CANAPA

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

CANAPA (VIII, p. 668; App. II, 1, p. 499)

Basilio DESMIREANU

Il primo paese produttore di fibra di c. è l'URSS, seguito dall'India; il terzo posto, che nella media 1948-52 e nel 1956 competeva all'Italia, nel 1957 e 1958 è stato occupato dalla Iugoslavia.

La coltura della canapa sta declinando lentamente nel mondo a partire dal periodo 1948-52, principalmente a causa della concorrenza delle fibre succedanee. L'URSS ha diminuito la superficie a c. da 663 mila ettari nella media 1934-38 a 556 mila nella media 1948-52 e addirittura a 400 mila nel 1958. La superficie a c. e la produzione di fibra in Europa (esclusa l'URSS) sono pure in continua diminuzione particolarmente a causa della massiccia contrazione avvenuta in Italia. Basta ricordare che la superficie della c. in Italia si è ridotta man mano da 85 mila ettari nel 1936-39 a soli 16 mila nel 1958 e che la produzione di fibra da 110 mila tonnellate è scesa a 15 mila fra le stesse due date, per avere un'idea del declino della coltura canapicola in Europa. In Iugoslavia e nel resto dell'Europa la coltura si mantiene relativamente stazionaria (specialmente nell'Europa orientale) o è pure in diminuzione. Nell'Asia e particolarmente in India la produzione della fibra non presenta forti oscillazioni anche a causa dell'impossibilità di sostituire questa coltura con altre più redditizie.

La quantità di fibra di c. oggetto dell'esportazione mondiale è diminuita, parallelamente alla produzione, da circa 70 mila tonnellate in media nel 1948-52 a sole 38 mila nel 1958, ossia del 46%. Come primo paese esportatore del mondo nel 1948-52 figurava l'Italia (con 22 mila t di fibra e 9 mila di stoppa e cascami), seguita dall'India (con 22 mila t di fibra) e dalla Iugoslavia (con 5 mila t di fibra e 7 mila di stoppa e cascami). Nel 1958, l'India è passata al primo posto (con 11,2 mila t di fibra) seguita dalla Iugoslavia (con 10,6 mila t), dall'Italia (con 10,3) e dall'URSS (con 7,8 mila t tra fibra, stoppa e cascame).

Tra gli importatori, i due paesi più importanti sono il Regno Unito (15 mila tonn. in media nel 1948-52 e 10 mila nel 1958) e la Germania Occidentale (10 mila tonn., in media nel 1948-52 e lo stesso per il 1958). È da notare che nel 1955 e 1956, l'URSS (il primo produttore del mondo) ha importato rispettivamente 11 e 10 mila tonn. tra fibra, stoppa e cascame.

Non si possiede una statistica internazionale della produzione dei semi di c. dopo l'ultima guerra, né è facile stimare questa produzione in base ai dati sulla superficie e sulla produzione di fibra. I semi di c. si raccolgono perché contengono sostanze oleose dalle quali si estrae un olio anche commestibile (specialmente nei paesi dell'Europa orientale) e i residui dell'estrazione dell'olio sono preziosi mangimi per il bestiame. Negli anni 1934-38, la produzione europea di semi di c. s'aggirava intorno a 59 mila t, al primo posto tra i paesi produttori era la Romania, seguita dalla Polonia. La produzione dell'URSS si stimava in 230 mila t e quella della Manciuria in 41 mila t. Il totale mondiale s'aggirava intorno a 290 mila t, senza la Cina e l'India.

Italia. - Come più sopra accennato, la canapicoltura in Italia è in rapido declino (cfr. Tab. 2). Non si tratta di oscillazioni dell'estensione della superficie a c. da un anno all'altro, ma di un vero e proprio abbandono della coltura per passare a colture più redditizie. Questo fenomeno è più pronunciato nell'Italia Settentrionale che nella Meridionale - per i maggiori attriti che incontra la trasformazione aziendale nel Mezzogiorno - e sembra che neanche l'avvento del mercato comune europeo possa arrestarlo.

La regione canapicola più importante dell'Italia è la Campania (la cui superficie a canapa nel 1958 rappresentava il 77% della superficie di tutta l'Italia), seguita a grande distanza da Emilia-Romagna e dal Piemonte. In quest'ultima provincia è particolarmente notevole la produzione di seme rispetto a quella del tiglio.

A cominciare dal 1954, le esportazioni di c. dall'Italia sono andate diminuendo, passando da 33.706 t nel 1954 a 11.562 t nel 1959 (cfr. tab. 3). Contemporaneamente sono aumentate le importazioni. La c. italiana è molto apprezzata in Europa per le sue qualità e sulla piazza di Londra è quotata tra le fibre tessili più pregiate, al pari del cotone. I principali importatori di c. italiana sono: Germania Occ., Svizzera, Cecoslovacchia, Francia, Austria e Regno Unito. L'Italia a sua volta importa c. per la maggior parte dalla Iugoslavia e dall'India.

Bibl.: FAO, Production Yearbook, Roma 1959; Trade Yearbook, Roma 1959; Istituto Nazionale di Economia Agraria, Annuario dell'agricoltura italiana, XII, Roma 1958; Consorzio Nazionale Produttori Canapa, Canapicoltura moderna, Bologna 1955.

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