CALCIO - Colombia

Enciclopedia dello Sport (2002)

calcio - Colombia

Enzo D'Orsi

FEDERAZIONE

Denominazione ufficiale: Federación Colombiana de Fútbol

Anno di fondazione: 1924

Anno di affiliazione FIFA: 1936

NAZIONALE

Colori: rosso-blu-giallo

Prima partita: Panama, 10 febbraio 1938, Campionati CCCF, Colombia-Messico, 1-3

Albo d'oro: 1 Coppa America (2001)

Albo d'oro della nazionale giovanile: 1 Campionato sudamericano under 20 (1987), 1 Campionato sudamericano under 17 (1993)

Giocatore con il maggior numero di presenze: Carlos Valderrama (111)

Giocatore con il maggior numero di gol: Arnoldo Iguaran (25)

MOVIMENTO CALCISTICO

Formula del Campionato: 16 squadre, con fase finale a 4 squadre

Club: 2500 società, 7000 squadre

Giocatori tesserati: 80.000 uomini, 1000 donne

Arbitri: 2000

Stadi principali: Metropolitano, Barranquilla (75.000 spettatori); Atanasio Girardot, Medellín (52.000); El Campín, Bogotá (45.000)

Vittorie internazionali dei club: 1 Coppa Libertadores (Nacional Medellín: 1989), 1 Coppa Merconorte (Millonarios Bogotá: 2001)

Campionati nazionali vinti dai club: 13 Millonarios (Bogotá); 10 América de Calí; 7 Deportivo Calí, Atlético Nacional; 6 Independiente Santa Fe (Bogotá); 4 Atlético Junior (Barranquilla); 2 Independiente Medellín; 1 Atlético Quindio (Armenia), Once Caldas (Manizales), Unión Magdalena (Santa Marta)

Giocatore con il maggior numero di presenze: Wellington Ortiz (584)

Giocatore con il maggior numero di gol: Hugo Horacio Lóndero (205)

Nata su impulso dei dirigenti del Barranquilla, la Federcalcio colombiana comincia la propria attività il 12 ottobre 1924 con il nome di Liga de Fútbol del Atlantico, mutato poi in Asociación Colombiana de Fútbol (ACF). La nazionale esordisce, in seno alla Conmebol, con la Coppa America del 1945 in Cile. Il professionismo viene introdotto nel 1948, dieci anni dopo la nascita del club destinato a incarnare più di tutti una nuova era di opulenza, il Millonarios Bogotá, così chiamato in ossequio ai due ricchissimi fondatori. Seguono stagioni turbolente con la scissione della nuova Lega, ribattezzata División Mayor (DiMayor), dalla Federazione e la conseguente sospensione da parte della FIFA, circostanza che favorisce la liberalizzazione di indennizzi e ingaggi. L'età d'oro del calcio colombiano attira i migliori talenti di tutto il mondo, tra gli altri Alfredo Di Stefano. Nel 1954 la Colombia rientra nella FIFA, mentre molti club cominciano a dibattersi in gravi problemi finanziari (delle 18 squadre inizialmente iscritte alla DiMayor, nel 1955 ne sopravvivono 10) e i vivai risentono fatalmente dell'invasione di stranieri. Tra il 1949 e il 1957 la nazionale interrompe di fatto la sua attività internazionale ed è grande la sorpresa per la qualificazione alla fase finale dei Mondiali del 1962.

Anche quando la DiMayor collassa, il calcio colombiano non trova pace né unità di intenti: nel 1965 prende vita la Federación del Fútbol Colombiana, in contrapposizione con la ACF. La FIFA comincia una delicata opera di mediazione, che si esaurirà nel 1971 con la creazione dell'attuale Federación Colombiana de Fútbol e una sostanziale riforma dei campionati. Il Millonarios perde quota, si affermano le squadre di Calí, Deportivo e América, che dal 1968 al 1990 vincono per dodici volte il titolo nazionale e sono più volte finaliste in Coppa Libertadores. Tuttavia, la conquista del prestigioso torneo riesce nel 1989 a un'altra squadra, l'Atlético Nacional Medellín. È il primo trofeo internazionale per questa travagliata nazione. Il secondo arriva il 29 luglio 2001 con la vittoria sul Messico nella finale di Coppa America, in un'edizione, però, condizionata da molte defezioni per ragioni di sicurezza, che la Colombia non riesce a garantire quale paese organizzatore.

Quanto gli exploit di Calí e Medellín siano dovuti agli aiuti dei cartelli della droga non è mai stato provato, ma più di un giudice ha pagato con la vita le inchieste sulle collusioni tra club e criminalità. In generale tutto il calcio colombiano è percorso da un'inquietante striscia di sangue. Nel 1989 l'arbitro Daniel Ortega viene ucciso per un'oscura vicenda di calcio-scommesse: il Campionato è sospeso, ma la piaga della corruzione tutt'altro che debellata. L'episodio che più colpisce l'opinione pubblica è l'assassinio di Andres Escobar, colpevole di aver provocato con un autogol l'eliminazione della Colombia nella fase finale di USA 1994. È solo la punta dell'iceberg: René Huguita, l'eccentrico portiere che più di tutti ha rispecchiato l'anima anarchica del calcio colombiano, viene arrestato perché accusato di aver partecipato a un rapimento e la stessa sorte tocca a Faustino Asprilla, uno dei maggiori talenti dell'ultima generazione, coinvolto in una sparatoria in un bar affollato.

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