CANSIGLIO

Enciclopedia Italiana (1930)

CANSIGLIO (A. T., 17-18-19)

Arrigo LORENZI

È l'altipiano formato da un ellissoide di calcari ippuritici con lembi di Eocene, che nelle Prealpi Carniche, tra le provincie di Udine, Belluno e Treviso, fa parte del gruppo del Monte Cavallo. Con le sue falde erte sporge verso la pianura a guisa di poderoso bastione. Depresso nel mezzo, è coronato da orli rialzati, culminanti a NO. nel Toset, 1391 m., a O. nel Millifred, 1577 m., a SO. nel Pizzoc, 1370 m. Verso mezzogiorno e successivamente a levante fra la valle della Stua (torrente Cunas) e la Val di Piera, che è la parte superiore della Val Perosa, l'orlo medesimo culmina nelle cime Boscasso, 1306 m., Vetta Paradisa, 1391 m., Condole, 1683 m., Cornier, 1783 m., Tremol, 2007 m., Cavallo 2290 m.; a NE. il Guslon, 2193 m.

Per la fitta vegetazione boschiva, come anche per i caratteri eminentemente carsici dell'idrografia e della morfologia, il Cansiglio trova riscontro negli altipiani del Goriziano che formano gli scaglioni più elevati del vero Carso. Ed è forte il contrasto tra l'estensione boscosa e l'orlatura di rilievi, ora aspri e brulli, ora verdeggianti di pascoli, da una parte, e le culte colline dell'Alpago dall'altra. A ponente esso è nettamente limitato dalla depressione dei laghi Lapisini; verso mezzodì le umili colline di Serravalle, Sarmede e Caneva, verso SE. i colli di Polcenigo e di Budoia ne orlano la base verso la pianura; tutt'altro che netti sono invece i limiti che si possono assegnare al Cansiglio verso settentrione e specialmente verso levante. Verso settentrione il Cansiglio forma il fianco meridionale della conca dell'Alpago, la giogaia d'orlo è meno pronunciata, anzi a NE. si spiana e degrada dolcemente verso l'Alpago stesso, che manifestamente è più unito che separato dal bosco; quivi il pendio che sale da Val Perosa e il ripiano Baldassare, foracchiato di buche assorbenti, formano la soglia naturale dall'Alpago al Cansiglio.

A NE. l'altipiano si salda strettamente alla giogaia che culmina col Monte Cavallo, la quale s'interpone fra il Cansiglio e un altro consimile altipiano, il Pian del Cavallo, a sua volta chiuso verso levante da un orlo rialzato. Il corso del torrente Cunas e la valle di di S. Tomé o della Stua, sino a Casera Friz, può dividere i due altipiani verso SE.

Il perimetro del margine rialzato che circonda l'altipiano e pende verso l'interno da tutte le direzioni, eccezione fatta per quella di NE., è di una trentina di chilometri, misurati seguendo la linea delle vette più alte. Il diametro N.-S. è di 9-10 km., quello E.-O. di circa 8.

Data la natura litologica completamente calcarea, tanto sui versanti del rilievo marginale, quanto nel bosco e nelle conche centrali, le fessure, i fori e le cavità assorbenti (buse, ingiotidori, piaje, sperlonghe) sono in grandissimo numero e alcune di tali cavità hanno forme più o meno paragonabili a imbuti o a pozzi. Tra queste ultime ve ne ha di quelle che contengono neve o ghiaccio; la voragine più profonda (m. 240) è il Bus della Lume, da cui emanano idrocarburi infiammabili.

