CALLIPIGE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)

CALLIPIGE (καλλιπύγος)

A. Giuliano

Epiteto di un simulacro di Afrodite venerato a Siracusa.

Ateneo (xii, 554) ricorda due ragazze che, disputando sulle loro bellezze, chiamarono come arbitro un giovane che proclamò vincitrice quella maggiore e se ne innamorò; un fratello di questi informato della gara, si innamorò della sorella minore. Le ragazze, per ringraziamento, fondarono un tempio dedicato ad Afrodite Callipige. Lo scrittore cita come fonti i giambografi Kerkidas e Archelaos, ma l'aneddoto è certo privo di fondamento reale.

Il simulacro di Afrodite C. di Siracusa fu riconosciuto in una statua della Collezione Farnese (Napoli, Museo Naz.) restaurata (testa, collo, parte del busto, braccio sinistro, mano e parte inferiore della gamba destra) e ripulita dallo scultore Albacini, attivo alla metà del 1700. L'identificazione è errata: il confronto con figure vascolari e rilievi decorativi permette di riconoscere nella scultura di Napoli una danzatrice. Il ritrovamento a Coo di un rilievo che ripete fedelmente lo schema della figura ha permesso di attribuire la figura a scuola rodio-asiatica della metà del I sec. a. C.

La Afrodite C. di Siracusa può essere identificata nella Venere Landolina, trovata a Siracusa, copia romana della prima metà del II sec. d. C. da un originale in marmo; l'ipotesi è confermata dalla rappresentazione di un piccolo rilievo da Siracusa, traduzione plastica dell'aneddoto di Ateneo. L'originale dal quale deriva la Landolina può essere datato nella prima metà del II sec. a. C., ed era, con ogni probabilità, di scuola rodio-asiatica. Le relazioni commerciali e politiche tra Rodi, Coo e Siracusa durante l'ellenismo non vietano di pensare che un'opera di stile rodio-asiatico sia stata importata o lavorata a Siracusa.

Bibl.: F. Hauser, Einzelaufn. n. 753; W. Riezler, in Brunn-Bruckmann, n. 578; B. Pace, Arte e Civiltà della Sicilia antica, II, Città di Castello 1938, p. 140 ss.; III, 1946, p. 579 ss.; L. Laurenzi, in Clara Rhodos, IX, 1938, p. 112; A. Giuliano, in Archeologia Classica, V, 1953, p. 210 ss.; L. Laurenzi, in Riv. Ist. Arch. St. Arte, N. S. III, 1954, p. 79 ss. Alla serie delle copie della Landolina agg. una con testa, da Venafro, nel Museo di Chieti.