CARABINIERE

Enciclopedia Italiana (1930)

CARABINIERE (fr. carabinier; sp. carabinero; ted. Karabinier; ingl. carabinier)

Mariano BORGATTI
Gaetano FRICCHIONE
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È, propriamente, il soldato, a piedi o a cavallo, armato di carabina (v.). L'espressione è adoperata ora in ltalia per indicare il soldato appartenente al corpo dei Carabinieri reali (v. più avanti); ma, a partire dal sec. XVI, numerosi sono gli esempî di milizie, appartenenti a eserciti sia regolari sia volontarî, che si attribuirono questa qualifica.

I primi carabinieri apparvero nell'esercito inglese alla battaglia di Turnhout (1597) e, quasi contemporaneamente, in Francia sotto Enrico IV; non si trattava di corpi con caratteristiche d'autonomia, ma, piuttosto, di reparti armati con la carabina, aggregati, come compagnie scelte, alla cavalleria; caratteristica che conservarono fino al 1693, quando, in Francia, essi furono riuniti in reggimenti autonomi. Da allora reggimenti di carabinieri si ebbero anche in quasi tutti gli altri eserciti europei (Leib-Karabinierregiment, istituito da Federico Guglielmo di Prussia; reggimenti consimili furono istituiti anche in Sassonia nel 1867, in Austria-Ungheria nel 1768-1798, in Russia e in Spagna si hanno tali reggimenti fin dal sec. XVIII). Attualmente vanno ricordati, oltre ai carabinieri reali italiani, i Carabineros del Reino istituiti in Spagna nel 1842 per la sicurezza e la vigilanza delle coste e delle frontiere, e per reprimere il contrabbando.

Oltre a queste milizie regolarmente inquadrate in un esercito, si devono ricordare i cosiddetti carabinieri volontarî italiani. Con questo nome si costituirono, durante le guerre dell'indipendenza italiana, alcuni corpi di volontarî, primi fra i quali i carabinieri genovesi, derivazione d'una società di tiro a segno sorta a Genova nel 1852. Scoppiata la guerra del 1859, i carabinieri, sotto la guida dell'Arduino, militarono con Garibaldi nel reggimento comandato da Nino Bixio, e si distinsero in modo speciale allo scontro di Malnate, poi a San Fermo, a Varese, a Como, allo Stelvio. Avevano divisa azzurra con bottoni dorati e sul berretto portavano due carabine d'oro incrociate. Nel 1860 trentadue di essi seguirono Garibaldi a Marsala, si batterono a Calatafimi, entrarono a Palermo per il ponte Ammiragli e furono citati all'ordine del giorno; si batterono di nuovo a Milazzo, poi a Villa S. Giovanni e al Volturno.

Carabinieri reali italiani.

Il corpo dei carabinieri reali, istituito con regie patenti del 13 luglio 1814 da Vittorio Emanuele I, trova i suoi precedenti, nel regno di Sardegna, in tre compagnie di dragoni istituiti il 13 gennaio 1726 a Pinerolo, per curare la sicurezza pubblica. Dette compagnie furono poi, nel giugno, destinate alla Sardegna col nome di dragoni di Sardegna.

Questi dragoni subirono in seguito varie modificazioni, e nel 1777 vennero chiamati dragoni leggieri di Sardegna, e furono inquadrati, ora in compagnie appiedate, ora in squadroni a cavallo. Nel 1798 gli stessi dragoni a cavallo rimasero a presidiare l'isola e formarono un reggimento detto dei cavalleggeri di Sardegna. Per i servizî a piedi, nel 1818 furono istituite compagnie di moschettieri di Sardegna. Nell'anno successivo, invece, e con le stesse mansioni dei cavalleggeri e moschettieri, furono istituiti in Sardegna i cacciatori reali di Sardegna, che poi nel 1822 passarono a far parte del corpo dei reali carabinieri. In terraferma, con viglietto del 2 agosto 1791, Vittorio Amedeo III, per tutelare la pubblica sicurezza delle provincie di Novara, Vigevano e Lomellina, aveva istituito uno speciale corpo militare di polizia che cessò di sussistere dopo la convenzione di Alessandria (15 giugno 1800). Con legge 22 luglio 1800, della Consulta di governo, veniva istituito in Piemonte un corpo di gendarmeria piemontese facente parte integrante dell'esercito (sei compagnie di gendarmi a cavallo, riunite in uno squadrone, e sei compagnie di gendarmi a piedi riunite in un battaglione) e che ebbe il compito d'invigilare sulla pubblica tranquillità, sulla sicurezza delle strade e sull'esecuzione delle leggi. Il corpo, aumentato nel suo effettivo con decreto del 29 agosto 1800, fu soppresso il 26 agosto 1801, essendo subentrata nel medesimo servizio la gendarmeria nazionale francese, nella quale furono ammessi a servire gli elementi del disciolto corpo.

