Califfato

Dizionario di Storia (2010)

califfato (ar. khilafa «successione, vicariato»)


califfato

(ar. khilafa «successione, vicariato») Istituzione che, in base alla discendenza più o meno prossima dalla famiglia di Maometto e con regola dinastica, ha garantito la guida politica della comunità musulmana sunnita dopo la morte di Maometto e fino al 1258. Dopo la serie dei quattro califfi («successori») del profeta dell’islam Maometto, ossia Abu Bakr (632-634), ‛Umar (634-644), ‛Uthman (644-656), ‛Ali ibn Abi Talib (656-660), che rappresentano il «c. ortodosso», il primo c. a essere riconosciuto fu quello degli Omayyadi, discendenti dal terzo califfo ortodosso ‛Uthman, regnanti dal 661 al 750. A essi seguirono gli Abbasidi, discendenti di ‘Abbas, zio del profeta, i quali ressero l’impero islamico fino alla conquista mongola di Baghdad (1258). Nel periodo abbaside, altre rivendicazioni califfali furono sostenute con successo, per periodi più brevi, dagli Omayyadi di al-Andalus (929-1031) e dai Fatimidi egiziani (909-1171), discendenti alidi. Successivamente, un c. fittizio fu mantenuto in vita dai Mamelucchi in Egitto fino alla conquista ottomana (1517). Il titolo califfale ottomano, rivendicato nel 19° sec. senza legittimazione genealogica, fu abolito nel 1924 da Mustafa Kemal. Nonostante tale atto riguardasse un’istituzione ottomana priva di legittimità per la legge islamica, l’abolizione del c. ebbe echi e ripercussioni vastissimi nel mondo musulmano dell’epoca, in quanto pose fine alla possibilità di un governo politico unico per la comunità dei credenti.

Tavola
CATEGORIE
TAG

Ali ibn abi talib

Legge islamica

Mustafa kemal

Al-andalus

Mamelucchi