CAMBRAI

Enciclopedia Italiana (1930)

CAMBRAI (A. T., 32-33-34)

Elio MIGLIORINI
Adriano ALBERTI
Jean Jacques GRUBER
Nicola OTTOKAR
Carlo BORNATE

Città della Francia nordorientale, 55 km. a S.-SE. di Lilla e a 53 m. s. m., nel dipartimento del Nord, presso la riva destra della Schelda, in parte canalizzata, dove sbocca in questa il canale di Saint-Quentin. Dal 1559 è sede di un arcivescovado. Contava 23.800 ab. nel 1891, 28.077 nel 1914 e 29.200 nel 1926. Posta nella fertile pianura di Cambrésis, la città ha avuto importanza fin dall'epoca romana per la felice posizione commerciale fra le Ardenne e la soglia dí Artois e come centro d'affari d'un'ampia regione agricola. Circondata da mura fino agli ultimi anni del sec. XIX, si è allargata fuori di queste dopo che vennero abbattute e trasformate in viali alberati. La città ha vie radiali che si dipartono dal centro, costituito dalla Place d'Armes (dov'è l'Hôtel de la Ville, edificio moderno di stile classico) verso le antiche porte; tra queste le più importanti erano, a nord quella di Notre-Dame o di Valenciennes, a sud la porta di Saint-Sépulchre o di Parigi. Le mura erano rinforzate ad est dalla cittadella, costruita dal Vauban, trasformata ora in caserma. Cambrai è anche notevole centro industriale; tradizione secolare ha la confezione di un fine tessuto di lino che, inventato a quanto pare nel sec. XIII da Battista da Cambrai, fu detto da noi tela batista (v.) e dagl'Inglesi cambric. Quest'industria, assai danneggiata dalla guerra mondiale (la città fu occupata per più di tre anni dai Tedeschi), occupava nel 1913 circa 1200 operai. Cambrai ha una notevole biblioteca, con sede nella cappella dell'ospedale di San Giovanni; essa possiede 52.000 volumi, 470 incunaboli (tra cui la Bibbia del 1472) e 1430 manoscritti (tra cui la Historia Francorum di Gregorio di Tours, un Breviarium antiquum con miniature scherzose, diversi libri catenati). Vi è anche un museo, dovuto a un legato dell'industriale A. Legrand.

Cambrai nella guerra 1914-18. - All'inizio della guerra mondiale Cambrai fu occupata il 26 agosto 1914 dal II Corpo d'Armata tedesco (generale Linsingen), il quale però si lasciò trattenere l'intera giornata davanti alla città da deboli truppe territoriali e da cavalleria e non riuscì a intervenire contro le truppe inglesi che in quella giornata erano alle prese con altri gruppi della I Armata tedesca a pochi chilometri a occidente di Cambrai.

Va poi sotto il nome di battaglia di Cambrai l'attacco fatto il 20 novembre 1917 dagl'Inglesi con l'aiuto di 360 tanks in direzione della città stessa, attacco che i Tedeschi, completameiite sorpresi, a stento riuscirono ad arginare a 5 km. dalla città. Il successo però non fu subito sfruttato e i Tedeschi poterono nei giorni successivi arrestare gradatamente l'attacco, che fruttò agli Inglesi, dal 20 al 29 novembre, 12 mila prigionieri. Ma il 30 novembre un violento contrattacco tedesco ritoglieva agl'Inglesi quasi tutto il terreno conquistato e catturava 9 mila prigionieri. Cambrai fu poi ripresa dagl'Inglesi il 9 ottobre 1918.

Monumenti. - La città conserva un complesso di fortificazioni appartenenti a diverse epoche (secoli XIII-XVI). Distrutta l'antica cattedrale (di cui alcuni bei frammenti plastici sono al museo di Lilla), ne fa ora le veci la chiesa dell'Abbazia di S. Sepolcro, le cui parti più antiche risalgono al sec. XVIII; dello stesso secolo è la chiesa di S. Jézy. La cappella dei gesuiti (1695) è uno dei più brillanti esemplari del barocco francese. L'antico palazzo comunale si compone di costruzioni d'epoche diverse. La sua parte più antica risale al 1364. Il corpo principale, opera di Jean Mariage (1509-11), in stile gotico fiorito, comprende una piccola torre di costruzione molto ingegnosa; l'ala destra fu rifatta nel 1786 su disegni di J-D. Antoine. Cambrai conserva un certo numero di case fiamminghe, poche però anteriori al sec. XVIII, notevoli per i loro frontoni a gradini o a volute. L'arcivescovado (1620) ha il carattere delle case patrizie del Rinascimento ad Anversa. L'abbazia di Catimpré (seconda metà del sec. XVI) è semigotica. Il museo si trova nell'antico ospedale di S. Giuliano; la Galleria ha qualche mediocre quadro di scuola fiamminga. (V. tavv. XCIX e C).

