CALENDARIO

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1993)

CALENDARIO

M. Mihályi

Sistema convenzionale di misura del tempo, con un intervallo base che è l'anno. Il termine deriva dal lat. calendarium 'registro di conti', in rapporto al pagamento degli interessi dei prestiti alle calendae, il primo giorno dei mesi romani. L'elaborazione medievale del c. raggiunse una articolazione estremamente ricca e variata, in relazione a tutta una serie di temi specifici (v. Menologio; Mesi; Zodiaco). Le note che seguono forniscono le coordinate essenziali del problema e delle sue soluzioni di natura iconografica.Il c. cristiano si sviluppò a partire dal sec. 4° sulla base di quello elaborato ancora in età romana e noto come c. giuliano, in quanto riformato da Giulio Cesare nel 46 a.C., subendo in parte anche l'influsso del c. ebraico, ed è fondamentalmente un c. solare. Il c. romano era illustrato preferibilmente con il solo Zodiaco o con le immagini delle Stagioni (piuttosto che con i Mesi), privilegiando raffigurazioni di personaggi affiancati da attributi, con riferimento alle feste religiose, oppure scene complesse. Dal c. antico derivarono la tradizione iconografica bizantina, più fortemente legata al prototipo, e quella occidentale, nella quale divenne dominante il tema profano dei Mesi, che fu determinante nello sviluppo dei c. illustrati medievali: questi presentavano in genere per ogni mese l'immagine di un unico personaggio intento a svolgere una sola attività e adottarono di norma il mese di gennaio come primo nella sequenza.Il tema iconografico del c. appare in una forma intermedia tra il c. romano e quello medievale nel Cronografo del 354 del calligrafo pontificio Furio Dionisio Filocalo (conservato in copie tarde), comprendente l'enumerazione delle feste pagane, le date lunari e quelle dell'entrata del Sole nei segni dello zodiaco, le personificazioni di questi e dei mesi. All'epoca carolingia risalgono i primi manoscritti che testimoniano le profonde trasformazioni subìte dal tema antico e che sono alla base della tradizione destinata a divenire peculiare del Medioevo occidentale, già espresse a livello testuale per es. negli Officia XII mensium, composti forse nell'abbazia benedettina di Fleury-sur-Loire (od. Saint-Benoît-sur-Loire) tra l'848 e l'877 (Stern, 1955). Uno dei c. di Salisburgo, del sec. 9° (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 210, c. 91v), mostra figure isolate, che recano oggetti in mano o rappresentate nell'atto di svolgere lavori agricoli: proprio l'identificazione di un singolo personaggio con un lavoro costituì il mutamento capitale che segnò il passaggio allo schema medievale. Tale iconografia si caratterizza per l'insistenza sul tema del lavoro ed è tesa a sottolinearne il legame con il tempo cosmico, naturale (già indicato in Sal. 104 (103), 10-20, 22-23). La progressiva focalizzazione dell'iconografia del c. sul tema del lavoro, prevalentemente agricolo (Le Goff, 1988), è attestata in manoscritti di età romanica (Firenze, Laur., Acq. e Doni 181) e gotica, ma la massima diffusione del c. dei mesi, con varianti legate a tradizioni iconografiche locali - dovute sovente, alle varie latitudini, a differenze nel tipo di economia rurale - si ebbe nei secc. 12° e 13°, non solamente nei codici ma anche negli esempi monumentali: normalmente i c. illustrati erano collocati in edifici religiosi, scolpiti sui portali (specie in Francia, per es. Amiens, portale, sec. 13°) o affrescati (in Abruzzo a Bominaco, oratorio di S. Pellegrino, 1263), ma anche civili (Perugia, fontana Maggiore, 1278).Solo nei c. di area italiana vengono talora enumerati i giorni dei mesi, le feste e la posizione della Luna, in una combinazione del c. dei lavori mensili con il c. liturgico delle feste. Quest'ultimo scandiva le varie tappe dell'anno liturgico; nato come semplice elenco di feste celebrate in singole chiese o diocesi, esso aveva carattere prettamente locale; dopo il sec. 8° i c. locali si moltiplicarono e si arricchirono di nuovi dati, quali l'anniversario della dedicazione della cattedrale, del santo titolare, della traslazione delle reliquie, fino a divenire, nei secc. 12°-13°, c. universali. Per ragioni di culto la Chiesa raccolse inoltre il dies natalis dei santi, indicato insieme al loro luogo di sepoltura, in c. che diedero origine ai martirologi (menologi nella Chiesa bizantina).

Bibl.: - H. Stern, Poésies et représentations carolingiennes et byzantines des mois, RArch 45, 1955, pp. 141-186; P. Mane, Calendriers et techniques agricoles (France-Italie, XIIe-XIIIe siècles), Paris 1983; W. Hansen, Kalenderminiaturen der Stundenbücher. Mittelalterliches Leben im Jahreslauf, München 1984; P. Mane, Comparaison des thèmes iconographiques des calendriers monumentaux et enluminés en France, au XIIe et XIIIe s., CahCM 29, 1986, pp.257-264; J. Le Goff, Il tempo del lavoro. Agricoltura e segni dello zodiaco nei calendari medievali, Storia Dossier 3, 1988, 22.M. Mihályi

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