Finalmente, restaurato il regno di Vittorio Emanuele I (21 aprile 1814), venne istituito il corpo dei carabinieri reali.

Il corpo venne istituito "per tutelare il buon ordine e assicurare l'esecuzione delle leggi nelle provincie di terraferma degli stati sabaudi". La qualifica di reali fu conferita ai carabinieri perché risultasse il carattere di corpo strettamente legato alla dinastia. Il corpo fu classificato primo in ordine di precedenza, rispetto agli altri corpi dell'esercito.

In origine il corpo venne ripartito in sei divisioni: Torino, Cuneo, Alessandria, Nizza, Novara e Savoia. Nel 1815 venne costituita un'altra divisione in Genova, per sostituire gradatamente la reale gendarmeria genovese, sorta in Genova (per tutto il ducato) il 3 giugno 1814 e rimasta in vita sino al 15 ottobre 1822 quando, esonerata da qualsiasi funzione di pubblica sicurezza, venne conservata, fino a graduale estinzione, per la custodia della "catena militare", specie di carcere militare istituito nel 1821 presso l'arsenale marittimo di Genova.

Il 16 ottobre 1822 venne promulgato il regolamento generale dei carabinieri reali, e il 3 novembre 1831 venne istituito il Comando generale dei carabinieri reali, denominazione che durò sino al 18 ottobre 1848, per dar luogo poi a quella di Comando del corpo. Il 24 marzo 1848 furono provvisoriamente formati con carabinieri a cavallo tre squadroni di guerra, in servizio presso la persona del re. Nello stesso anno i carabinieri reali incorporarono i dragoni piacentini e parmensi, e i gendarmi lombardi e modenesi, ma, dopo gli eventi del 1849, questo personale fu licenziato. Ritornò definitivamente nel corpo nell'anno 1859.

Il 16 gennaio 1860, soppresse le divisioni di Nizza e Savoia, furono costituite quelle di Brescia, Como, Cremona, Milano, Novara, Pavia, Bologna, Forlì, Modena, Parma, Firenze, Livorno e Siena, e, con decreto 14 gennaio 1861, furono raccolti in uno solo i corpi militari cui era affidata la sicurezza pubblica nelle diverse provincie d'Italia e venne costituita l'Arma dei carahinieri reali. Lo stesso decreto stabilì le norme di reclutamento, le attribuzioni del personale, l'avanzamento, le relazioni con autorità civili e militari, e determinò che il corpo comprendesse un Comitato, tredici legioni territoriali e una legione allievi. In seguito a numerose modifiche le legioni territoriali furono ridotte a 12, e il 18 luglio 1867 vennero designate anziché col numero d'ordine, col nome della città in cui aveva sede il comando di legione. La legge 30 settembre 1873 costituì la legione territoriale di Roma. Con la legge 29 giugno 1882 sull'ordinamento dell'esercito venne abolito il Comitato e istituito il Comando dell'arma dei carabinieri reali, il quale, per legge 8 luglio 1883 e successiva del 26 luglio, divenne Comando generale dell'arma.