Bibl.: Congrès archéologique de Périgueux et Cambrai, Caen 1858; A. Durieux, Les artistes cambrésiens, in Société des Beaux-Arts des Départements, 1888; Nicq-Doutreligne, L'Ancien Cambrai, Cambrai 1924.

Storia - Già civitas nell'epoca romana (civitas Cameracensis) e fin dal sec. V sede di un proprio vescovado, Cambrai divenne nel Medioevo una delle città più importanti di quella regione intermedia, che, pur essendo francese di lingua e di cultura, era politicamente legata, dopo la breve parentesi del regno lotaringio, al regno germanico. Situata al punto d'incontro della Schelda con alcune vie di comunicazione terrestre, Cambrai, dopo il risveglio economico del sec. X, assurse a notevole importanza commerciale, per la sua naturale funzione d'intermediaria fra le città delle Fiandre e quelle più interne della Francia e soprattutto della Germania.

Fin daì tempi di Ottone I, ai vescovi venne conferito il potere pubblico nella città, e alcuni decennî più tardi, sotto Enrico II, essi diventarono anche signori di tutta la contea di Cambrai.

Le condizioni particolari di questa regione, situata ai limiti dell'Impero tedesco e confinante col regno di Francia e con alcuni potenti nuclei feudali quasi del tutto indipendenti (come la contea di Fiandra), conferivano un'importanza di prim'ordine ai vescovi di Cambrai come esponenti della politica imperiale. Le stesse condizioni spiegano anche la storia oltremodo movimentata della Patria Cameracensis, esposta a molteplici ambizioni ed ingerenze esterne e quindi dilaniata da continue guerre e ribellioni dei feudatarî contro il vescovo. Il fatto poi che i vescovi di Cambrai dipendevano ecclesiasticamente dall'arcivescovado di Reims doveva rendere particolarmente complicata e difficile la posizione del vescovado, nel suo duplice aspetto di ufficio ecclesiastico e di principato imperiale, durante i periodi di conflitti fra Chiesa e Impero.

Tutte queste condizioni spiegano anche le turbolente vicende della città stessa di Cambrai, che a torto viene considerata come tipo di comune francese. Fin dal sec. XI la città si vede coinvolta negl'intrighi e nelle lotte della regione circostante, e le faccende esterne diventano uno dei motivi principali dell'azione politica del mondo cittadino. Più spesso gl'interessi dei cittadini coincidevano con quelli del vescovo, e li spingevano a combattere, al fianco di lui, contro i feudatarî ribelli e contro i perturbatori esterni della pace e dell'integrità della Patria Cameracensis. Ma qualche volta (come negli anni 1076, 1107, 1138, e quasi ininterrottamente fra il 1201 e il 1226) li vediamo assumere un atteggiamento politico indipendente, mettersi contro il loro legittimo signore, allearsi coi vassalli ribelli e coi conti di Fiandra o con altri nemici del vescovo e dell'Impero. Trovandosi in simili momenti in guerra aperta contro il loro signore, essi rimangono naturalmente padroni assoluti di Cambrai, usurpano i diritti del vescovo, o meglio si sostituiscono a lui, ed esercitano di fatto un potere quasi illimitato sulla città. Ma sono situazioni momentanee ed eccezionali, facilmente spiegabili nelle particolari condizioni politiche della regione di Cambrai.

