BOLLANI, Candiano

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)

BOLLANI (Bolani, Bollanus, Bolanus), Candiano

Giovanni Pillinini

Nato a Venezia, intorno al 1413, da Maffeo e Vittoria Vitturi, entrò nel 1431 nel Maggior Consiglio. Sposò nel 1438 Lucrezia Marcello, dalla quale ebbe tre figli: Domenico (nato intorno al 1445), diplomatico e cultore di studi filosofici e teologici, Francesco, giurista e avogador di Comun, e Girolamo, protonotario apostolico, autore di opuscoli teologici (Indice gen. degliIncunaboli delle Bibl. d'Italia, I, Roma 1943, n. 1860).

Nel 1452 lo troviamo impegnato nella sua prima importante missione diplomatica, a Ferrara, per trattare con Borso d'Este alcune questioni di confine del territorio di Ravenna. Nel 1455, a Pordenone, trattava con i rappresentanti dell'imperatore Federico III circa la delimitazione delle rispettive zone tra Pordenone e Zoppola. Nel 1460 era podestà e capitano di Belluno. In tale circostanza si adoperò, forte delle sue relazioni con elementi della Curia romana, per la divisione dei vescovadi di Feltre e Belluno (dal 1197 riuniti in un'unica diocesi), che fu concessa da Pio II nel gennaio 1462. Rientrato in patria (1462), fu uno dei Quarantuno per l'elezione del doge Cristoforo Moro e savio di Terraferma. Nel 1463 partecipò alle trattative con i procuratori di Malatesta Novello, signore di Cesena, per la cessione a Venezia delle saline di Cervia. In seguito fu podestà a Vicenza, e nel 1466 - o 1468: la data è oggetto di discussione - capitano a Candia. Rientrato a Venezia, divenne nel 1470 avogador di Comun e in tale occasione dovette istruire e condurre, unitamente ai suoi colleghi, il processo contro Niccolò Canal (comandante della flotta veneziana, al cui comportamento incerto fu attribuita la perdita di Negroponte durante la guerra veneto-turca) che si concluse con la condanna a morte dell'accusato, commutata poi in ergastolo dal Consiglio dei Dieci.

Nel 1471 il B. era governatore a Brescia, e in tale circostanza stipulò con Bartolomeo Colleoni i patti della sua condotta per un anno al servizio della Repubblica. Rientrato a Venezia, fu nuovamente avogador di Comun (1473) ed elettore del doge Niccolò Marcello. Nel 1474 era capitano a Verona, dove rimase sino all'anno seguente. Nel 1475 fu incaricato di una ambasceria presso il duca di Milano, Galeazzo Maria, e quindi fu inviato come ambasciatore straordinario presso Bartolomeo Colleoni, che giaceva infermo nel castello di Malpaga, suo feudo, con il compito di tenere la Repubblica costantemente informata delle sue condizioni. Alla morte del Colleoni, toccò al B., insieme con Zaccaria Barbaro e Francesco Diedo, curare gli interessi della Repubblica nell'esecuzione del suo testamento.

Il B. fu ancora dei Quarantuno per l'elezione dei dogi Andrea Vendramin (1476) e Giovanni Mocenigo (1478). Divenuto savio del Consiglio, nel 1478 fu uno dei quattro provveditori straordinari inviati in Friuli per risolvere il problema della difesa dei confini dalla minaccia turca mediante un sistema di fortificazioni. Fu nell'agosto di quello stesso anno che morì di peste, a Padova, secondo la notizia dell'Anonimo veronese.

Oltre a quella politica, il B. svolse anche una notevole attività letteraria. Il codice Marciano lat., Cl. I, 44, 2038 (G. Valentinelli, Bibliotheca manuscripta ad S. Marci Venetiarum, I, Venezia 1868, pp. 212 s.), conserva, inedito, un commento in diciotto libri sui primi tre capitoli della Genesi, dedicato a frate Andrea Pannonio, certosino residente a Ferrara (la lettera di dedica, datata 14 marzo 1466, è edita dal Degli Agostini, II, p. 160). Nel codice miscellaneo Marciano lat., Cl. XIV, 252, 4718, ff. 85-89, resta una sua orazione per l'elezione del doge Cristoforo Moro (1462), "per Dominicum eius filium habita": nonostante la convenzionalità dovuta al genere, si tratta di uno squarcio di discreta oratoria di stampo ciceroniano, la cui eleganza formale testimonia degli studi retorici del Bollani. Il B. figura anche come interlocutore di un Trialogusin rebus futuris annorum viginti proximorum..., di ignoto autore, che si immagina svolto nel 1467 (Marc. lat., cl. XIV, 245, 4682, ff. 2-9v).