Il 1° maggio 1892 vennero approvati i regolamenti organici e quello d'istruzione e di servizio e fu abrogato il regolamento generale del 16 ottobre 1822. Questi regolamenti vennero a loro volta sostituiti con altri approvati con decreto 14 dicembre 1911. Con legge 30 dicembre 1906 venne istituita la scuola allievi ufficiali CC. RR., e, con decreto 22 gennaio 1914, fu istituita, in Tripoli, la legione carabinieri reali della Tripolitania, che già preesisteva, e venne resa autonoma la divisione dell'arma in Bengasi (Cirenaica). Nel 1919, essendo state ridotte a una sola le divisioni dei CC. RR. per la Tripolitania, venne soppressa l'anzidetta legione. Con decreto 9 luglio 1916, n. 831, fu istituita in via provvisoria, per la durata della guerra, la carica di comandante in 2ª dell'arma dei CC. RR. Con decreto 5 ottobre 1916, n. 1314, venne stabilito che l'arma di CC. RR. dovesse comprendere: un Comando generale dell'arma, quattordici legioni territoriali, una legione allievi, una scuola allievi ufficiali, e una scuola allievi sottufficiali. Con decreti 25 febbraio e 2 dicembre 1917, fu stabilita l'assunzione in servizio di 18.000 carabinieri ausiliarî, in più della forza organica dell'arma, con vincoli di ferma fino a 6 mesi dopo la conclusione della pace, e, con decreto 26 aprile 1917, n. 747, furono costituiti, per la durata prevista di non oltre 6 mesi dal termine della guerra, cinque comandi di gruppo di legioni CC. RR., retti da maggiori generali e comprendenti ciascuno tre legioni. La legione allievi, la scuola allievi sottufficiali e la scuola allievi ufficiali furono poste alle dipendenze del maggiore generale addetto al Comando generale dell'arma. Nel 1919 l'organico dei sottufficiali e militari di truppa dei CC. RR. venne portato a 45.000 uomini.

Con decreto 2 ottobre 1919 fu provveduto al riordinamento dell'arma. Venne stabilito, fra l'altro, che "i carabinieri fanno parte dell'esercito, di cui sono la prima arma, con le speciali loro prerogative, e in caso di guerra concorrono con le altre truppe alle operazioni militari, attendendo, inoltre, presso il R. Esercito, al disimpegno di quei servizî, ai quali sono più particolarmente adatti. L'arma dei CC. RR. dipende dal Ministero della guerra per tutto ciò che riguarda il suo reclutamento, l'ordinamento, la disciplina, l'amministrazione, il governo dei quadri, l'equipaggiamento, l'armamento, la rimonta e per quanto si riferisce al servizio militare. Dipende, invece, dal Ministero dell'interno per quanto si riferisce al servizio d'istituto, all'ordine e alla sicurezza pubblica, all'accasermamento e al casermaggio. I carabinieri provvedono inoltre al servizio reale, alle scorte d'onore, ai servizî d'informazione e di polizia giudiziaria e alla traduzione; infine alla vigilanza degli scali ferroviarî, marittimi e delle linee ferroviarie".

Con lo stesso decreto fu stabilito che l'arma comprendesse: il comando generale dell'arma, 7 comandi di gruppo di legioni, 19 legioni territoriali, una legione allievi, una scuola allievi ufficiali e una scuola allievi sottufficiali. La forza dei sottufficiali e militari di truppa fu portata a 60.000 uomini. Con decreto 20 novembre 1919 si stabilì che gli ufficiali subalterni effettivi dell'arma dei CC. RR. dovessero essere reclutati per un terzo fra i sottufficiali dell'arma e pei due terzi fra i tenenti effettivi e di complemento di fanteria, cavalleria, artiglieria e genio. Con decreto del Ministero della guerra in data 2 maggio 1920, fu determinata la costituzione di 18 battaglioni mobili autonomi di CC. RR., per concorrere, con le legioni territoriali dall'arma, nei servizî d'ordine e sicurezza pubblica. I detti battaglioni assunsero la denominazione delle città in cui ebbero sede, seguita, per quelli dislocati in città sedi di più battaglioni, da un numero progressivo. Ogni battaglione, della forza di 750 uomini, ebbe 3 compagnie a piedi e una di ciclisti.

Col decreto 31 dicembre 1922, concernente la riforma e l'unificazione dei corpi armati di polizia, venne stabilito che l'arma dei CC. RR. costituisse l'unica forza armata in servizio permanente di pubblica sicurezza ed esercitasse in tutto il territorio del regno, alla dipendenza - nei riguardi del servizio - del Ministero dell'interno, le attribuzioni di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza a essa devolute, nonché quelle già demandate ai soppressi corpi della regia guardia per la pubblica sicurezza e degli agenti d'investigazione. Perciò la forza organica dei sottufficiali e militari di truppa fu portata a 75.000 uomini e con 12.000 di essi fu costituito un ruolo a parte di specializzati per i servizî tecnici di indagine, in abito borghese, alla diretta dipendenza delle autorità e degli ufficiali di pubblica sicurezza. Per l'abilitazione a tali servizî fu istituita una scuola tecnica di polizia in Roma.