Non possiamo precisare quando i cittadini cominciassero a manifestarsi come entità collettiva, e quando sorgessero a Cambrai le prime istituzioni autonome. È certo però che lo sviluppo autonomo della città, la quale già nel sec. X appare distinta giuridicamente dal territorio circostante, è stato preceduto da una vigorosa azione unificatrice del vescovosignore, nel campo tributario, militare e giudiziario, che offrì le basi per il formarsi di un diritto comune e per l'affermarsi di particolari istituzioni municipali. Prima che si manifesti un'azione collettiva del mondo cittadino, la città si presenta già come unità territoriale e giuridica. Nell'esercitare le principali funzioni pubbliche, specie la giurisdizione penale intenta a tutelare la pace e l'ordine nella città, il vescovo si serve anche di elementi locali, chiamati a comporre lo scabinato del suo tribunale pubblico. Così, mediante lo scabinato, organo del potere signorile, la società cittadina infonde il suo spirito nel governo della città.

A Cambrai, come nelle città della vicina Fiandra, lo scabinato è stato l'istituzione e la forma nella quale si realizzò una certa autonomia dei cittadini. Se non che a questa prima forma se ne sovrappone presto un'altra, assai più radicale e diretta, cioè l'associazione giurata. Nel corso del sec. XII, l'assetto interno di Cambrai assume sempre più un'impronta nettamente associativa. Gli organi diretti dell'associazione giurata si sostituiscono in parte agli scabini come capi e rappresentanti della società municipale; nello stesso tempo essi prendono su di sé il compito di effettuare un'ulteriore unificazione e una più piena autonomia dei cittadini.

Così, li vediamo esercitare una speciale giurisdizione penale mirante a rafforzare e ad unificare maggiormente la difesa della pace e dell'ordine nella città. Inoltre essi sottopongono alla propria competenza i processi per debiti dei nobili e di altri elementi estranei all'associazione cittadina, ed esercitano un controllo sulle varie giurisdizioni immunitarie, sostituendosi ad esse in caso di diniego di giustizia.

Tale sembra essere stata la competenza normale dei capi dell'associazione comunale (i giurati) nel corso del sec. XII, e tale infatti essa viene confermata nel privilegio di Federico Barbarossa dell'anno 1184. Ma in circostanze eccezionali, quando i cittadini ed il vescovo si trovavano gli uni di fronte all'altro in istato di guerra aperta, gli organi comunali potevano di fatto estendere la loro azione in tutti i campi dell'amministrazione e della giustizia, fino a sostituirsi completamente al potere del vescovo e ad esercitare un dominio illimitato sulla città.

È quindi naturale che quando i vescovi avevano in queste guerre il sopravvento, essi cercassero di sopprimere la stessa organizzazione associativa. Nel corso del sec. XII (1107, 1182) tali tentativi non ebbero successo; ma quando, dopo le lunghe e continue lotte del primo quarto del secolo seguente, i vescovi riuscirono finalmente a dominare la città e la regione di Cambrai, l'associazione comunale venne abolita effettivamente.

Gli ordinamenti del vescovo Goffredo, che stabilirono il nuovo assetto della città (1227), sono un esempio memorabile di legislazione che, pur negando ogni vincolo associativo e ogni manifestazione autonoma della collettività cittadina, accetta in sostanza tutti i principî fondamentali del diritto cittadino affermatisi nel corso dei due secoli precedenti. Essi mantengono tutte le conquiste dell'associazione comunale nel campo dell'unificazione del diritto e della giurisdizione cittadina, e confermano la partecipazione dell'elemento cittadino nell'esercizio di tutte le funzioni amministrative e giudiziarie nella città. Soltanto gli esponenti del mondo municipale non sono più i capi di un'associazione giurata, bensì di nuovo gli scabini, nominati dal vescovo tra i cittadini di Cambrai.

Con gli ordinamenti del vescovo Goffredo si chiude la storia costituzionale di Cambrai. Essi rimasero a base dell'organizzazione interna della città anche nei secoli successivi, quando la contea episcopale, rafforzatasi politicamente e più tardi (nel 1510) eretta in ducato, divenne nuovamente oggetto di ambizione, prima da parte dei duchi di Borgogna, poi dei re di Francia. Nelle grandi lotte politiche fra la casa d'Asburgo. e i re di Francia nei secoli XVI e XVII il ducato di Cambrai ebbe un'importanza notevole. Ai tempi di Carlo V la città, nuovamente fortificata, fu una delle principali rocche forti degl'Imperiali. Due volte, negli anni 1476-1479 e 1581-1595, Cambrai fu nelle mani dei Francesi; ma soltanto nel 1677 la città e la regione vennero definitivamente tolte agli Asburgo.

