CAMPOBASSO

Enciclopedia Italiana (1930)

CAMPOBASSO (A. T., 27-28-29)

Paolo DE GRAZIA
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Città dell'Italia Meridionale, capoluogo del Molise (che oggi s'identifica con la provincia di Campobasso; v. molise), posta sul declivio sud-orientale di un'altura calcarea (794 m.), che si protende su una fertile pianura. Ha clima assai rigido d'inverno, a causa della notevole altitudine e della posizione continentale, e fresco d'estate; le piogge cadono prevalentemente d'inverno. L'origine della città è incerta. Sul culmine dell'altura sorgeva, forse sin dall'eià longobarda, un castello, sulle cui rovine, nel 1459, il conte Cola di Monforte, ribelle di Ferdinando I d'Aragona, ne edificò un altro, che tuttora esiste, in parte restaurato di recente per essere utilizzato come serbatoio di acqua potabile. È di pietra grigio-scura, di forma quadrata, con baluardi rotondi ai quattro angoli; ad esso si raccordava una cinta murata, con sei torrioni e cinque porte, entro la quale era l'antico centro abitato. Nel 1732 gli abitanti si riscattarono dal giogo feudale e, abbattute le mura e le porte (tra le quali due restano tuttavia visibili, Porta S. Antonio e Porta Mancina), cominciarono a edificare più in basso verso la pianura; Gioacchino Murat consentì poi, con decreto del 24 agosto 1814, che l'abitato si estendesse liberamente nel piano, che pare fosse detto Campus bassus, mentre il vecchio paese aveva, a quanto sembra, per centro un Campus de Prata, più in alto, dal quale si trova talora denominato. E tutta la parte moderna della città si è effettivamente sviluppata in piano, estendendosi soprattutto verso S. e SE. (a SE. è la stazione ferroviaria, 686 m.) con ampie vie rettilinee e piazze spaziose. Centro è la Piazza Vittorio Emanuele, quadrata, circondata da lecci, su un lato della quale è il grandioso palazzo municipale. La parte vecchia della città, divisa in due quartieri (S. Maria la Croce e Trinità), ha vie strette tortuose, in salita.

Tra gli edifici pubblici sono degni di nota, oltre il palazzo municipale, il palazzo del governo, quello della Banca d'Italia con gli affreschi di Arnaldo Lisio, quello del liceo Mario Pagano, il palazzo delle Poste, il carcere giudiziario, a pianta esagonale, uno dei maggiori stabilimenti penitenziarî d'Italia, e il palazzo che ospita il Museo sannitico, riordinato nel 1912, contenente oggetti antichi sannitici e frentani, e quelli campani di Venafro. È degno inoltre di ricordo il monumento di Gabriele Pepe, opera dello scultore F. Ierace. Tra le chiese sono notevoli quelle della Trinità; di S. Leonardo (sec. XIII), che ha un portale ogivale e un'ornata monofora romanica nella facciata; di S. Bartolomeo, che ha tre portali romanici, e di S. Giorgio (sec. XIII).

La città aveva intorno alla metà del sec. XVII circa 4200 abitanti. Ma la terribile pestilenza del 1656 mieté numerose vittime, onde la popolazione si trova ridotta a meno di 3000 ab. nella numerazione del 1669. Alla fine del sec. XVIII, aveva 5550 ab. rapidamente cresciuti nel corso del secolo XIX, fino all'aggregazione al regno d'Italia nel 1861, allorché Campobasso contava 14.030 ab. Poi l'aumento si è attenuato (14.090 ab. nel 1871); anzi, dal 1881 si è verificata una diminuzione, dovuta alle forti correnti migratorie. Nel 1921 Campobasso contava 15.613 ab., dei quali 12.118 nel centro (tutto il comune aveva 16.330 ab.). Arrestatasi l'emigrazione, dal 1921 in poi l'aumento si è fatto di nuovo notevolissimo: si calcola che la città abbia oggi superato i 25.000 abitanti.

A Campobasso sono notevoli le industrie delle mattonelle di cemento, dei saponi e soprattutto quelle della coltelleria che dava prodotti (coltelli, forbici, rasoi, ecc., talora con fini intagli) rinomatissimi e largamente esportati. Oggi la concorrenza di grandi fabbriche straniere e di alcune italiane ha diminuito lo smercio.

Per la sua posizione centrale nel Molise, Campobasso è luogo di convegno per la popolazione dei paesi circostanti, che accorre tuttora ai mercati settimanali e soprattutto alle fiere, un tempo affollatissime (28-29 giugno; 7-8 settembre; 26-27 settembre). Festa caratteristica è quella del Corpus Domini, detta comunemente dei Misteri. Nel 1750 un artista locale, Paolo di Zinno, costruì 24 macchine, sulle quali poggiavano e muovevano alcuni uomini che rappresentavano, in quadri viventi, episodî della vita dei santi, ecc. Le macchine sono oggi ridotte a 12, ma i Misteri costituiscono tuttora una festa che richiama gran numero di fedeli anche dai paesi vicini. Campobasso è sulla ferrovia Benevento-Vinchiaturo-Termoli; è congiunta da autoservizî con Gambatesa, S. Biase, S. Giovanni in Galdo, Trivento, ecc., onde da essa si dipartono, a guisa di raggiera, notevoli comunicazioni con la sua provincia.

Il comune di Campobasso (kmq. 55,8), irrigato dal Biferno e dal Fortore, è ferace di prodotti agricoli e di ortaggi. Produce buoni vini, olio abbondante, frutta, soprattutto rinomate pere a maturazione invernale. L'allevamento del bestiame vi è molto diffuso, pregiati i latticinî, specialmente le cosiddette scamorze; è diffuso anche l'allevamento dei suini. Il comune comprende anche il piccolo centro di S. Stefano (702 ab.). Di recente però sono stati aggregati al comune di Carmpobasso quelli di Ferrazzano (2447 ab.), Mirabello Sannitico (2177 ab.) e Oratino (1807 ab.).

Per la provincia di Campobasso, v. molise.

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