Con decreto 15 febbraio 1923 venne stabilito che l'arma comprendesse: un comando generale dell'arma, 7 comandi di gruppo di legioni, un comando di gruppo scuole e legioni allievi, due legioni allievi carabinieri, 21 legioni territoriali, una scuola allievi ufficiali, una scuola allievi sottufficiali, una scuola tecnica di polizia per l'abilitazione ai servizî del ruolo specializzato, in abito borghese, 12 battaglioni mobili, due squadroni e un ruolo specializzati per i servizî d'investigazione e d'indagine in abito civile. Con decreto 30 dicembre 1923, vennero soppressi i battaglioni mobili di CC. RR. e la forza organica dei sottufficiali e militari di truppa dell'arma venne ridotta a 65.000 uomini, dei quali 10.000 costituenti il ruolo specializzati.

Con decreto 23 marzo 1924, venne stabilito che il ruolo specializzati dell'arma dei CC. RR. per i servizî d'investigazione e d'indagine, e la scuola tecnica per l'abilitazione ai servizî del ruolo stesso, non facessero più parte dell'arma dei CC. RR. e passassero alla diretta dipendenza del Ministero dell'interno, per la costituzione del corpo degli agenti di pubblica sicurezza. Col decreto legge 18 ottobre 1925, relativo all'istituzione d'un corpo di polizia speciale per la capitale, vennero affidati all'arma dei CC. RR., nella capitale, i servizî e le scorte d'onore, i servizî d'informazione, quelli di polizia militare, i servizî presso le preture, i tribunali e le corti giudiziarie, quelli per l'esecuzione di mandati di cattura, quelli di traduzione e infine i servizî di polizia ferroviaria e di ordine pubblico.

Per l'esecuzione di questi ultimi servizî, venne costituito nella capitale stessa un comando di raggruppamento battaglioni e gruppo squadroni CC. RR., alla cui dipendenza furono posti due nuclei di carabinieri a piedi già esistenti in Roma e il gruppo di squadroni che già vi prestava servizio. Fu inoltre stabilito che l'arma dei CC. RR. prestasse servizio di pubblica sicurezza nel territorio assegnato alle stazioni che il Ministero dell'interno, su proposta del comando generale dell'arma, avesse ritenuto opportuno d'istituire nella zona periferica della capitale. Col decreto 3 dicembre 1925 venne istituito in Roma, ed eretto in ente morale, il Museo storico dell'arma dei CC. RR.

Con la legge 11 marzo 1926, relativa all'ordinamento dell'esercito, e coi decreti 14 ottobre e 31 dicembre 1926 e 8 maggio 1927, venne stabilito che l'arma dei CC. RR. comprenda: a) il comando generale dell'arma; b) 6 ispettorati di zona (Torino, Milano, Firenze, Roma, Napoli e Palermo); c) 21 legioni territoriali (Torino, Alessandria, Genova, Livorno, Milano, Trento, Verona, Treviso, Trieste, Firenze, Bologna, Ancona, Perugia, Lazio, Chieti, Cagliari, Napoli, Bari, Catanzaro, Palermo e Messina); d) una legione di Roma (raggruppamento battaglioni e squadroni); e) 2 legioni allievi (Roma e Torino); f) una scuola allievi sottufficiali CC. RR. (Firenze). Con decreto-legge del 18 marzo 1928, alla scuola allievi sottufficiali è stata sostituita una Scuola centrale carabinieri reali.

Questi cenni sommari possono dare un'idea della complessità e delicatezza delle mansioni affidate all'Arma e costantemente assolte in modo degnissimo per la perfetta organizzazione di essa, per la rigida disciplina, l'alto spirito militare e l'austero senso del dovere che le sono caratteristici. La stima, la considerazione e l'affetto che gode ben a ragione nel paese, hanno guadagnato all'Arma la qualifica di "benemerita", con la quale viene comunemente designata.

Imprese militari dell'Arma. - Un manipolo di carabinieri reali prese parte alla campagna del 1815; nel 1821 tutto il corpo fece parte dell'armata reale a Novara; tre squadroni presero parte alle campagne del 1848 e 1849 contro gli Austriaci; un drappello alla campagna di Crimea nel 1855-1856; altri reparti alle campagne del 1859, 1866, 1870, alla spedizione dell'Estremo Oriente (1900) e infine, con forze più numerose, alla campagna italo-turca (1911-1912) e a quella del 1915-1918 nella quale i carabinieri vennero anche impiegati come unità tattiche.