Bibl.: A. Thierry, Lettres sur l'histoire de France, XIV, 2ª ed., Parigi 1859; K. Hegel, Städte und Gilden, II, Lipsia 1891; W. Reinecke, Geschichte der Stadt Cambrai, Marburgo 1896; N. Ottokar, Le città francesi nel Medioevo, Firenze 1927.

La lega di Cambrai. - La lega di Cambrai trova la sua origine da un lato nella politica decisamente antiveneziana seguita da papa Giulio II sin dal suo avvento al soglio pontificio (1° novembre 1503); dall'altro nei disegni di Massimiliano imperatore di conquistare le terre venete; infine e forse soprattutto nell'attrito fra la Serenissima e Luigi XII di Francia, manifestatosi dopo la seconda conquista del Milanese da parte di questo (1500). Fu quindi - ed è ovvio - il risultato di tutto un orientamento della politica europea ed italiana, che già nel 1504 aveva trovato una prima espressione nei patti di Blois. Quando infatti i Veneziani rifiutarono di restituire le città romagnole, occupate dopo la caduta del Valentino, il pontefice cercò aiuto presso Massimiliano I e Luigi XII, i quali conclusero un accordo a Blois (22 settembre 1504), in apparenza per intraprendere una spedizione contro gl'infedeli, in realtà per muovere contro Venezia. La Convenzione di Blois non ebbe effetto; ma nel 1507 l'accordo tra Luigi XII e Ferdinando il Cattolico (convegno di Savona, giugno) recava in sé il germe di nuove complicazioni, perché, assicurando il re francese, gli lasciava mano libera di fronte alla Serenissima; e in quello stesso anno Giulio II, preoccupato del minaccioso contrasto tra Luigi XII e Massimiliano, cercava di appianare l'attrito, mandando in Germania Bernardino Carvajal, cardinale di Santa Croce. Ma fu soprattutto decisiva l'azione spiegata allora da Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, che temeva una lotta aperta tra Francia e Impero, perché principe dell'Impero, e perché legato a Luigi XII da una condotta militare. Per uscire d'impaccio, egli non trovò mezzo migliore che procurare un ravvicinamento dei due monarchi. Le trattative, affidate a Niccolò Frisio, durarono dal novembre 1507 al dicembre dell'anno seguente, e ottennero il loro scopo; in esse il Frisio agì all'insaputa del papa, il cui nunzio venne tenuto all'oscuro dei negoziati per espresso volere dell'imperatore.

Durante il corso delle trattative, Luigi XII continuava a protestarsi amico dei Veneziani, coi quali anzi si alleò, quando l'imperatore inviò il suo esercito contro la Repubblica. Nella breve guerra che seguì, i Veneziani sconfissero l'esercito imperiale ed occuparono quarantasette piazze, comprese Pordenone, Gorizia e Trieste: ma la vittoria recò più danno che vantaggio a Venezia, perché determinò Massimiliano ad allearsi con Luigi XII.

Verso la fine del novembre 1508 s'incontrarono a Cambrai, per l'imperatore, la figlia Margherita, assistita da varî consiglieri, tra cui Mercurino di Gattinara; per il re di Francia, il cardinale Giorgio d'Amboise, accompagnato dall'arcivescovo di Parigi e dal conte Alberto Pio di Carpi. La conferenza si chiuse il 10 dicembre 1508 con un trattato, in virtù del quale i contraenti promettevano d'intraprendere una spedizione contro i Turchi e di muovere guerra a Venezia per ritoglierle le terre su cui essi vantavano diritti. A Massimiliano venivano assegnate le città di Padova, Verona, Vicenza, Treviso, Rovereto, il Friuli e l'Istria; a Luigi XII, Brescia, Bergamo, Crema, Cremona e la Ghiara d'Adda. Veniva data facoltà di entrare nella lega a tutti coloro che avevano rivendicazioni da fare contro i Veneziani, cioè al papa per Ravenna, Cervia, Faenza e Rimini; al re di Spagna per Trani, Brindisi, Otranto e Gallipoli; al re d'Ungheria per la Dalmazia, al duca di Savoia per il regno di Cipro; al duca di Ferrara per il Polesine, al marchese di Mantova per Asolo e Peschiera. Le ostilità sarebbero state iniziate dalla Francia il 1° aprile 1509. Il 5 gennaio 1509 l'imperatore Massimiliano emanò un editto contro i Veneziani, e il 23 marzo anche Giulio II aderì alla lega.

