CAPO VERDE, Isole del

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

Capo Verde, Isole del

Anna Bordoni
Luisa Azzolini
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(VIII, p. 878; App. III, i, p. 305; IV, i, p. 367; V, i, p. 492)

Geografia umana ed economica

di Anna Bordoni

Popolazione

La crescita demografica dell'arcipelago è risultata particolarmente intensa a partire dalla metà del 20° sec., cosicché la popolazione è più che raddoppiata in quarant'anni (da 147.000 ab. a 341.500 tra i censimenti del 1950 e del 1990); anche negli anni Novanta l'incremento demografico è proseguito a ritmi elevati e nel 1998, secondo stime delle organizzazioni internazionali, la popolazione era di 408.000 abitanti. Le esigue risorse economiche del paese e la difficoltà di diversificare le attività produttive hanno spinto gli abitanti a emigrare in altre parti dell'Africa, in Brasile, negli Stati Uniti e, successivamente, in paesi europei tra i quali l'Italia, divenuta meta di una consistente immigrazione di manodopera femminile, che trova occupazione soprattutto in lavori domestici. Attualmente, viene stimato che circa 700.000 Capoverdiani vivano all'estero, malgrado nei primi anni dell'indipendenza si sia verificato un consistente flusso di rientri. Sotto il profilo etnico prevalgono i Meticci (71%) sui Neri (28%); per quanto riguarda la struttura della popolazione per età, vi è una forte incidenza di classi giovani. Oltre alla capitale Praia (95.000 ab. nel 1998), unico altro centro di rilievo è la cittadina portuale di Mindelo (47.000 ab.).

Condizioni economiche

L'importanza strategica dell'arcipelago e i contrasti politici con la Guinea-Bissau, verificatisi nella seconda metà degli anni Settanta, hanno inciso sull'economia delle isole. Quest'ultima continua a fondarsi in buona parte sull'agricoltura di piantagione (canna da zucchero, banane, patate dolci, manioca), ma il paese è alla ricerca di nuove prospettive di crescita attraverso una liberalizzazione del mercato e la privatizzazione delle imprese statali. Opportunità di sviluppo sono poi attese dal progetto di ospitare, nell'arcipelago, attività bancarie e finanziarie off-shore e, più in generale, di offrire basi per il grande commercio internazionale. Tuttavia, nonostante questi nuovi orientamenti e sebbene il PIL pro capite (1090 dollari nel 1997) sia il più elevato di tutta l'Africa saheliana, circa la metà degli abitanti continua a vivere al di sotto della soglia di povertà e a dipendere sempre più dalle rimesse degli emigrati.

Il settore industriale è poco sviluppato e rivolto alla lavorazione di prodotti agricoli e tessili. La bilancia commerciale è in cronico passivo: nel 1995 il principale partner per le importazioni è stato il Portogallo (40%), seguito dai Paesi Bassi, dal Brasile e dal Giappone; verso il Portogallo (50%) si è rivolto il maggior flusso delle esportazioni, costituite prevalentemente (48%) da prodotti ittici (pesce, crostacei e molluschi).

Bibliografia

D. de Brum Ferreira, L'oscillation climatique actuelle dans l'île de Santiago (Cap Vert) et la mobilité des paysages, Aix-en-Provence 1992.

M. Lesourd, État et société aux îles du Cap Vert, Paris 1995.

Storia

di Luisa Azzolini

In seguito a una progressiva liberalizzazione della vita politica e dell'economia, assecondata, dalla fine degli anni Ottanta, dal partito unico Partido Africano da Independência do Cabo Verde (PAICV), la repubblica di C. V. adottò ufficialmente il multipartitismo con un emendamento alla Costituzione approvato dall'Assemblea nazionale nel settembre 1990.

Le prime elezioni multipartitiche si tennero nel gennaio 1991 e segnarono la vittoria del Movimento Para a Democracia (MPD), di recente formazione, che ottenne 56 dei 79 seggi parlamentari, contro i 23 del PAICV. Alle presidenziali si impose quindi il candidato del MPD A. Mascarenhas Monteiro, che sconfisse il segretario del PAICV, A. Pereira, presidente dal 1975. Il nuovo governo, guidato dal leader del MPD C. Veiga, avviò una serie di riforme incentrate sulla riduzione della spesa pubblica e sulla privatizzazione delle compagnie statali, volta a liberalizzare l'economia, ancora sostanzialmente dipendente dagli aiuti internazionali e dalle rimesse degli emigrati.

Nel settembre 1992 entrò in vigore una nuova costituzione, che introduceva una forma di governo di tipo parlamentare, in sostituzione del sistema presidenziale sancito dalla costituzione del 1980. In base alla nuova carta fondamentale, il potere legislativo è esercitato da un'Assemblea nazionale di 72 deputati eletti a suffragio universale, che a loro volta eleggono il primo ministro, capo dell'esecutivo. Capo dello Stato è il presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale con un mandato di cinque anni.

Nonostante numerosi rimpasti governativi e la scissione di una parte del MPD, che diede vita a un nuovo movimento di opposizione (il Partido da Convergência Democrática), il MPD riuscì a vincere le elezioni legislative del dicembre 1995 e ad assicurarsi la maggioranza in 8 dei 16 consigli municipali alle amministrative del gennaio 1996, seguite il mese successivo dalle presidenziali, nuovamente vinte da Mascarenhas Monteiro.

In politica estera, i governi del MPD estesero i rapporti diplomatici a Israele e ai paesi del Golfo (da cui ricevettero nuovi aiuti economici), e aprirono ambasciate nella Repubblica Popolare cinese, nel Regno Unito, in Sudafrica e in Svezia. C. V. rimase comunque legato al Portogallo, al Brasile e alle altre ex colonie portoghesi in Africa, riunite nei Países Africanos da Língua Oficial Portuguesa (PALOP), sostenute economicamente dall'Unione Europea, dal Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. Nel luglio 1996 i paesi del PALOP, insieme con Brasile e Portogallo formarono la Comunidade dos Países da Língua Portuguesa allo scopo di avviare una maggiore collaborazione in ambito culturale, economico e tecnologico.

Bibliografia

R. Lobban, Historical dictionary of Cape Verde, Metuchen (N.J.) 1995.

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