Quale segno tangibile del valore dimostrato nelle guerre menzionate, la bandiera dell'Arma è fregiata d'una medaglia di bronzo al valor militare per il fatto d'arme presso Verona (6 maggio 1848); d'una seconda medaglia per i combattimenti di Staffalo, Sommacampagna e per l'assedio di Peschiera (luglio e agosto 1848); d'una medaglia d'argento per la gloriosa carica su Pastrengo (30 aprile 1848); d'una medaglia d'oro di benemerenza per l'operosità, coraggio, filantropia, abnegazione spiegate nel soccorrere le popolazioni funestate dal terremoto del 28 dicembre 1908; d'una medaglia d'argento al valor militare per la campagna di Libia 1911-1912; di una d'oro al valor militare per aver rinnovellato durante la guerra 1915-1918 le sue più gloriose tradizioni con innumerevoli prove di tenace attaccamento al dovere e di fulgido eroismo, dando validissimo contributo alla vittoria delle armi d'Italia; infine di un'altra di bronzo al valor militare per i servizî resi dalla divisione dei carabinieri reali della Cirenaica (1927).

La data del 5 giugno, anniversario del decreto di concessione della medaglia d'oro al valor militare, è diventata la festa dell'Arma.

Divisa dei carabinieri reali. - Essa non ha subito notevoli variazioni dai tempi di Carlo Felice e di Carlo Alberto. Nel 1814 i carabinieri avevano cappello nero con falde oblunghe, portato obliquamente sul capo, pennacchio con piume azzurre; abito a code nere con risvolti rossi; colletto e paramani celesti con alamari d'argento; spalline rivestite di panno verde con frangia bianca; pantaloni neri corti con pistagna celeste, uose nere con bottoniera fitta al lato esterno, alte fino al ginocchio. Nel 1848 portavano cappello nero con falde semicircolari, pennacchio con piume azzurre ricadenti, abito a coda nero con risvolti rossi, colletto e paramani rossi con alamari d'argento, doppia bandoliera bianca e azzurra, a una delle quali era applicata la giberna, all'altra, per i carabinieri a piedi, veniva agganciata la sciabola e per quelli a cavallo la pistola; spalline con frangia bianca, pantaloni celesti con doppia banda nera per quelli a cavallo, neri con banda rossa per quelli a piedi (fig. 1).

Attualmente (1930) i carabinieri reali hanno tre uniformi nere: grande, ordinaria e piccola uniforme. La grande uniforme comprende: cappello nero, con falde semicircolari, portato traverso al capo dagli uomini di truppa, graduati e sottufficiali e pennacchio grande dritto con piume rosse ed azzurre; perpendicolare al viso per gli ufficiali, con pennacchio di piume ricadenti azzurre e rosse; abito nero a coda con risvolti rossi, spalline, cordelline e decorazioni; pantaloni lunghi di panno turchino, cinturino con sciabola e dragona di tessuto, guanti bianchi, bandoliera bianca con giberna. I carabinieri a cavallo hanno doppia banda ai pantaloni, mantello con mantellina di panno turchino a risvolti di panno scarlatto (fig. 2, nn. 1, 2 e 3). L'uniforme ordinaria comprende: cappello come sopra, senza pennacchio, abito nero come sopra con nastrini di decorazioni; pantaloni turchini con bande di panno scarlatto, cinturino con sciabola, dragona di cuoio e pistola; guanti bianchi (fig. 2, n. 5). La piccola uniforme comprende: berretto nero, o elmetto nei servizî di ordine pubblico, giubbone con nastrini di decorazioni, pantaloni corti di panno turchino da portarsi dentro gli stivaletti, cinturino con sciabola, dragona di cuoio e pistola (fig. 2, n. 4). Le due specialità dei carabinieri a piedi e a cavallo sono armate di moschetto da cavalleria e pistola a rotazione; gli uni hanno la sciabola detta da carabinieri a piedi, gli altri da cavalleria.

Anche i carabinieri reali, durante la guerra 1915-18 adottarono la divisa grigio verde, distinta dalle altre simili per il colletto nero con sopra due bianchi alamari, uno per parte dell'agganciatura. Ora solo l'arma a cavallo, nei servizî montati, porta i pantaloni corti grigio-verdi e gambali neri (fig. 2, n. 6).

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