Verso la conca centrale mettono i corsi d'acqua che scendono dalle alture circostanti e scompaiono nelle cavità che vi sono disseminate: la conca è del tutto priva di smaltimento superficiale. L'ingente quantità di acque meteoriche che cadono sull'altipiano viene alla luce alla base del rilievo calcareo, dando un certo alimento ai laghi Lapisini e formando le sorgenti della Livenza. La conca centrale non è veramente unica: è suddivisa in tre cavità carsiche del tipo degli uvala, che sul luogo si dicono Piani e si nominano del Cansiglio, di Cornesega e di Valmanera, fra loro separati da dossi calcarei e col fondo coperto da argille e da un'alluvione particolare. La conca detta del Cansiglio è la maggiore e il suo punto più basso è, secondo la levata topografica del 1926, a 1002 m. s. m., a NNE. del Regio Palazzo. La conca detta di Cornesega è la più piccola delle tre, e ha il punto più basso del suo fondo a 905 m. s. m.; quella di Valmanera, a 908 m. Ciascuna consta di un complesso di foibe, tra le quali s'interpongono creste rocciose ed erbose, dentro alle quali sono incavate buche minori e in queste delle altre ancora più piccole. Sono notevoli anche le cavità che, avendo il fondo reso impermeabile dall'argilla, contengono acqua stagnante, e si dicono lame o lamarazzi. Alcune lame però sono artificiali e dipendono dalla necessità di abbeverare gli animali, in una regione dove, nonostante le grandi piogge che vi cadono, mancano acque perenni.

Sui margini delle conche sono sparse le casere, cioè abitazioni pastorali estive. Nella parte SE. della conca maggiore vi è il Regio Palazzo, detto anche Palazzo di S. Marco, perché le sue origini risalgono alla gloriosa repubblica: era destinato alla residenza del personale governativo addetto alla sorveglianza del bosco; ora è trasformato in albergo. Verosimilmente il Piano è una radura forestale adibita a pascolo da tempo immemorabile: dal nome di essa, Campo Silio, di cui fa menzione una bolla di papa Lucio III (1185) venne il nome di Cansiglio (Canseglio). Considerato parte dell'Alpago, il bosco era anche chiamato dai Veneziani Bosco d'Alpago.

La fitta vegetazione arborea è la conseguenza delle abbondanti precipitazioni atmosferiche, superiori ai 2000 mm. annui, alle quali è soggetto l'altipiano che, proteso verso la pianura, fa fronte direttamente alle correnti nubilose che provengono dall'Adriatico. La sua conservazione sino ai giorni nostri si deve alla severa protezione che ebbe, prima dalla Serenissima, poi, salvo brevi eccezioni, dai governi che le succedettero. Nella parte occidentale dell'altipiano predominano i faggi, nella parte orientale le acifolie (abeti bianchi e rossi); il larice è meno rappresentato. Il bosco ha una superficie totale di 6477 ettari. Nel bosco si esercita l'industria del carbone vegetale, da parte di carbonai che ascendono l'altipiano e vi dimorano per il tempo della carbonizzazione, conducendo così una vita seminomade. Del Cansiglio è poi particolare l'industria delle scatole, esercitata dalla popolazione boschereccia degli scatoleri; i quali fanno non soltanto scatole, ma pure varî oggetti di legno di uso domestico e personale. Quest'industria venne importata nel 1797 dalla famiglia Azzalini di Roana e, come progredì, agli Azzalini si unirono altre famiglie pure provenienti dai Sette Comuni, sicché si formò una colonia di legnaiuoli, i discendenti della quale dimorano in alcuni casali verso la periferia settentrionale del bosco.

Bibl.: A. Coppadoro, Contributo allo studio dei fenomeni carsici dell'Altipiano del Cansiglio, in In alto, XIII, Udine 1903; G. Dal Piaz, L'altopiano del Cansiglio e regione circostante, in Boll. del R. Comitato geologico, XLI (1911), n. 4; G. B. De Gasperi e G. Feruglio, L'altipiano del Cansiglio, in Mondo Sotterraneo, VI, 1910; G. Feruglio, L'altipiano del Cansiglio e la sua morfologia, in Atti della V Riunione della Società per il progresso delle scienze, 1912, p. 849; R. Soravia, Il Cansiglio, foresta demaniale inalienabile del Veneto, in Nuova Rivista Forestale, anno III, Firenze 1880; R. Volpe, La provincia di Belluno. Notizie economico-statistiche, Belluno 1871.

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