan, del 1480 ca., con influenze salisburghesi o tedesche. Sebbene in C. si trovino la più antica pittura su vetro conservata in Austria (vetrate di Weitensfeld, oggi a Klagenfurt, Bischöfliches Diözesanmus.; tardo sec. 12°) e una serie di bellissimi vetri dipinti del sec. 14° (Lieding), bisogna ricordare che questi ultimi provengono da Judenburg (Stiria). Solo le vetrate di Viktring (1400 ca.) vanno forse attribuite alle botteghe ducali di Vienna.

Bibl.: Die Kunstdenkmäler Kärntens, a cura di K. Ginhart, 8 voll., Klagenfurt 1929-1934; K. Ginhart, B. Grimschitz, Der Dom zu Gurk, Wien 1930; O. Demus, Kunst in Kärnten, Klagenfurt 1934; W. Frodl, Die romanische Wandmalerei in Kärnten, Klagenfurt 1942; id., Die gotische Wandmalerei in Kärnten, Klagenfurt 1944; id., Glasmalerei in Kärnten 1150-1500, Klagenfurt-Wien 1950; R. Mayer, Die Bergkirchen in den Ostalpen. Ein Beitrag zur Kunstgeographie (Kärntner Museumsschriften, 16), Klagenfurt 1956; R. Milesi, Romanische und ritterliche Grabplastik Kärntens (Buchreihe des Landesmuseums für Kärnten, 14), Klagenfurt 1963; F. Pagitz, Zur Geschichte der Kärntner Steinmetzen in der Spätgotik (Archiv für vaterländische Geschichte und Topographie, 58), Klagenfurt 1963; Die Kunstdenkmäler des Benediktinerstiftes St. Paul im Lavanttal und seiner Filialkirchen, a cura di K. Ginhart (Österreichische Kunsttopographie, 37), Wien 1969; K. Kafka, Wehrkirchen in Kärnten, 2 voll., Wien 1971-1972; G. Biedermann, Eine Variante der deutschen Sondergotik. Studie zu den Rippenfigurationen B. Firthalers, Carinthia I 162, 1972, pp. 95-113; F.X. Kohla, G.A. von Metnitz, G. Moro, Kärntner Burgenkunde. Ergebnisse und Hinweise in Übersichte (Forschung und Kunst, 17), 2 voll., Klagenfurt 1972-1973; E. Skudnigg, Bildstöcke und Totenleuchten in Kärnten (Kärntner Heimatleben, 14), Klagenfurt 1973; Kärnten (Dehio-Handbuch. Die Kunstdenkmäler Österreichs), Wien 1976 (19812); Burgen und Schlösser in Kärnten, a cura di H. Wiessner, M. Vyoral-Tschapka, G. Seebach, 3 voll., Wien 1977-19862; J. Höfler, Die gotische Malerei Villachs. Villacher Maler und Malerwerkstätten des 15. Jahrhunderts (Neues aus Alt-Villach, 18-19), 2 voll., Villach 1981-1982; C. Fräss-Ehrfeld, Geschichte Kärntens, I, Das Mittelalter, Klagenfurt 1984; J. Höfler, Die Tafelmalerei der Gotik in Kärnten 1420-1500 (Forschung und Kunst, 24), Klagenfurt 1987; E. Bacher, Zur romanischen Kunst Kärntens, in H. von Gurk, Ausstellungskatalog, Strassburg 1988, pp. 221-229; W. Deuer, Die romanische Sakralarchitektur Kärntens unter besonderer Berücksichtigung des Gurker Domes, ivi, pp. 230-246.W. Deuer

CATEGORIE
TAG

Lotta per le investiture

Sankt paul im lavanttal

Prima guerra mondiale

Sacro romano impero

Ordini mendicanti