La lega di Cambrai fu la prima conclusa dalla maggior parte delle potenze europee contro uno stato cristiano e si può dire che inizî la serie delle grandi coalizioni antiegemoniche. Fu detto e ripetuto che essa venne conclusa per iniziativa di Giulio II, ma in realtà il papa nelle discussioni e nelle conclusioni di Cambrai non ebbe ingerenza alcuna.

Le guerre della lega di Cambrai. - Il Senato veneziano provvide alla difesa della terraferma, assoldando un numeroso esercito, di cui affidò il comando al conte Niccolò Orsini di Pitigliano e a Bartolomeo d'Alviano; cercò di staccare il papa dalla lega, offrendogli Faenza e Rimini: ma l'offerta giunse troppo tardi. L'esercito francese passò l'Adda il 10 maggio e il 14 sbaragliò l'esercito veneziano a Vailate; indi assediò ed espugnò Peschiera. Pontefice e Spagnoli occuparono tutte le città loro assegnate. Verona, Vicenza e Padova aprirono le porte ai rappresentanti di Massimiliano; Treviso si difese valorosamente.

Parve che la potenza di Venezia fosse distrutta. Ma i suoi nemici erano troppo discordi: Massimiliano diffidava di Luigi XII, Giulio II non era disposto a lasciare i Francesi padroni in Italia. Il Senato veneziano seppe approfittare di tale situazione; riallacciò le pratiche col papa, gli restituì Rimini, Ravenna, Faenza e Cervia, e ottenne che il pontefice sciogliesse la Repubblica dalla scomunica (24 febbraio 1510). Così la lega era virtualmente spezzata. Intanto nel luglio 1509 Padova tornava in mano ai Veneziani e Massimiliano veniva respinto nel Trentino (ottobre).

La situazione così si capovolse. Giulio II, deciso ad agire contro i Francesi, si assicurò la cooperazione degli Svizzeri, mosse guerra al duca di Ferrara, alleato di Francia, fece scendere in Italia 6000 Svizzeri, che minacciassero il ducato di Milano. Tentò anche di far ribellare Genova ai Francesi e assalì il ducato di Ferrara; e se non riuscì nei suoi tentativi, ottenne almeno che i Tedeschi rimanessero soli contro i Veneziani. L'esercito pontificio, incoraggiato dalla presenza del pontefice, assediò e prese Mirandola (gennaio 1511); nel maggio i Francesi occuparono Bologna. Contro Luigi XII, il papa si unì con Venezia e con la Spagna e formò la lega detta santa (v.), pubblicata a Roma il 5 ottobre 1511.

La lega di Cambrai, sciolta di fatto fin da quando Giulio II si era pacificato con la Repubblica, si convertiva così in una lega diretta a liberare l'Italia dai Francesi.

Bibl.: Numerosissime le opere che trattano della lega di Cambrai; citiamo soltanto le principali. Una miniera di notizie sono I diari di M. Sanudo, VII, VIII. Inoltre, cfr. S. Romanin, Storia documentata di Venezia, V, Venezia 1856; G. De Leva, Storia documentata di Carlo V in correlazione all'Italia, I, Venezia 1863; C. Cipolla, Storia delle Signorie italiane dal 1313 al 1530, Milano 1881; L. v. Pastor, Storia dei papi, III, Roma 1911; G. Occioni-Bonaffons, Intorno alle cagioni della lega di Cambrai: studio documentato, in Arch. stor. ital., s. 3ª, IV (1886); G. Filippi, Il convegno di Savona tra Ferdinando il Cattolico e Luigi XII (1507), in Studî di storia ligure, Roma 1897; A. Bonardi, Venezia e la lega di C., in Nuovo arch. veneto, n. s., VII (1904); A. Luzio, I preliminari della lega di C., in Arch. stor. lomb., XXXVIII (1912).

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