Di un suo commento al primo libro della cosiddetta NuovaRetorica di Cicerone (cioè la Rhetorica ad Herennium), esistente nella Biblioteca capitolare di Olmütz, Apostolo Zeno aveva notizia da Francesco Giannini (A. Zeno, Lettere, III, Venezia 1785, pp. 231 s.: 15 genn. 1721). Due sue orazioni, una De invidia e una in lode di Francesco Sforza, esistevano in manoscritti della libreria Saibanti di Verona (per la dispersione di tale biblioteca: C. Frati-A. Sorbelli, Diz. bio-bibl. de ibibliotecari e bibliofili ital., Firenze 1934, p. 509). F. Sansovino segnala del B. un libro De signis coelestibus, "et alcune scholie nella Metheora d'Aristotele" (Venetia città nobilissima..., Venezia 1604, f. 387v).

Rimangono inoltre testimonianze sparse su rapporti del B. con diverse personalità del mondo religioso e culturale a lui contemporaneo. Difficile, allo stato attuale delle ricerche, ricostruire una trama precisa di questi rapporti, che permetta di delineare un compiuto profilo culturale del Bollani. Varrà comunque la pena segnalare gli elementi di cui si è in possesso.

Nel cod. Vat. Barb. lat. 1809 (su cui vedi G. Zippel, Appendice a Le Vite di Paolo II…, in Rer. Italic. Scriptor., 2 ediz., III, 16, p. 179 e specie n. 2), che conserva la corrispondenza di Maffeo Vallaresso vescovo di Zara dal 1450, si trovano alcune lettere dirette al B., che testimoniano degli ottimi rapporti intercorrenti fra lui e il Vallaresso, per gli interessi del quale, in questioni concernenti diritti giurisdizionali contestati da alcuni nobili di Zara, egli si adoperò attivamente presso il Senato veneziano nell'anno 1459 (vedi, nel codice citato, le cinque lettere inviate al B., dal dicembre 1458 al marzo 1462, a pp. 395 s., 421, 429 ss., 515: la lettera a pp. 436 s. è una consolatoria in morte del fratello del Bollani).

Durante il suo ufficio a Brescia nel 1471, Domenico Domenichi, allora vescovo di quella città, gli dedicava la sua Quaestio denominibus his: Quidditaset essentia, come risulta dalla nota aggiunta al titolo dell'opera nel Vat. lat. 6234, f. 99r (vedi anche H. Jedin, Studienüber Domenicode' Domenichi, Wiesbaden 1958, pp. 201, 282 s.). Una lettera al B. di Lodovico Foscarini, che rievoca una comunanza di studi giovanili e testimonia un rapporto di amicizia, è citata dal Degli Agostini (II, p. 157). L'umanista bergamasco G. M. A. Carrara dedicò al B. dei versi, conservati in alcuni manoscritti della Biblioteca civica di Bergamo (segnalati da P. O. Kristeller, Iter Italicum, I, pp. 12, 15, 16: vedi anche G. Giraldi, Bibliografia delle opere di G. M.A.Carrara, in Rinascimento, VI [1955], pp. 132 s.). Infine, una lettera di ignoto scritta al B. per presentargli un poemetto composto in occasione dell'elezione di un doge si trova alla Biblioteca Marciana in un codice miscellaneo (Marciano lat., cl. XIV, 183, 4628, p. 149).

Fonti e Bibl.: Venezia, Civico Museo Correr, cod. Cicogna 3781: G. Priuli, Pretiosi frutti del Maggior Consiglio, I, p. 107; Venezia, Archivio di Stato, M. Barbaro, Arbori de' patritii veneti, II, p. 35; Deliberazioni Senato Secreta, reg. XXV, 80 e 104; reg. XXVII, 35, 37, 39v; Venezia, Bibliografia Nazionale Marciana, ms. Ital., cl. VII, 8304 (XV): G. A. Capellari Vivaro, Il Campidoglio Veneto, I, p. 166; D. Malipiero, Annali Veneti, a cura di A. Sagredo, in Archivio storico ital., VII, 2 (1844), p. 670; Monumenta spectantia historiam Slavorum Meridionalium, a cura di S. Ljubić, XXI, Zagabriae 1890, pp. 162 ss., 168; XXII, ibid. 1891, p. 253; I libri commemoriali della Repubblica di Venezia. Regesti, a cura di R. Predelli, V, Venezia 1901, ad Indicem; Cronaca di Anonimo Veronese (1446-1488), a cura di G. Soranzo, Venezia 1915, ad Indicem; G. Degli Agostini, Notizie istor-crit. intorno la vita e le opere degli scrittori viniziani, I, Venezia 1752, p. 426, 521; II, ibid. 1754, pp. 157-167; I. B. Mittarelli, Bibliotheca codicummss. monasterii S. Michaelis Venetiarum prope Muranum, Venetiis 1779, pp. 145 s.; P.-M. Perret, Histoire des relations de la France avec Venise, Paris 1896, I, p. 586; II, pp. 60, 76; P. Belotti, La vita di Bartolomeo Colleoni, Bergamo 1923, ad Indicem; P. O. Kristeller, Iter Italicum, I-II, London-Leiden 1963-67, ad Indices.

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